Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda

Numero 6, l'11 giugno 1998, la festa dell'Eucaristia

La pastorale dei malati - la comunione fraterna

Il sacrificio di Cristo in croce fonda e sigilla la nuova ed eterna alleanza, ossia la nuova e definitiva comunione d'amore di Dio con gli uomini e degli uomini tra loro. L'eucaristia, come «segno di unità e vincolo di carità» ha una particolare importanza per la pastorale della sofferenza. Il soffrire è per l'uomo un momento di crisi, che mette a dura prova tutto il essere, nella sua struttura psicofisica e nelle sue molteplici funzioni. La crisi coinvolge, spesso drammaticamente, la dimensione sociale e relazionale dell'uomo malato e sofferente. La solitudine tende infatti a trasformarsi in un vero e proprio isolamento, che il sofferente stesso si produce o che è costretto a subire da parte degli altri, che in varie forme lo trascurano o più pesantemente lo emarginano. Si tratta di realtà quotidiane più note, che aggravano con sofferenze morali quanti sono già colpiti dalla malattia, in particolare da quelle forme di malattie che li portano a dover dipendere in tutto o quasi dagli altri.

Al dramma umano dell'isolamento e della solitudine l'eucaristia si presenta come una risposta e una proposta. Chi crede nell'eucaristia, e ne vive profondamente il dono e il comandamento della "comunione fraterna", non si sente più solo, inutile, di peso. Unito come fratello a fratelli, a tutti può offrire il suo prezioso e insostenibile servizio, e cioè la sua stessa sofferenza, vissuta cristianamente, come amore che glorifica il Signore e salva l'umanità.

L'eucaristia costituisce anche una proposta che stimola ad operare concretamente perché i malati e i sofferenti non siano travolti dal dramma dell'isolamento. L'eucaristia rivela a chi la carità rivolga la propria preferenza. Si tratta di coloro chi Gesù ha maggiormente amato; coloro che hanno maggiormente bisogno della certezza che deriva dall'amore pasquale. La carità della comunità, plasmata dall'eucaristia, cerca ogni uomo sofferente per annunciargli la presenza di Cristo; per dirgli che, anche nella sua condizione, è possibile far nascere un germe di amore; per assicurarlo che, se riesce a credere all'amore e a vivere nell'amore, ha trovato la salvezza. Ciò perché l'eucaristia rivela, in un modo unico, la permanente ed inviolabile dignità personale del malato e del sofferente, dimostrando quale valore abbia agli occhi di Dio ogni uomo, se Cristo offre se stesso in eguale modo a ciascuno, sotto le specie del pane e del vino. E’ allora evidente che il nostro culto eucaristico è autentico solo se fa crescere in noi la consapevolezza della dignità di ogni uomo.

(Cfr., Eucarestia, in Dizionario di Teologia Pastorale Sanitaria, Ed. Camilliane, Torino 1997, p. 418)

Si presenta la Famiglia Camilliana di Marosszentgyörgy:

“Nell'agosto del 1994 è arrivato alla nostra parrocchia il P. Anton Gots, camilliano austriaco insieme ai membri dell'Associazione dei Camilliani Ungheresi.

Noi, quelli di Marosszentgyörgy ci siamo partecipati tanti al lavoro intensivo del seminario di tre giorni. Il P. Gots ci ha presentato la vita di San Camillo, il suo Ordine, e l'attività. Egli che ha fondato l'Ordine dei Servi degli Infermi", ha preso sul serio l'insegnamento sul corpo mistico di Cristo, vedendo in ogni malato Il Signore, e ha considerato il servizio del fratello quale servizio di Dio. Ha annunciato di "Guarire, curare i malati e annunciare il Vangelo!" Con le parole di Gesù nel nostro cuore e con l'esempio di San Camillo vogliamo servire i malati, gli handicappati, gli anziani, i poveri.

Dopo un anno di attività, il 22 ottobre 1995, durante la celebrazione eucaristica il P, Gots ha inaugurato la Famiglia, composta da 20 membri. Ha benedetto la bandiera bianca con la croce rossa, poi ci ha dato le crocette rosse. I membri della Famiglia sono: Balázs Éva, Barabás Regina, Bencze Irén, Bóni Juliánna, Ferencz Borbála, Kovács Irén, Madaras Vilma, Márkus Ilona, Miklós Teréz, Portik Márta, Pollák Erzsébet, Simon Kinga, Szabó Rozália, Szöcs Márta, Takács Vera, Ujfalvi Ilona, Varga Rozália, Vass Ilona e il parfoco, Baricz Lajos il guida spirituale.

Ci incontriamo regolarmente ogni martedì, preghiamo per i malati, raccontiamo le attività settimanale: ciascuno di noi che cosa si è riuscito da fare per i suoi malati. trattiamo i nostri doveri e non manca la lettura e la spiegazione della Bibbia. Il parroco Baricz Lajos ha assunto la visita dei malati in cinque reparti e con l'aiuto di due membri della Famiglia giunge 35-40 persone. Tramite il P. Gots era il Signore a parlare a noi: "Sii all'aiuto del tuo prossimo, fa tutto che puoi e il resto lasci a Dio!"

Le Famiglie Camilliane Laiche in tutto il mondo sono in contatto spirituale tra di loro: nei certi momenti della giornata ci pensiamo agli altri nelle nostre preghiere, ci vogliamo bene a vicenda, ci aiutiamo. Chiediamo ogni nostro fratello della fede di aiutarci con le loro preghiere! Rendiamo grazie a Dio, a Maria, Salute degli Infermi per la sua intercessione! Chiediamo l'aiuto di San Camillo anche per i tempi futuri!”

Dalla Lettera Testamento di San Camillo:

"Invio a tutti mille benedizioni; non solo ai presenti, ma anche ai futuri che sino alla fine del mondo saranno membri di questo santo Ordine".

Le nostre feste:

* il 14, giugno, 14 luglio (1614): San Camillo scrive la sua Lettera Testamento.

* il 22 giugno (1886): San Camillo viene proclamato il Protettore dei malati e degli ospedali.

* il 29 giugno (1746): la canonizzazione di San Camillo.

Notizie:

* il 13 giugno: l'incontro dei camilliani laici di San Domenico, alla festa professata della località;

* il 23 giugno: l'incontro della nostra Famiglia;


Con affetto,
Maria Hajnalka Bakó, 4 100 M-Ciuc, Str. Copiilor 1/A/3. Romania. Tel 0040 66 116 830

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