Anno XVII, nr. 174– febbraio 2013 La malattia (la sofferenza) quale cammino di grazia – Relazionein pubblico
Quando ho ricevuto l’invito per fare una relazione presso il Comne della città, quale la 99-ima relatrice nell’organizzazione del medesimo il primo febbrai 2013, sul tema della malattia (sfferenza) quale cammino di grazia, sono stata stupita, perché ho compreso che colui che mi ha invitato ha letto perfetamente il nucleo della mia vita. Anch lui doveva chiarire u po’ tale richiesta, per essere certo di aver fatto una scelta corretta nei miei confronti. Sì, gli dicevo, è giusto il tema, senz’altro suscitato dallo Spirito Santo, essendo questo il mio cammino di vita. Parlare però oggi sul cammino di grazia, quando abbiamo già dimenticato il significato di quelle parole – sono state eliminate dall uso quotidiano -, che riferiscono a tale condizione, non è per niente un impresa facile. Al fondo dell’anima invece, l’essere umano desidera la condizione di grazia ricevuta di Dio, l’ha vive come tale, anche se suscitato solo dal desiderio interiore, nella sua intagibilità. Si tratta di quel dignità fondamentale, che sorge da quest’intangibilità e diventa stile di vita duratura. Questo stato di grazia viene sottoposta poi alle sfide durante la vita intera. Senza sfide, infatti, non esiste sviluppo. La giocata consiste nella soluzione, come decido. La grazia, come stato di vita non è collegata a nessuna situazione della vita, così, neanche alla malattia, sofferenza, però, com’è vero che ” tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rom 8, 28), tanto è vero che anche uno di loro come la malattia, sofferenza, dolore e morte delinea il cammino specifico della grazia divina, che possiamo leggere secondo l’esperienza vissuta. La sua capacità invece consiste nel „sapere acquistata”, la sapienza. Arrivare dalla malattia, sofferenza allo stato di “grazia”, forse è il periodo più lungo, più difficile e più faticoso. Soltanto con lavoro lento, paziente e perseverante si può farlo, ma la risposta emerge quando la malattia quale campanella bussa sulla porta della vita umana: bisogna disaminare qualcosa e fare per essa. Occorre credere e volere nella comprensione del messaggio della malattia e sofferenza, che è di taglio del tutto personale. Come la persona umana è composta di un insieme di anima, corpo e spirito, anche la comprensione e la guarigione della malattia, sofferenza richiede una preparazione teologica, fisico/biologica e psicologico/comportamentale ed una vigilanza permanente in favore delle soluzioni proficui. La malattia e sofferenza può suscitare reazioni del tutto particolari nell’essere umano, partendo dal rifiuto più disperato fino a graduale ravvedimento, dove questo può avvenire (non tutti si impegnano le fatiche in favore alla propria guarigine!). Queste reazioni costituiscono i periodi del cammino della ricerca della luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1, 9). Il primo tratto della sofferenza, causata dalla malattia, dal dolore all’uomo si comincia con la sfida, indipendentemente della sua età e stato di vita. Soffre allo stesso modo e si ribella sia il minore come l’adulto. Qui, spesso si può crollare la fede in Dio e la fiducia negli uomini anche al più religioso essere umano. Durante il secondo tratto l’essere mano scopre, che la sua malattia ha un senso e tende a lavorare secondo medesimo. Per chi è religioso, infatti può significare un richiamo: trova nella sua fede in Dio sia la risposta, la soluzione come le fonti necessari per il medesimo. Il terzo tratto consiste nell’invito, quando la persona che vive insieme alla sofferenza e malattia si impegna al servizio degli altri. Nasce in lui/lei la risposta, quale impegno in quel „sapere della missione”, che può permanere per tutta la durata della propria vita. Preghiera giubilare per il 400 anniversario della nascita celeste di San Camillo L'anima mia magnifica il Signore mio Creatore, perché mi ha distinto con la grazia della sua misericordia. Ho consciuto la sua Opera redentrice nel Cristo Crocifisso e sua coredentrice, Maria, Salute degli Infermi Chi è la Custode della nostra vita salutare e salute. Come segno del mio amore, accetti, oh, Signore, il mio servizio quotidiano quale tuo buon samaritano a fianco dei tuoi Malati e lasciati mezzo morti, a coloro io possa portarTi nell’umiltà, per la tua gloria, disseminando i Tuoi semi sublimi con “mille benedizioni” di San Camillo, fino il fine dei tempi. Amen.
+, A Ciascuno di Voi , che avete consciuta e stimata – abbiamo parlato su di Lei nel numero di gennaio – chiediamo gentilmente, anche nel nome della sua Famiglia in pianto, accompagnateci con preghiera l’8 febbraio 2013, ore 14, 00 a Budapest, all’ultimo viaggio di Dr. Signora Eva Simon , Mamma Eva Fondatrice del mio cammino camilliano e protettrice quale “Leonessa-madre” tutto il tempo! Il Messaggio si è iniziato con Lei nel 1997 per la festa della Sacra Famiglia. Ora quale Protettrice celeste, chiediamoLa di intercedere per noi, perché possiamo servire Gesù Cristo con fede e perseveranza, con quel cuore che ha la Madre che suole curare l’unico figliolo infermo.
Notizie : * L’11 febbraio: festa dell’apparizione della Madonna di Lourdes è la XXI. Giornata Mondiale del Malato. Il suo tema viene dalla parabola del Buon Samaritano: “Va, e fa anche tu lo stesso!” Esprimo la mia gratitudine all’Ufficio Vaticano della Pastorale della Sanità, per i materiali di animazione per celebrare degnamente tale festa, a favore dei nostri malati e sofferenti! * Salutiamo con affetto il numero 130 del bollettino ricominciato della FCL di Franza!
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