Il messaggio della Famiglia Camilliana di Csíkszereda Anno VII, Numero 65, settembre – ottobre 2003 La sindrome burnout una formazione rinnovata e permanente Studiosi
come C. Cherniss e H. J.
Freudenberger individuano il punto caldo dello stress nello scarto che
esiste
tra richieste cui l’individuo è sottoposto e le risorse di cui
può disporre. Le
aspettative, da parte dell’ambiente o all’individuo stesso, sono
esagerate:
l’individuo si aspetta troppo da sé stesso, o gli altri si
aspettano troppo da
lui. Bisogna
invece, fermarsi un attimo e
aggiustare il tiro. E allora, magari, ci accorgiamo, che le richieste
non possono
essere soddisfatte semplicemente perché c’è qualche buco
nella nostra
formazione di partenza. Sembra
fin troppo banale osservare che nessuno può ciò, che non
l’ha. La formazione è
un problema di contenuti che devono essere appresi, cioè
inmagazzinati e fatti
propri, di potenzialità interne all’individuo che devono trovare
la loro
massima espressione e di abilità che devono essere gradualmente
imparate. Il multiplicarsi di
convegni, di congressi, di giornate di studio, di tavole rotonde
è lodevole, in
sé, ma rischia di non produrre molti frutti, in quanto molto
spesso queste
iniziative non permettono un’assimilazione personalizzata delle
proposte. Negli anni di formazione,
non sempre
abbiamo “imparato ad imparare”. E’ questo ci impedisce di rispondere
alle
richieste del nostro lavoro perché non sappiamo stare al passo
con i tempi
attraverso una formazione che continua, una formazione permanente, che
cresce
con la nostra e altrui storia. La formazione chiede di essere
continuata e
approfondita durante tutta la vita, in particolare mediante lo studio
culturale,
serio impegnato. Nella
lingua italiana esiste una parola molto significativa: camminare.
Questa non
significa soltanto il camminare fisicamente, ma è qualcosa di
più: diventare
qualcosa di più cioè, durante un camminare nel tempo e
spazio arrivare ad’un
livello spirituale più alto. La formazione permanente
perciò significa
un’andare sempre avanti sulla strada di diventarsi più umano. La
formazione
permanente in questo senso diventa autoformazione. A questo punto
dobbiamo
notare un pensiero verso se stessi: Sono i stessi malati a pagare il
prezzo
alto della mia umanità che significa anche il fatto che è
il malato a pagare le
conseguenze della mia disumanità. La
formazione è valida quando ciò che impariamo ci aiuta a
cambiare, e il
cambiamento fa crescere il nostro sapere ed incide nell’ambiente in cui
lavoriamo. Perciò nessuno può dire che l’autoformazione
appartiene agli altri e
non è la mia personale, perché non può mancare da
essa colui che si è dedicato
alla cura degli altri (corporeo, mentale e spirituale). Se la nostra
formazione
non arriva a transformare noi e contemporaneamente l’ambiente in cui
lavoriamo,
I nostri cambiamenti rischiano di avere la durata di un mattino: il
primo sole
li farà seccare, alle prime difficoltà soffocheranno. Una parola sull’informazione e formazione L’informazione ha lo
scopo di ridurre
l’ignoranza cognitive, mentre la formazione è finalizzata a far
maturare
atteggiamenti e comportamenti. Metaforicamente
parlando, formazione e informazione, sono come due ruote del carro.
Purtroppo
nell’area sanitaria si viaggia troppo sulla ruota dell’informazione,
con il
carro molto sbilanciato e stridente. Per un’agente pastorale è
importante
integrare le due ruote in modo proporzionale sia in favore del malato
che a
favore del proprio ministero. Una formazione pastorale sanitaria che
sia
“nuova” e insieme permanente, è un qualcosa di impegnativo, ma
può anche essere
una fortuna opportunità per farci sentire maggiormente
“competenti” in ciò che
facciamo, ammorbidire disagi e tensioni, ed essere un forte antidote
per il
burnout. Racconto sul ritiro della
Famiglia Camilliana
Laica Geréd
Julianna, 12 anni è arrivata al nostro ritiro da
Csíkpálfalva con la sua amica.
Jucika/Giulietta fa parte della nostra Famiglia Camilliana ed è
membra del
gruppo di rosario della sua località. Nella
sua piccola famiglia è una vera camilliana perché suo
fratello maggiore è nato
portatore di un grave handicap ed esige cure permanente. Jucika
perciò impara
la spiritualità del Vangelo presentato da San Camillo alla
Chiesa, a casa:
curare Cristo nel proprio fratello. Ella si impegna seriamente nel
servizio,
che inoltre è normale per ognuno di loro e perciò siamo
contenti di aver
partecipato al nostro ritiro. Il tema del ritiro era: L’importanza
del perdono nella guarigione. Il testo del Padre
nostro era il filone conduttore, ciascuno dei partecipanti avendo un
brano. Jucika
riassuma le sue esperienze: “Ho
avuto una bella esperienza quando abbiamo giocato l’angelo custode
(ogni
partecipante diventa un’angelo custode e ognuno è nello stesso
tempo una
persona protetta). Un’altra era il scoprire del brano evangelico (ogni
partecipante
ha un brano personale dal Vangelo); il mio era Matteo 6, 13: “e non ci
indurre
in tentazione, ma libracci dal male”. Poi mi ha piacuto molto quando
abbiamo
fatto la meditazione sulla Bibbia e la signora Hajnalka cela raccontava
favolosamente. E’
stato bello poi, quando siamo andati nel bosco dove è successo
molto. La cosa
più interessante era la preparazione del pranzo, il cosidetto
“orsetto” (che è
una polenta riempita con ricotta di pecora e fritta nel brace). Dopo il
pranzo
con la mia amica, l’altra Jucika ci siamo messi a leggere il Vangelo e
a
cantare. Questo mi ha reso davvero felice”. Notizie: * Raccontiamo con gioia che nel mese di
settembre abbiamo ottenuto la seconda edizione del Libro
di preghiere. Ringraziamo al Signore che tanta gente lo
gradisce e lo esige. E’ in preparazione il secondo volume. * in settembre gli ho visitato i miei
benefattori d’Ungheria che durante i miei studi mi hanno aiutato. Gli
ho
regalato il Libro di preghiere (la
seconda edizione). Il Padre Csanád, paolino ha riassunto cosi la
sua opinione sul libro: “l’ho meditato pregando”. Qui c’è tutto.
E’ stato
emozionante regalarlo all’artista grafico Simon
András, cui grafiche fanno le decorazioni del libro. Egli dopo averlo sfogliato l’ho baciato. Con
affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO - 530194
Csíkszereda, Hunyadi János,
45/A/27, Tel/Fax: 0040 266 316-830 / 0040 721 088 154 / e-mail: bakohajnalka@1000.hu; |