Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda

Anno IX, nr. 86 - 2005 settembre

La Famiglia Camilliana dei Malati negli ospedali  - si segue il nr. di marzo 2005 - Obiettivi

Nel nr. di marzo (nr. 80) del Messaggio, come introduzione, abbiamo presentato le fondamenta teologiche della Famiglia Camilliana dei Malati.

Questo lavoro vorrebbe continuare adesso, mettendo a rilievo la possibilità di interpretare lo Statuto della FCL, per il caso dei malati, secondo i tre pilastri della spiritualità camilliana: il Crocefisso, il cuore della Madre, e il Buon Samaritano.

Prima ancora deve riflettere sugli obiettivi della FCL quali scopi di vita e di servizio di carità secondo lo Statuto Generale. Nel nr. Di marzo 1999 (nr. 16) abbiamo presentato questi obiettivi a livello di Transilvania, poi in seguito dal settembre 1999 (nr. 19), lo Statuto Generale, aprovvato a Roma.

Nei numeri seguenti vogliamo interpretare gli obiettivi e la spiritualità camilliana presenti nello Statuto Generale, messo in pratica nel caso dei Malati degli Ospedali.

La Famiglia Camilliana dei Malati degli Ospedali non può essere una famiglia come al solito si intende sul concetto della FCL, che vivono nella società, perché la vita dei malati degli ospedali viene costretta secondo la malattia e come tale secondo lo stato ospedaliero. Per i malati credenti però tale stato significa una possibilità di riflessione intensiva, un ricupero delle trascuratezze quotidiane a livello spirituale.

Il divenire una famiglia nell’ospedale è data proprio dai programmi di preghiera, dove ciascuno si può sentirsi uguale all’altro, dove la preghiera significa la catena più forte che unisce questa comunità credente. Perciò, il sentimento di comunione tra i malati degli ospedali è più profondo, come al caso degli altri, dove le diversificazioni sociali possono causare delle distanze. Tra i malati esiste soltanto uno stato, quella della malattia, il livello sociale sta al secondo posto, al credente è la fede che conta, perché unisce la comunità e rende uguali in Gesù Cristo.

Cosa possono fare i malati degli ospedali con degli obiettivi della FCL:
1. Esercitare le opere di misericordia corporali e spirituali tra di loro.

2. Sensibilizzare la comunità ecclesiale e le istituzioni sociosanitarie alla considerazione del malato, attraverso la promozione di un servizio permeato di valori umani autentici, in accordo con i principi dell'etica cristiana.

3. Collaborare lo sviluppo di una cultura della vita e della salute, nella linea con la visione cristiana dell'uomo.

4. Approfondire e attualizzare la spiritualità camilliana, impegnandosi a collaborare con quelli che vivono la spiritualità camilliana nei progetti di evangelizzazione e di umanizzazione del mondo della salute e nelle iniziative missionarie.

5. Valorizzare la preghiera, sia come strumento efficace di apostolato sia come aiuto per vivere nella fede la difficile stagione della sofferenza.

6. Far riconoscere e potenziare il ruolo evangelizzatore del malato nella comunità ospedaliera.

7. Coltivare la fraternità nell'ambito della FC, esprimendola attraverso l'aiuto reciproco materiale e spirituale, in modo che ogni membro possa trovare sostengo specialmente nei momenti difficili, all’ospedale.

(Nella Formula di Vita di Transilvania è presente anche il risveglio delle tradizioni locali, che tende a rendere familiare, accessibile e praticabile la modalità della cura pastorale dei malati. Basta pensare ai racconti dei nostri genitori, e dei nostri nonni/e, come al loro tempo nessuno moriva abbandonato o affamato in una comunità di campagna, quando costruivano le loro case con aiuto reciproco. Già il nostro Santo Stefano, re organizzatore del paese e della religione l’ha insegnato i suoi figli di tutti i tempi alla pratica della misericordia "ovunque e in ogni cosa, basandoci sull'amore" (Ammonizioni, X.).

Mettendo nella pratica questi obiettivi tra i malati dell’ospedale si può realizzare l’attività di evangelizzazione per i malati stessi, per gli operatori sanitari, per i parenti e per tutta la società. I malati degli ospedali diventano protagonisti degli obiettivi dello Statuto della FCL, sono loro a praticare il servizio di carità tra di loro nel modo reciproco, con i propri simili.

„Szőkefalva” il 17 giugno 2005

La località di Szőkefalva si trova in mezzo alla Transilvania, nella provincia Maros. La sua esistenza risale ormai nel secolo XII nei documenti dell’Archivio Nazionale di Budapest. Adesso la popolazione del villaggio è composta dagli ungheresi e romeni, che dividono in cinque religioni: romano cattolico, protestanti, unitarieni ungheresi, ed ortodossi e greco cattolici romeni.

Dieci anni fa il 17 giugno si sono iniziati le apparizioni della Madonna. La vedente eletta è Marian Rózsika, che progressivamente l’ha persa la vista, a causa della diabete. Qui si tratta di un fatto straordinario, essendo eletta una non-vedente di farsi „la vedente” della Santa Vergine.

La Madonna non appare nella forma umana, bensì nella „Luce”, Rózsika La percepisce nella luce soprannaturale, ella vive il regno dei colori durante le loro conversazioni.

Negli dieci anni passati la Madonna è apparsa ben 23 volte a Rózsika pubblicamente. I pellegrini potevano sentire le risposte di Rózsika alle domande e richieste della Madonna. La tonalità della sua voce confermava sempre la profondità, purezza, soprannaturalità dell’incontro.

La Santa Vergine, come ad ogni sua apparizione l’ha indirizzato lo sguardo degli uomini a Gesù Cristo: invita alla preghiera, alla conversione, alla vita morale, ad accettare la sofferenza con pazienza, alla vita evangelica. Nel corso delle sue apparizioni, i suoi messaggi gli ha detti in romeno. Tale fatto ha suscitato diverse emozioni: in una località mista di lingua e cultura, la Madre celeste parla ad una donna ungherese in romeno. Tale fatto era un messaggio importante sia agli ungheresi che ai romeni, missione a ciascuno. Solo all’ultima apparizione ha parlato a Rózsika nella sua lingua: ungherese. Allora l’ha comunicato il suo nome: la „Regina della Luce”.

Malgrado che le apparizioni sono terminati con il 17 giugno 2005, quando sono stati presenti trentamila pellegrini, Szőkefalva è rimasta luogo di grazia, dove ogni 17 del mese, i fedeli faranno la liturgia della riconciliazione. La richiesta dell’approvazione ecclesiale a Roma, l’ha fatta il nostro arcivescovo, Dr. Jakubinyi György.
    
Il 17 agosto è apparso il secondo volume del Libro di preghiere per i camilliani e malati, con il titolo Pellegrinando. Il libro contiene 340 pagine.

Notizie:
* Tra 23-25 avrà luogo il III incontro latinoamericano delle FCL a Lima di Perù.


agosto >>