Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XX, Nr. 217 – dicembre 2016 – Avvento - Natale

Bell’Avvento

Avvento, avvenire. È il compimento del desiderio. Speranza, fiducia nel futuro che sboccia. È aspettare il Cristo, evento di Cristo nel mondo e nel profondo dell’anima. Nascita e la speranza della nuova vita. Fonte di forza e coraggio a vivere l’Amore. Nel rispetto. Nella potenza dell’Amore. Atto della creazione del più bello, del più magnifico. Sono grata perché la liturgia dell’Avvento si è incisa nella mia anima, tramite le “rorate” forse solo da noi tradizionali, con preparazioni silenziose dell’anima al Natale, alla nascita del Signore, alla festa dell’Amore, fornendo fondamento alla sua pratica.
Abbiamo parlato tante volte su questi concetti nell’ospedale, e non solo là con le giovani madri in qualsiasi periodo dell’anno. In tali momenti vivevo profondamente l’enigma dell’esistenza. Da una parte perché sta l’uomo per nascere, d’altra parte era dato il periodo dell’aspettare che mi riempiva con il proprio mistero, che è tipico di questo tempo. Si tratta di un periodo magnifico, possa cadere in qualsiasi momento dell’anno, c’è avvento per la madre in attesa, che è personale, aspettando al proprio bimbo. Sono questi dei momenti intimi quando le anime parlano tra di loro, madre e figlio, tutti gli altri sono soltanto astanti felici dell’evento nella “comunione dei santi”, perché qui si svolge qualcosa che si distingue dallo spazio e tempo, ci tocca il fascino dell’esistenza eterna, compie quello splendore interiore al quale si aspettava dai tempi immemorabili. Arrivo. In questi momenti vivevamo il “com’è bello star qui” si fermi la ruota del tempo, non volendo andare altrove, da questo vissuto meraviglioso.
Ora, quando sto per iniziare il mio primo avvento di “bella età”, ormai come pensionata, ricordo con emozione a tanti begli avventi, che ho passato insieme alle giovani madri in ospedale, o altrove, e alle quali sono riuscita evocare avventi incantesimi i momenti non sempre facili il portare della “dolce gravidanza”. Penso a forse più importanti tre eventi, quando avevo bisogno di una forza enorme che passava oltre ogni mio sapere, capacità, per mantenere lo spirito nella madre, vivendo quale grazia anche il rapporto interiore con i bimbi nascenti, che ci è rimasto anche dopo la loro nascita.
Il primo “associarci” era effettuato molto prima dell’iniziare la pastorale d’ospedale, quando era in gioco la vita di una madre giovane e del suo bimbo che si trovavano in una situazione molto difficile. Era poco aiuto perché si è infilato solo il “piccolo gruppo” dei ragazzi accanto alla causa, con preghiera coraggiosa per la vita. Non posso dimenticare un evento magnifico, lavorandoci al campo, suonavano per l’angelus. Com’eravamo concordati, ciascuno di noi ha messo a parte lo strumento (era il periodo del fieno) e abbiamo pregato insieme, chi ai piedi del monte, chi alla cima, o al versante, visibilmente. Ci siamo rafforzati a vicenda con la preghiera. E il bimbo aspettato/o non è nato sano e salvo. Oggigiorno è già un uomo adulto, e non lo so se è cosciente, della catena di preghiera legata per la sua vita…
Un altro caso si è svolto già nell’ospedale, quando i medici non consigliavano la nascita della bimba tanta desiderata, riferendosi alla salute della madre. A casa un fratello di otto anni l’aspettava. La madre si rifugiava disperatamente a me, si atteneva al mio fianco. Le sentivo la sofferenza, compativo. Pregavo. Lo Spirito Santo mi ha donato un’idea salvatrice. Le ho chiesto di prolungare il tempo con l’aborto, che si può fare in qualsiasi momento, ma non si può risuscitare più la bimba. E il tempo è stato trascinato, pregando, tremando da un giorno all’altro per settimane. Era una buona diplomatica, poteva farcela, e per miracolo dei miracoli è arrivato il giorno del partorire felicemente la bimba in buona salute.
Il terzo caso simile era commovente, durava per lungo periodo e il risultato giocava a cappello. Si è iniziato doppio concepimento, ma uno di loro è andato via. Quello rimasto aveva poca sopravvivenza. Ha messo alla prova la madre, il papà, il medico, tutti. Bisognava osservare per la madre una seduta severa, allettata per lunghi mesi. Durante questa situazione parlavamo per ore, ampiamente. Per un parto naturale non si pensava nemmeno a causa dello stato di salute della madre. Dopo la cesariana però la madre si trovava in pericolo di vita. Sembrava che la bimba sopravvive, ma la madre no. In questi momenti di ansia e preghiera ho fotografato quella piccola neonata, che poi è spostata sul IV libro di preghiere. Era attenta alla mia voce, che conosceva, si è svolta verso la voce, mentre la accarezzavo, ha restretto il mio dito fino le sue unghie diventarono bianchi. Grazie a Dio, oggi stanno bene, è già scolara.
E devo parlare di coloro, cui madri avevano paura a creargli, a causa delle difficoltà familiari. Anche qui ho due fierezze per cui rendo grazie a Dio e per le madri. Giustificato. Valeva la pena lottare.

Triplice celebrazione nella nostra Famiglia Camilliana Laica
             
Nel mese di novembre la nostra FCL ha celebrato tre eventi: abbiamo reso gli onori al nostro assistente spirituale, György Imre per il suo onomastico, abbiamo festeggiato il mio pensionamento, e mia figlia adottiva Éva ha compiuto il suo esame di operatore sanitario principale. Tali eventi sono usciti da soli, uno dopo l’altro, dovevano essere riassunti e celebrati. Tutti i tre erano degli eventi straordinari, non avevamo ancora parte di loro nella nostra vita, e fuori l’onomastico nemmeno ce ne sarà un altro.
            Ho accettato di nuovo il ruolo dell’ospitare la gente nella mia cassetta di Csíkcsomortán. Nel girare degli eventi, come ho dovuto finire un cammino di vita con il mio pensionamento, che mi chiedeva tanto da fare, mi sono impegnata febbrilmente all’accoglienza, anche come una casalinga.   
            Il fatto del mio pensionamento si è emerso già in primavera, ma proprio a quel periodo s’iniziava la campagna di raccolta delle firme e petizione per la costituzione di una cappella nell’ospedale in seguito della mia relazione tenuta al comune della città, il 22 aprile, ma mettendosi la causa in atto, è tornato all’ordine del giorno. Ho provato lottare non solo per la mia rimanenza ma anche per quelli futuri nella cura pastorale professionale dei malati d’ospedale (lo staff ospedaliero è qualificato!), ma la mia direzione non ha favorito la mia iniziativa, perciò ho dovuto accettare le leggi in vigore. Di conseguenza, per un tempo imprevedibile è cessata la cura pastorale professionale ospedaliera svolta in spiritualità camilliana.  
            I membri della Famiglia Camilliana e dei loro simpatizzanti radunati per festeggiare, nel profondo del loro spirito sorridendo, lacrimando sentivano questo terminare, perciò ci voleva tale triplice festa.
La vita vive e cammina nel suo alveo incalcolabile, e vale la pena essere attenti a ciò che ci sta davanti, valorando il passato, imparando da esso, espandendo tramite esso l’orizzonte del futuro e viverlo.
            Era bello aspettare agli ospiti. Non mi sembrava mai a essere così grande la cassetta, dovendo invitare tante persone al tavolo. Mai stavano così tante macchine in corte. Gli ospiti sono arrivati caricato, portando nel cuore e nelle mani il loro amore, da buoni camilliani. Il sorriso e le lacrime di gioia si alternavano. Sono stati saluti, espressioni di amore, ringraziamenti, confessioni, preghiere, riverenze.
            Com’è al solito in una buona famiglia, ci hanno riempito i nostri cuori conversazioni infinite, risate, allegria con cantare. Eravamo in festa. Abbiamo festeggiato la vita ricca di cui facciamo parte, la grazia divina che ci ha distinto e ci ha reso degni a festeggiare la vita. Rendiamo grazie a Dio per tutto!

Notizie:
* Il 9 dicembre nel nostro santuario è finito l’anno di memoria del vescovo Transilvano, Márton Áron. 
* Il nostro Emil è tornato di nuovo con un medaglione internazionale da Bulgaria. Resti nelle preghiere!
* In festa della Sacra Famiglia il nostro Messaggio compie 19 anni. È partito per Mamma Eva, 1997.

Auguriamo a tutti nostri lettori un Santo Natale e un Nuovo Anno pieno di pace e felicità!

Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr.astral.roArchivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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