Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XXIII, Nr. 240 – gennaio  2019 – Anno vocazione – Il mille duecentesimo anniversario del nostro re Álmos


Nostra Santa Piroska

Al freddo di gennaio quasi si nasconde al calendario accanto la Santa Margherita di Casa degli Árpád/Turul. Piroska è nata dal sangue reale ungherese. La venerazione di suo padre è rimasto non solo sulle pitture murali, ma anche nei cuori umani, soprattutto nella Transilvania.
Chi erano i genitori di Santa Piroska e quando è nata? Risposta: Ella era la primogenita del re Santo Ladislao d’Ungheria e la principessa di Rheinfeld, Adelhaide, nata il 1088.
            Piroska aveva anche un nome arcaico, conosciuto nel Nuovo Testamento.
Qual era tale nome?  Risposta: Prisca.
            Dopo la morte precoce di suo padre (1095) si reca alla corte del suo zio, per la sua educazione.
Chi era questo zio? Risposta: Könyves Kálmán, re di Ungheria dopo la morte di suo padre.
            Come al solito, alle principesse ungheresi, anche a Piroska accade un matrimonio politico.
Con chi era sposata e chi si diventa di questo uomo? Risposta: Giovanni Komneos, che più tardi si diventa il Giovanni II (Komneos, Bello), imperatore di Bisanzio.
            Nella nuova patria, Piroska ha preso nuovo nome e nuova religione, secondo le usanze del tempo.
Qual era il nome, cosa significa e a quale religione si è convertita in Bisanzio? Risposta: Suo nuovo nome era Eiréné (Irene), significato: Pace e si è convertita alla religione ortodossa.
            Hanno fondato una famiglia numerosa con tanti figli, che gli hanno educati con dignità reale.
Quanti figli avevano e se l’ha proseguito qualcuno il padre al trono? Risposta: Avevano otto figli, quattro maschi e quattro femmine, e Alexios, il primogenito è diventato co-imperatore, che dopo la sua morte viene sostituito da Mánuel (il quarto figlio), detto Manuél I, imperatore di Bisanzio.
            Piroska anche in Bisanzio dimostrò il proprio senso di missione ungherese, personale e universale. Accanto la grande famiglia svolse un vasto servizio diplomatico e di carità con dignità reale.
In che consisteva il suo servizio di carità personale come ungherese? Risposta: Spesso ospitò dei pellegrini andandosi verso la Terra Santa e ospitava deputazioni dall’Ungheria.
Qual era l’importanza della sua diplomazia ungherese? Risposta: Era una mediatrice tra il Regno di Ungheria e l’Imperio di Bisanzio.
Che cosa ha creato quale modello per l’umanità universale? Risposta: Ella ha fondato il monastero importante del Bisanzio, il Pantokrator, integrato con un ospedale di cinquanta posti letti, che serviva quale modello da seguire per tutta l’Europa del tempo.
            Costantinopoli, Istanbul di oggi in Turchia, primeggia di una chiesa capolavoro tardi antico, cui mosaichi nascondono una sorpresa per un ospite ungherese.
Qual è questa sorpresa? Risposta: L’imperatore Giovanni II e Eirene/Piroska offrono un regalo alla Madonna che tiene nelle braccia il piccolo Gesù.
            Piroska è stata canonizzata dalla chiesa ortodossa.
Quando si celebra la sua festa nella chiesa ortodossa e quando nella cattolica? Risposta: Nella chiesa ortodossa il giorno della sua morte, il 13 agosto, in quella cattolica il 18 gennaio.

Il 18 gennaio, venerdì, dalle ore 18,00, al Comune della città, avrà luogo una presentazione di libro.
Verrà presentato il libro recentemente apparso, Pezzettini di perle, e anche gli altri avuti.
L’”Angelo non è andato in pensione” – Visita d’angelo nell’ospedale al Natale 2018

            Quest’anno per il diciottesima volta si è svolto la “visita d’angelo” nell’Ospedale Generale di Csíkszereda. Come sempre, anche adesso siamo recati con ragazzi, che recitavano poesie, saluti, abbiamo cantato, dando voce ai canzoni popolari ungheresi più belli di Natale, quale invito a festeggiare.
            La pastorale dei malati si è iniziato il primo novembre del 2000, allora ho cominciato organizzare il Natale dei malati, dalle proprie forze e fondi. Sono passati ormai due anni da quando non visito più gli ospedali, però la “visita d’angelo”, come tale servizio di carità ha preso il suo nome, non si è fermato negli anni passati, solo si è semplificato a questi due reparti, all’ostetrica e pediatria. A loro è il più difficile restare in ospedale attorno il Natale, lontano dal calore e dell’amore della casa familiare.
Tutto era come sempre, come si è sviluppato durante gli anni e al quale ci siamo già abituati. Si sono cresciuti ormai alcune generazioni di bambini, sono cambiati tanti operatori sanitari, ma sono stati presenti ancora abbastanza conoscenze, colleghi, così non ci siamo sentiti stranieri al vecchio posto.
L’evento era preparato seriamente. Ho dovuto fare le spese dai spicci messi a parte durante l’anno, in maniera in cui sia sufficiente per tutto, ma ancora in tempo è arrivata “l’Angelo-socio” (Cs. Marta) chi ha messo la corona sulle nostre intenzioni. L’invito dei lettori, e di aiutanti al regalare era un compito in sé. I regalini ricevuti che l’avevo portati poco a poco al piano di sopra adesso gli ho dovuti portare giù, rivederli, confezionarli… Bisognava eseguire anche il dipinto della frutta meridionale. Ho dipinto un viso sorridente a ogni arancia e banana, chi la prende nelle mani, possa infiammarsi di gioia il suo cuore. Il risultato era bello, avendo reso a sorridere anche i più tristi. Questo era anche lo scopo.
Siamo andati per primo all’ostetrica. Un pino d’argento stava già  sul piedestallo, aspettando che gli “angeli di servizio” lo carichino con ornamenti, caramelle. E’ stato bello entrare così all’area spaziosa. Abbiamo salutato il personale di turno e la giovane madre appena superata la cesariana con il padre lacrimando. Mentre abbiamo posto i vestiti di bebè sul tavolino triangolare e prima di incominciare la festa, è venuta da me una infermiera vecchia dicendomi commossa, tristemente: “Si vede che lei non ci frequenta più, non abbiamo avuto nemmeno una corona d’Avvento…” Mi sono stupita guardando attorno. Davvero non c’era un segno. Non c’era nemmeno un foglio di preghiera… Ho vissuto dolore, ma mi faceva più male il dolore di questa donna. Ci siamo ora abbracciate lacrimando, in compassione. Nel frattempo lo spazio ampio si è popolato con madri, infermieri, medici per festeggiare insieme.
Le ragazze recitatrici erano all’altezza. Tutti i cinque figli della famiglia camilliana Brugger sono stati presenti, il terzo, Peter, con la febbre, così l’hanno smesso di cantare con dei strumenti, perché nemmeno la madre, maestra d’asilo aveva voce. L’abbiamo compensato con voce com’era, insieme bella.
I ragazzi hanno offerto a tutta la gente dei dolci, frutta dipinta, giocattoli accompagnato da qualche parola carina. Nel frattempo le giovani madri sceglievano dei vestiti per i loro bimbi piccoli e grandicelli. Terminando il nostro compito ci siamo salutati, augurando un Santo Natale a tutti e abbiamo proseguito il nostro cammino alla pediatria. Ci ha aspettato un corridoio dipinto, con ogni tipo di disegno, pittura, evento allegro. Anche qui si è svolto tutto come al solito. I nostri ragazzi camilliani e dagli esercizi spirituali hanno imparato molto bene il servizio di carità, con dolcezza, allegria.
Una giovane zingara mi ha chiamato. Arrivava un evento ben conosciuto. Abbiamo messo in ordine, che anch’io sono “fedele”, fatto che era sempre importante a loro. Poi, mi ha chiesto di pregare per il guarigione del suo bimbo. In passato l’abbiamo fatto nella stanza, ora sentivo di farlo al corridoio. Ho posto la mano destra sulla tesata del piccolo, offrendo me stessa al Dio Provvidente, chiedendo che sia fatta la sua santa volontà. Aspettavamo. Sentivo che alcune mani invisibili stanno aprendo le porte dei cieli e qualcuno si prende cura della mia richiesta… Poi ho messo la mano sulla testa della madre, aspettando. Lei, è diventata tutta sudata e le lacrime uscivano… Ho reso grazie all’Onnipotente per tutto.
            Più tardi, quando l’equilibrio si è stabilito, dicevo con gioia alla madre, che il bimbo sta meglio già, guardava con interesse ogni cosa, sorrideva e si è aperta anche il volto della madre, abbellito di gioia.

 

Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail:  kamillianus@gmail.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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