Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda



Anno XXII, Nr. 245 – giugno 2019 – Anno vocazione – Mille duecentesimo anno del nostro re sacrale Álmos


Il Padre Écsy László, János 

Il P. János/Giovanni, Écsy László, provinciale francescano di Transilvania è nato proprio cento anni fa.
            Quando e dove è nato il Padre? Risposta: è nato a Rákosd, vicino a Vajdahunyad il 9.06.1919.
I suoi anni d’infanzia, degli studicadono al periodo dello spezzamento dell’Ungheria e del comunismo che lo proseguiva. Era una personalità di operosità, di studio permanente, un padre saggio, benevolente.
            Dove ha fatto i suoi studi medi e teologici? Che tipo di laurea ha preso e dove?
Risposta: I studi medi li ha fatti a Székelyudvarhely e Csíkszereda, quelli teologici a Vajdahunyad. A Kolozsvár ha ottenuto il diploma del professore romeno-francese, essendo di lingua materna ungherese.  Quale giovane sacerdote ha servito nel centro della Transilvania. Era già un noto predicatore. Quali erano i luoghi di servizio in questo tempo? Risposta: Vajdahunyad, Kolozsvár, Déva, Székelyudvarhely, Dés.
Durante il comunismo i francescani sono stati internati a due luoghi di raccolta, poi a domicilio coatto.
     Quando e a quale campo di collezione, poi a quale domicilio coatto è arrivato il Padre? Risposta: Egli è stato trascinato al campo di collezione di Máriaradna. E’ stato al domicilio coatto a Dés tra 1952-61.
Non poteva risparmiare nemmeno gli ani di prigione (1961-64), dove da buon “padre di famiglia” si è procurato dei suoi compagni. Con il suo buon umore spesso ha salvato la vita di tanti. Ha nascosto il cibo da vista dell’occhio dei guardiani affinché i compagni non muoiano di fame. Che e come ha fatto?
Risposta: Il ripieno del cavolo ripieno ha registrato all’angolo della porta della cella di prigione.
Dopo la sua liberazione ha servito a Szentágota (1964-70), poi è stato trasferito a Csíksomlyó, presso il monastero francescano, dove prima è direttore poi superiore, più tardi riceve nuova distribuzione. Quando è arrivato il Padre a Csíksomlyó e quale distribuzione ricevette? Che cosa non ha ricevuto? Risposta: Nel 1970. Diviene il provinciale Francescano di Transilvania nel 1979. Non poteva diventare vescovo.      
A Csíksomlyó ha invitato i collaboratori laici nei suoi piani, chiedendo i loro pareri, ha rinnovato l’immagine del santuario, della cripta, odorando le altare, installando riscaldamento. Egli ha allargato la novena di San Antonio, costruendo la vita spirituale parallelo con le costruzioni. Prima della santa messa pregava per cinque minuti davanti l’altare della sacrestia. I suoi confratelli gli davano un nome di battuta.
            Quale era il suo nome aggettivo? Risposta: “Il János costruttore”.
Una delle sue grandi caratteristiche era, che poteva entrare tra la gente non tanto pacifico e ha mantenuto l’amicizia con ciascuno di loro, e con ciò ha calmato la tensione dei parti contrastanti.
A Csíksomlyó, uno degli impegni pastorali era l’educazione del gioventù. Ha attirato attorno a sé i studenti del liceo, insegnando loro giochi da tavolo, gratificandoli. Per il Babbo natale ha organizzato valutazioni divertenti, con il suo comportamento rispettoso irradiante educando alla virtù comunitaria.
            Si è partita anche una vocazione sacerdotale da questo gruppo. Chi è? Risposta: don Geréd Péter.
Il Padre sapeva che è stato messo sulla lista degli “incidenti d’auto” di quel tempo, ma non si è ritirato a fare il suo dovere religioso nell’annunciare il regno di Dio. Il giorno della sua morte è arrivato il pavimento di marmo del santuario, cui ricevimento è stato sospeso per sempre.
            Quando, dove e come si è capitato la sua morte e dove l’hanno posto per l’eterna pace?
Risposta: E’ deceduto in un incidente auto il 19 aprile 1982 vicino a Medgyes e l’hanno posto alla pace eterna nella cripta del santuario di Csíksomlyó (ho ricevuto io l’impegno magnifico di preparare il luogo).
1 Visita papale – santa messa il 1 giugno 2019:  https://www.youtube.com/watch?v=l1b5s2xuB6U
            Grazie a Dio, si è svolta la visita papale il 1 giugno 2019 presso il Santo Monte di Csíksomlyó, nella Sella. Ci siamo preparati molto a tale evento storico, pregando ancora di più, perché non è stato semplice né la preparazione, né la festa stessa, compromessa proprio da parte della sicurezza dello stato.
            La gente semplice, popolo di Dio, aspettava con speranza l’incontro con il pontefice cattolico, tanto la nazione ungherese di Transilvania non  ha ricevuto mai la visita papale. Vent’anni fa il Santo Giovanni Paolo II non aveva accesso ai suoi cattolici ungheresi in un paese ortodosso, ora è stato fatto.
            Il linguaggio della santa messa era il latino ufficiale, i responsoriali suonavano in ungherese da più di centomila persone in modo spontaneo, come al solito in ogni celebrazione eucaristica, anche senza guidare. Qui ancora vive la fede che riempie il cuore della gente all’amore di Dio. Papa Francesco ha lodato questo al nostro arcivescovo, non passava con gli occhi e orecchi chiusi al nostro santo luogo.
            Lo svolgimento della celebrazione eucaristica camminava con la stessa dignità divina-umana che caratterizza ogni santa messa e evento ecclesiale locale a Terra Sicula, malgrado che all’inizio della messa è stato annunciato di non alzare bandiere, indicativi di località, perché questi non sarebbero degni alla messa papale. Chi ha visto a San Pietro di Roma o altrove gli eventi papali, lo sa precisamente che non è proibito mai tale devozione, non si potrebbe nemmeno immaginare, che popoli, nazioni, non possono affacciarsi davanti il papa e il mondo, questo vale solo a noi, ungheresi. Al suo “perché” non c’è risposta ufficiale, questo viene indagato da ciascuno che lo ritiene importante. (https://youtu.be/oD9tenx-jBQ).
            Siamo partiti al pellegrinaggio in un tempo assai brutto, sotto la pioggia, al freddo e nebbia, umore aspro, frustrati dalle minacce. I più deboli nemmeno partivano, forse non potevano sopravvivere tale tortura che significava il passare le porte fino la ricerca corpo, svuotamento delle borse, senza tetto sotto la pioggia infernale. All’entrata, quando il contenuto del mio zainetto è arrivato per terra, a comando ho dovuto bere dal caffè e acqua con aceto portato con me, essendo minacciata che dopo la partenza del papa dovremo stare ancora cinque ore dentro i recinti… Tra i quattro luoghi visitati dal santo padre solo noi abbiamo dovuto registrare in anticipo per la messa papale. Altrove l’umore era sciolto, senza tensioni. 

Eventi a Valle Úz
            Dopo la visita del papa l’attenzione è spostata a Valle Úz, all’interno di essa al cimitero militare ungherese appartenente al territorio amministrativo di Csíkszentmárton, dove sono anche dei soldati caduti austriaci, russi e un solo romeno. Il cimitero è stato posto in ordine con l’aiuto del Governo ungherese, con croci e nomi dei caduti identificati. Questo è stato occupato da alcuni gruppi nazionali romeni. Hanno buttato via una parte delle croci con nomi ungheresi (si trovano 1300 soldati caduti), al loro posto hanno alzato delle croci di beton, con iscrizione “eroe sconosciuto romeno” in 13x4 righe.
https://szekelyhon.ro/aktualis/igy-foglaltak-el-az-uzvolgyi-katonatemetot?fbclid=IwAR0w-anRx_M98EtR-cMSZ_UbpPwUi7gKtmrzmhl4WdNtn4OvCxxHMx9DLPg + https://www.youtube.com/watch?v=eUwoASZnagg
            Il 6 giugno gli ungheresi siculi hanno formato una catena vivente bloccando l’entrata al cimitero.
All’iniziativa del nostro sindaco del villaggio e richiesto del presidente del Consiglio provinciale Hargita mi sono impegnata a guidare la preghiera. Abbiamo recitato il rosario glorioso, aspettando i romeni. Alcuni di loro hanno entrato nel cimitero attraverso il recinto da dietro, seguendo dagli altri. Hanno rotto da dentro la porta sicula bellissima alzata davanti l’entrata, poi si è cominciato la processione ortodossa quale vittoria del prendere in possesso il cimitero. Gli ungheresi sono stati consigliati di ritirarsi per la difensione della propria integrità, come si è saputo dopo, la polizia ha bloccato la massa radunata nella vallata che più tardi ha ricevuto libero passaggio al cimitero. Il giorno dopo abbiamo visitato le rovine.

Sabato di Pentecoste: è il pellegrinaggio più grande degli ungheresi sul Monte Sacro di Csíksomlyó. Ha celebrato la messa il mio cugino, vescovo di Temesvár: http://csiksomlyo.ro/ + quale accordo finale è stato presentato l’opera rock, il Vangelo di Maria: https://www.youtube.com/watch?v=xpgbwZ-GBEQ

Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail:  kamillianus@gmail.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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