Anno XII, nr. 115 - 2008 marzo „Cari miei Fratelli in Cristo e Fedeli!
Il servo di Dio, Giovanni Paolo II ha introdotto di nuovo la prassi dei antichi pellegrinaggi cristiani. Nei tempi antichi un pellegrinaggio per Terra Santa era così pericoloso e durava così lungo, che i pellegrini hanno dovuto fare il loro testamento prima della loro partenza. Lo sviluppo del trasporto ha facilitato per l’uomo di oggi la visita dei luoghi sacri. Sono tanti che possono andare là, però non tutti. Nell’anima invece possiamo pellegrinare, proprio adesso, quando festeggiamo la festa più grande del nostro cristianesimo. Visitiamoci tre luoghi sacri a Gerusalemme, nella città santa. 1. Tra i tre luoghi sacri di Gerusalemme, la sala dell’Ultima Cena è la più antica nel tempo. Secondo l’evangelista era una sala superiore. Il proprietario l’aveva affidato a Gesù ed ai suoi discepoli, per servire alla celebrazione della pasqua d’antico testamento. Il Signore Gesù ha fondato l’Eucaristia e l’Ordine Ecclesiale durante la celebrazione, quando ha cambiato il pane al suo Corpo e l’acqua al suo Sangue, ordinando ai suoi discepoli di: „Fate lo stesso alla mia memoria” (Lc 22,19). Questo è stato praticamente la prima messa, perché Il Signore durante l’Ultima Cena ha prefigurato il suo sacrificio di vita compiuto il giorno seguente. Ogni santa messa rappresenta la messa presentata una volta per sempre (non la sua ripetizione). All’Ultima Cena, Egli ha collegato l’Eucaristia e l’Ordine Ecclesiale: per questo motivo una santa messa si celebra solo dove c’è sacerdozio vigente. In quell’aula superiore dal 1551, dopo l’espulsione dei francescani non si può celebrare la messa, essendo nelle mani musulmani. Soltanto Giovanni Paolo II aveva accesso nel 2000 una volta a celebrare con il suo corteggio la messa su un altare di campo, là, dove il Signore Gesù l’aveva fondato. Da questo possiamo desumere che per il Signore Gesù non erano le cose più importanti le coordinate del tempo e dello spazio, bensì il flusso della grazia, che non dipende dal tempo e dello spazio. Possiamo vivere il nostro cristianesimo nella grazia di Dio in ogni tempo e circostanza. Nelle nostre chiese, nella santa messa, nell’Eucaristia – quale sacramento permanente – il Signore Gesù è presente nella stessa realtà, come era presente nell’aula dell’Ultima Cena nel pane e nel vino configurato. 2. Il secondo luogo sacro è la collina della Golgota (in arameo, Calvario in latino), dove stava la croce. La morte redentrice del Signore Gesù è compiuto dalla XII stazione. La Golgota si è amalgamato con la Basilica del Santo Sepolcro. Alla cima della Golgota si trova un pavimento piatto con tre stazioni. L’XI stazione – Cristo è inchiodato sulla croce – e la XIII – Cristo è deposto dalla croce e consegnato alla madre, - che, dovuto ai francescani è custodita dalla chiesa cattolica. La XII stazione, dove Cristo muore sulla croce, dove stava la sua croce, appartiene alla chiesa ortodossa greca. Si può celebrare la santa messa cattolica solo a due metri, sull’altare piccola della stazione XIII. Dopo Golgota il Cristo è inseparabile dalla croce. „Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi sé stesso prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24). Chi fugge dalla croce, fugge da Cristo. Chi abbraccia la croce, l’abbraccia Cristo, perché Cristo è appeso sulla croce. Senza portare la croce non esiste cristianesimo. Non temere, Fratello dalla croce: il Cristo l’aveva portata sulla Golgota. Se porti con Lui la croce della vita, non è più la croce, bensì diventa la partecipazione dall’opera redentrice del mondo che durerà fino la fine del mondo nella Chiesa. (vedi Col 1, 14). Secondo Sant’Agostino “dove c’è amore, non c’è sofferenza. E se c’è sofferenza, allora là si ama anche la sofferenza.” L’Antico testamento non ha potuto spiegare la sofferenza degli innocenti. Il Giobbe indulgente riceve solo una risposta: una creatura non può rimproverare a Dio la sofferenza degli innocenti. Il Cristo ci ha dato la spiegazione alla sofferenza: non ci ha tolto, bensì ci ha dimostrato come di deve soffrire. Prendi perciò la tua croce e portala nella beata speranza che la porti col Cristo, ed allora “il suo giogo sarà dolce ed il suo carico leggero”(Mt 11,30) anche per te. Il terzo luogo sacro si trova lo stesso nella Basilica del Santo Sepolcro: è il Santo Sepolcro. Il Giuseppe d’Arimatèa l’aveva preparato per sé stesso, e nessuno l’aveva usato ancora. Per i ricchi, un sepolcro nella roccia serviva solo a vaporizzare. Dopo un tempo le ossa rimaste le hanno messo in un contenitore nella mura della roccia, quale urna. Nel sepolcro della roccia mettevano poi il cadavere seguente. Ce ne sono tanti sepolcri vuoti, dovuto ai ladri. Però ci sono due, dai quali il loro ospite è risuscitato eppure assunta nei cieli. Questi si trovano a Gerusalemme: uno è quello del Signore Gesù, l’altro della Beata Vergine nella valle del Chedron. Oggi il Santo Sepolcro si trova nella custodia della chiesa ortodossa greca, ma tra mezzanotte e le quattro viene usato dalla chiesa apostolica armena, poi dalle quattro fino le sette del mattino sta nella custodia della Chiesa romano cattolica, tramite i francescani. In questo periodo si può celebrare anche la santa messa presso il sepolcro vuoto del Signore Gesù. Il Santo Sepolcro è l’ultima stazione della via crucis cattolica. Si può effettuare la via crucis in ogni tempo. La Quaresima è il tempo propizio di tale adorazione, che si conclude con la morte e sepolcro di Gesù. Sappiamo però che dopo ogni venerdì santo viene l’alba felice della Pasqua. Se questo non ci fosse così, secondo San Paolo sarebbero i cristiani i più „amareggiati” (1 Cor 15,19). In questo mondo assumono la vita cristiana piena di lotta, nell’aldilà invece non li aspetterebbe la felicità promessa. „Cristo invece si è risuscitato per primo dai morti”(1 Cor 15,20). San Paolo elenca anche i martiri. Da duemila anni la Chiesa è la testimone della risurrezione. Festeggiamola con gioia perché la Pasqua è la promessa della felicità eterna qui ed ora. Nell’aldilà Dio „tergerà ogni lacrima. Non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affamo perché le cose del primo sono passate” (Apoc 21,4). Auguro una Santa Pasqua a tutti i miei cari Fratelli ed a ogni uomo di buona volontà! Alba Iulia, a 23 marzo 2008, festa della risurrezione del nostro Signore, l’arcivescovo † György s. k”
Cristo Risuscitato! Gesù Cristo! Si sveglia una voce interiore in noi, che forse è l’inizio delle nostre preghiere. Malgrado che la bocca tace ancora, ma il cuore è attento e si rivolge a Te. Spesso siamo sorpresi, quando ti riconosciamo in noi stessi, sentendo la tua misteriosa presenza. Cristo Risuscitato, Tu inviti ogni uomo e ci chiami: „Lasciati te stesso con fiducia alla vita che sorge dal mio Spirito; anche la tua piccola fede è sufficiente per me. Non ti abbandonerò mai,giammai.” (Fratel Roger) Notizie: * Il primo marzo finalmente siamo presi nelle mani il terzo volume, La Potenza della Preghiera, il quarto volume l’ho già inviato alla redazione, aspettiamo la sua apparizione, * Il nostro Emil, sul ghiaccio di Vienna ha ottenuto il terzo luogo (individ.), col gruppo invece i primi, * Ringraziamo a Gizi/Gabi (magazzino di second hand) e alla famiglia Bányai per i nuovi vestiti, * Il 15 marzo, nell’aula grande della chiesa Sant’Agostino avrà luogo il dipinto delle uova pasquale, * Auguriamo per tutti Voi una Santa Pasqua, insieme ai nostri malati d’ospedale! Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr. astral.ro http://www.hhrf.org/gyrke/camilliana |