Anno XVII, nr. 177– maggio 2013 Benpensanti In un pomeriggio invernale mi ha visitato una giovane. Era così tacita, modesta e di voce quieta che ho pensato che forse è arrivata da qualche area celeste. Mi cercava con una domanda insolita. Ha chiesto in affitto la casa antica di mia madre. Non potevo per niente associare questa giovane ragazza con la sua situazione presentata. Ha risvegliato i miei sentimenti materni latenti e ho cominciato di trepidare. Voleva vivere tutta sola ad un posto solitario, alla luce di candela, nella semplicità assoluta. Durante la nostra conversazione pensavo in me che non sono in grado di aver cura di lei, nemmeno per me non lo potrei fare in quella situazione. Sapevo però che la mia preoccupazione è puramente umana, dietro a tale desiderio è presente anche la grazia del Signore. La situazione è stata sciolta dalla decisione fatta una settimana prima, perché una coppia con un neonato ha chiesto alloggio presso la casa per un periodo di tempo. Alcuni mesi dopo ci siamo ritornati alla conversazione iniziale. La giovane ragazza allora si è presentata con il suo futuro compagno di vita. Mi sono sollevata. Avrà chi prenderla cura, un giovane adatto a lei da Terra Madre (Ungheria). Abbiamo sviluppato il tema della conversazione, ci siamo resi conto che tutte e due sono benpensanti, apprezzano le cose antiche e vogliono quali credenti cattolici conformarsi ad uno stile di vita vissuta dai nostri antenati. Hanno espresso la loro intenzione serena che vogliono essere promessi sposi, poi arrivare alla cerimonia matrimoniale, alla quale si preparavano con umiltà. Hanno fissato la data per maggio. Fin dal primo momento gli ho considerato quali famigliari. Abbiamo discusso tutto. Con una discrezione strafina dirigevamo le nostre cose, tenendo conto di quella libertà personale che è indispensabile per un legame sano. Gradualmente abbiamo scoperto le zone di interessi comuni e le ricchezze. Dato il fatto che le nostre cose sono andate bene avanti ci siamo decisi di restaurare la casa con forze comuni. Mia madre viveva ancora a quel periodo, sentiva con gioia che la sua casa paterna riceve di nuovo il vecchio stile di tetto di assicella. Aspettava il giorno di poter vederla. Adesso ella sorride sopra dall’eternità e quale “angelo custode” segue la vita dei promessi sposi – le avevo affidati i giovani dopo la sua partenza per il viaggio eterno... Ci siamo messi al lavoro. Nell’organizzare i giovani s’impegnavano maggiormente. Abbiamo raccolto i materiali progressivamente, poi quando siamo riusciti organizzare il gruppo di lavoro, ci siamo immersi nel lavoro, dove io ero più meno l’ammiratrice. Il tempo ci costringeva, l’inverno arrivava, perciò lo scambio del tetto doveva essere terminata prima ancora dell’arrivo della neve. Per fortuna abbiamo trovato le mani aiutanti e le persone di specialità. Il lavoro si è svolto con grande allegria e slancio. Ogni giorno potevo vedere la rinascita dell’antica casa, e com’ è bella l’assicella nuova che rende totalmente diversa il suo aspetto. Nel frattempo, come accade naturalmente presso una casa vecchia, si sono apparse anche altre mancanze, come alcune asse deteriorate siano esse al soffitto che in fondo. Anche queste sono state cambiate una dopo l’altra fino a quando sono arrivate le piogge autunnali. Finalmente si poteva prendere una sosta, poi pensare il proseguimento. Aspettava soprattutto lo scambio dell’intonaco vecchio ed il mettere quello nuovo. Solo dopo aver’ terminato con i lavori autunnali del giardino si poteva pensare anche a questo, quale lavoro invernale si è compiuto felicemente. Poi, un bel’ giorno invernale hanno chiesto in prestito il telaio di mia mamma, e la promessa sposa ha tessito il suo tappeto. Sentivo un antica meraviglia, un dono, vedendo tale lavoro, perché mie beati mamma e nonna erano esperti nel tessire. Le aiutavo tanto… Poi, prima di Pasqua avevo una nuova sorpresa. Sono andata a visitarli e durante la nostra conversazione mi sono rese conto di un mio antico caro ricordo, una chioccia, gallina a covare messa in una scatola di legno sul fieno… Mi sono volata nel tempo indietro a vivere tante mie belli eventi, perché non pensavo mai che avrò la possibilità di rivivere le antiche realtà: rinasce la vita nella casa ed ogni cosa porta il messaggio della Vita, che ora sta creando quale tradizione per il futuro appropriato.
Il LVII Capitolo dei Camilliani Ministri degli Infermi Come al solito anche ora, tra 1-18 maggio ha dato luogo la Casa del Divin Maestro di Ariccia, presso a Roma per il LVII Capitolo dei Camilliani. Per i primi tre giorni hanno invitato anche alcuni collaboratori laici. Era una distinzione il mio invito dalla Provincia austriaca. Il primo giorno, nell’ambito del ritiro, il Padre carmelitano Bruno Secondin ha accordato i partecipanti al contenuto spirituale del Capitolo. Il secondo giorno i specialisti dei Padri Scolopi ci hanno preparato alla comunicazione, alla sua importanza, applicazione, finalità. Il terzo giorno ci hanno anticipato l’anno giubilare di San Camillo con l’esposizione delle reliquie del Santo, i suoi oggetti sacri, i documenti più importanti della fondazione e storia dell’Ordine, preparati per tale evento. L’esposizione l’hanno preparato nella Casa Generalizia dell’Ordine di Roma. Abbiamo concluso l’evento festivo con la celebrazione eucaristica, presieduta dagli ultimi tre Padri Generali: Angelo Brusco, Frank Monks e Renato Salvatore, che ha detto la predica. Era presente anche il vescovo camilliano africano (Burkina Faso) Mons. Prosper Kontiebo. Dopo il pranzo festivo i padri capitolari hanno continuato i lavori del capitolo fino il 18 maggio. Il padre Renato Salvatore è rimasto quale Generale per altri sei anni con quattro nuovi membri consultori.
Pellegrinando tra Szőkefalva – Fatima – Csíksomlyó Grazie a Dio si è svolto fortunatamente il pellegrinaggio tra Szőkefalva–Fatima tra 6-18 maggio. Nel numero precedente abbiamo comunicato il programma, che abbiamo compiuto. Il programma preparata era arricchita dalla grazia di Dio che non si poteva anticipare umanamente, e che sovrabbondava il nostro pellegrinaggio con dei tesori spirituali. La presenza della Santa Vergine era il regalo particolare in mezzo a noi, con il suo amore provvidenziale e nei momenti forti con le sue soluzioni materni. Durante il pellegrinaggio abbiamo avuto occasione di sentire e comprendere il battito del suo Cuore Immacolata, quasi dal di dentro contemplando sulla magnificenza del suo Santo Cuore. Ella ci ha reso pieno il nostro cammino con la sua grazia materna, offrendo a ciascuno di noi il regalo che era capace di comprendere. Il nostro lungo cammino non era assente neanche di sfide e delle prove, fatti naturali in ogni comunità. La nostra fede, e capacità di perdono sono stati misurati, ma che al solito concludiamo con il „bruciare della zizzania”, perché da un ritiro vale la pena portare a casa soltanto il grano puro di Dio. Quale compito di casa è rimasto a ciascuno di noi arrivare dal perdono umano alla virtù divino, la misericordia, cioè alla dimenticanza. Tale scopo ci ha condotto al pellegrinaggio di Csíksomlyó. Abbiamo iniziato il gemellaggio tra Szőkefalva–Fatima, e siamo camminati insieme ai padri capitolari nelle nostre preghiere, chiedendo la benedizione a vicenda ai nostri scopi.
Salutiamo con gioia il PadreRenato Salvatore per i suoi sei anni rinnovati al generalato!
Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr.astral.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag) |