Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XXIX, nr. 315 - novembre 2025  - Il 27 Anno Santo + Conversione radicale di San Camillo nel 1575


Papa Leone Magno

Fu un aristocratico romano e il primo papa a ricevere il titolo di “Magno”. Estese il suo potere a tutta la Chiesa, ad eccezione dell'Oriente greco. Durante il suo pontificato, la Chiesa divenne una Chiesa autoritaria. Dalle sue lettere emerge che era un combattente della Chiesa.
            Quando visse?                                                            Risposta: circa dal 390 al 461.

Quando Leone entrò in carica, predicò così: “Devo tremare per la responsabilità, ma la mia fede mi conforta con il dono della grazia, perché il Signore, che mi ha affidato questo incarico, mi aiuterà a portarne il peso. Se guardo alla grandezza della carica e alla mia debolezza, mi spavento; ma non mi tiro indietro, perché non confido in me stesso, ma in Chi opera in me! Tutto ciò che faccio correttamente nella mia carica, è opera di Cristo!”
Per quanti anni ha regnato?                                     Risposta: Ventuno anni.           

Non era facile realizzare gli obiettivi della Chiesa universale. Si pensò di convocare un altro concilio, che doveva diventare tempestivo, perché nel frattempo, a causa di una disgrazia, l'imperatore Teodosio II morì il 28. luglio 450. Il nuovo imperatore, Marciano, salì al trono. Alla fine il sinodo fu comunque convocato e la prima sessione si tenne l'8 ottobre 451. Il papa, abile scrittore, rappresentato da una delegazione, scrisse allora all'imperatore quanto segue: «Considererei un peccato personale se, con il mio consenso, fossero violate le disposizioni dei Padri e se il desiderio di un fratello significasse per me più del bene dell'intera casa del Signore».                      Dove si tenne il concilio?              Risposta: a Calcedonia.

Il pontificato di Leone coincise con il periodo in cui Attila, re degli Unni, si avvicinava a Roma. I suoi consiglieri gli suggerirono di rifugiarsi nella Fortezza degli Angeli. Il grande papa respinse il consiglio con saggia fiducia: prese dal tavolo un braccialetto d'oro finemente lavorato e, secondo la leggenda, disse: «Questo è opera degli Unni. Un popolo capace di creare tali opere d'arte sarà disposto ad accogliere anche la parola della Vita». Incontrò Attila a Mantova. Secondo la leggenda, Attila stesso raccontò così l'incontro: «Accanto a Leone vidi un altro uomo vestito con abiti sacerdotali, un anziano autorevole, il cui volto incuteva rispetto (era San Pietro), che con la spada sguainata mi minacciò di morte se non avessi esaudito il suo desiderio». Raggiunsero un accordo. Tutto questo accadde nel 452. La scena è raffigurata nella Cronaca illustrata ungherese ed è stata immortalata anche da un famoso pittore.               Chi è questo pittore?                                                 Risposta: Raffaello.

Nel 1754 papa Benedetto XIV lo inserì nella lista dei dottori della Chiesa, rendendo così il dovuto omaggio a questo santo papa che, fedele alla sua vocazione, era tutto per tutti. Le antiche fonti liturgiche fissano la data della sua sepoltura al 10 novembre 461. A Roma si celebrava il 28 giugno, vigilia di Pietro e Paolo, perché papa Sergio I (687-701) in quel giorno fece trasferire le sue reliquie nella basilica vaticana. In seguito la Chiesa gallese seguì la data dell'11 aprile, ma nel 1969 la festa fu trasferita al giorno della morte del san papa.
Quando si celebra la sua festa?                                             Risposta: il 10 novembre.
23 ottobre –Commemorazione del 1956
          Durante l'anno abbiamo diverse festività solenni, com’è la commemorazione della rivoluzione ungherese del 1956, che è anche una delle nostre festività nazionali. In quest’occasione le case e le persone si vestono a festa per rendere omaggio in modo degno alla memoria degli eroi e delle vittime.
Nella regione di Csík, la rivoluzione ha causato tre vittime: i fratelli Tamás e il fratello di mio nonno materno, Orbán István. Al solito partecipo a questa ricorrenza recandomi al monumento Gloria Victis di Csíkszereda deponendo una corona di fiori da sola, o insieme alla famiglia delle vittime.

Festa di Ognissanti
          Nel mese di novembre ricordiamo i nostri cari defunti, decoriamo le loro tombe, accendiamo candele e preghiamo per loro. La sera di Ognissanti, alla vigilia del Giorno dei Morti, i cimiteri si riempiono di persone vestite a festa, con lo spirito del rispetto sul volto. Tornano a casa i figli e le figlie lontani che sono ancora legati a casa, s’incontrano gli amici e si conversano dei ricordi comuni. In questa serata, il confine tra qui e l'aldilà scompare, tutto si concentra nel presente, le emozioni rivivono. Nei cuori regna una pace speciale. Felice è l'uomo che ha dei defunti da cui può tornare.

Giornata degli anziani a Csíkcsomortán
          Ho partecipato per la seconda volta a questa festa, che è iniziata con la messa solenne, seguita da una foto di gruppo e poi da un pranzo nella sala culturale, preceduto da un saluto musicale. Quando la chiesa e la sala culturale organizzano insieme una festa, è davvero qualcosa di cui essere grati.

Nella casa di riposo “Sant’Elisabetta d’Ungheria” di Gyergyószentmiklós
          Quindici anni fa, nel 2010, abbiamo iniziato le nostre visite con la FCL. La disponibilità al servizio ha spinto Éva D. a richiedere l'avvio di questo processo, per il quale siamo infinitamente grati a Dio Onnipotente. Il servizio di amore ci arricchisce spiritualmente e ci rafforza nella vita quotidiana.         

Creatori di valore
          L'11 novembre, festa di San Martino, è stato inaugurato il restauro del monumento eretto in onore delle vittime della Prima Guerra Mondiale. L'idea è stata di István Bodó, 36 persone di Csomortán, 25 di Csobotfalva e 25 di Somlyó hanno sacrificato la loro vita per la Grande Ungheria, allora ancora esistente. Con il loro lavoro hanno creato valore e tradizione. Grazie per questo!

Il 15 novembre fu il funerale di Ferenc Erdős, simpatizzante della nostra FamigliaCL. Poi ho visitato il mio figlioccio ferito, Lorenzo, che ha indossato con gioia la mia giacca sportiva.

Salutiamo la Famiglia Camilliana Laica brasiliana “Fortalezza”   
          La gentilezza mette le ali. Da anni abbiamo un ottimo rapporto, abbiamo condiviso tante cose belle, ma quello che è successo ultimamente è davvero incredibile. Attraverso il loro referente, hanno voluto conoscere un po' la mia vita privata. Ho cercato di mettermi a loro disposizione. L'accoglienza con cui hanno interpretato la mia confessione mi rende grato. Grazie mille per l'interesse e la stima. Ringrazio il Buon Dio per avermi dato dei fratelli e sorelle così amorevoli. Chiedo mille benedizioni di San Camillo per la loro vita, il loro lavoro e le loro giornate!

Lettera mensile del superiore generale - http://camilliani.org/
            “In questo tempo dedicato alla memoria dei defunti, il Superiore Generale ci invita a contemplare il morire di San Camillo come esperienza di tenerezza e speranza. La riflessione ci richiama all’essenza del nostro carisma: essere padri della buona morte e testimoni della speranza cristiana accanto ai malati e agli agonizzanti.” Il 16 novembre si celebra la Salus Infirmorum romana.

Palma Sgreccia
            Il 25 ottobre si è tenuta una riunione online straordinaria da Torino dal titolo “Intelligenza artificiale e sanità: legislazione, diritti e responsabilità in Italia”. Disponibile all'indirizzo:
https://unito.webex.com/unito/ldr.php?RCID=277c3d7e0d1170c4ff5aed44c8a56d75

Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail:  kamillianus@gmail.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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