Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno X, nr. 91 - 2006 marzo

Lettera circolare I.

Sia lodato Gesù Cristo!

 

Ad ogni egregio Ufficio Parrocchiale – Presso il loro sede

Nr: 126-2006.

Proclamazione dell’anno di preghiera per il rinnovo spirituale della nazione ungherese

La lettera circolare della Conferinza Episcopale Cattolica Ungherese ha invitato a pregare gli ungheresi della patria-madre. A quest ’invito si associa anche la nostra Archidiocesi. Presentiamo il testo della C.E.C.U perché possiate studiarlo e farle proprio le questioni emersi.

Potete includere nelle preghiere dei fedeli - secondo le proprie parole - delle sante messe domenicali le intenzioni formulati nella lettera circolare. Durante le ore di devozioni davanti il Santissimo, programmi di adorazioni nel maggio o di ottobre, può essere un’intenzione di ritorno la supplica per l’approfondimento e la realizzazione dello scopo dell’anno della preghiera.

Cari Fratelli!

L’anno 2006 rappresenta degli eventi importanti nella storia della nostra nazione. Il 23 ottobre, giorno di San Giovanni Capestrano ci ricordiamo al cinquantesimo anniversario della rivoluzione e guerra d’indipendenza del 1956. Ci ricordiamo anche alla 550 anniversario della vittoria di Belgrado, dove all’incoraggiamento di Hunyadi János e San Giovanni Capestrano il popolo cristiano ha difeso la loro patria contro l’esercito offensivo del sultano Mohamed II. Accanto tanti altri eventi, questi due eventi, ci spingono a dichiarare l’anno 2006 quale anno del rinnovamento spirituale della nazione ungherese.

La nostra nazione sta vivendo un periodo molto difficile, solo la misericordia di Dio ci può salvare. Ci pesano le serie delle tragedie e degli insuccessi dei decenni e dei secoli passati. Massacre ed umiliazioni. Diffidenza in mezzo alla nazione, la mancanza tragica della solidareità: è una ferita che ci ha portato il Mohács (la perdità più grande dell’Ungheria nel medioevo), che finora non si è guarita. Ci pesa gravemente la colpa della disperazione ed anche la tentazione dello scoraggiamento. Da noi si è cominciato prima degli altri nell’area, l’ostilità contro i propri figli. Il potere, anche se non ha potuto offrire benessere, però l’ha permesso l’aborto che poi era praticato di migliaia di cristiani. Così, cca. sei millioni di ungheresi non sono nati mai più.

Dopo l’insuccesso della rivoluzione del 1956, tanti si sono rifugiati dal futuro, che si prometteva misero e disperazione nell’egoismo quotidiano. Si è iniziato la vita comoda tra quattro mura, che non ha mai prospettive. Una vita piena di sentire la propria incapacità nell’agire, da quale la persona umana si rifugia nella semplice vita privata. Ci sono tanti cristiani che dubitano nella possibilità di vivere una vita cristiana. E si sono incominciati anche le grandi silenzi sopra le nostre tragedie storiche del XX secolo. Si sono moltiplicati le cose sui quali era proibito parlare alto. Nella società si radunava l’insicurezza, l’amarezza, il ricordo delle offese e della paura. La vita di tutti i giorni si costruiva su questi silenzi. Negli ultimi quindici anni abbiamo assaggiato il sapore della libertà, ci è stato impostato la questione della giustizia, che difende il debole, però senza risponderla. Anche oggi stiamo portando le ferite spirituali del nostro popolo. La vita di tanti noi viene caratterizzata dal sentimento del disperdersi, disperazione, un materialismo che cerca solo il vantaggio immediato e del carrierismo, il sentimento senza futuro e della depressione. Camminiamo con difficoltà verso una visione sereno di vita. Con fatica ci si sente l’attrazione e la promessa della vita. Siamo costretti di far fronte al crollo demografico, che non è dovuto soltanto alla situazione materiale dificile che rende quasi impossibile la vita delle famiglie, ma spesso anche il pensiero privo di futuro che causa il calo drastico della popolazione.

Gesù invece non ci ha invitati alla disperazione, bensì alla speranza. Davanti a Dio la vita di ogni uomo e di ogni nazione rappresenta un valore. Le nazioni si sono nati secondo il progetto di Dio Creatore. Le loro esperienze storiche, le loro genialità specifica, capace di risolvere le difficoltà della vita, le loro culture, le loro ricchezze personali e comunitaria, rappresenta un valore per tutta l’umanità ed è caro davanti gli occhi di Dio Ceatore. Vivere tale eredità, significa una responsabilità enorme anche per l’uomo di oggi. Questa stima di sè davanti il Signore è anche le fondamenta della stima degli altri popoli. Potendo alzarsi sopra ogni orrore del passato, colpa e sofferenza, possiamo fare la penitenza davanti a Dio e con cuore sincero, con generosità elevata perdonare agli altri. Così possiamo entrare in comunione con il Dio della misericordia, e capire l’insegnamento del grande papa, Giovanni Paolo II, insegnandoci che proprio la misericordia è che ci da speranza che la colpa e la cattiveria non possono causare la morte di tutta l’umanità.

Preghiamo in quest’anno in modo personale e comunitaria per il rinnovamento spirituale della nazione ungherese. Chiediamo l’intercessione della Patrona d’Ungheria per le nostre famiglie, perché possiamo accettare i figli, e per esserci generosamente all’aiuto di tutti quanti che in ogni circostanza accettano la vita umana nascente. La Santa Vergine interceda per noi, perché possiamo aiutare attentemente gli anziani ed i malati, perché nessuno di loro non sia costretta di vivere la sua vita in solitudine e mancanze o sotto il peso della malattia dopo una vita piena di lavoro. Colui che è capace di valutare gli anziani, sta valutando la propria dignità ed il proprio futuro. La Santa Maria, Salute degli Infermi interceda per i nostri malati e per i tutti quanti che si impegnano per la loro guarigione. La Madonna, quale Sede della Sapienza è la protettrice anche delle scuole e dell’insegnamento. Chiediamo la sua protezione che il nostro insegnamento ed educazione possa condurre tanti giovani alla conoscenza della verità e dell’umanità vera. Per questo, la nostra Chiesa assume ogni sacrificio, per poter mantenere tante scuole con spiritualità cattolica. E’ compito di tutti noi, di educare i nostri giovani all’umaità piena, secondo la fede di Cristo e secondo la moraliltà evengelica (si prosegue).

Emilke

L’8 marzo, il figliolo di una delle nostre piccole famiglie, appartenente alla FC, Imre Emil, detto Emilke, compie i suoi nove anni. Egli è nato nella Famiglia Camilliana. Quest’anno è diventato campione nazionale nel pattinaggio, gruppo dei simili età. Gli congratuliamo con gioia ed amore!

Notizie:

* Per la Giornata Mondiale del Malato, il vescovo aussiliare, vicario generale, Mons. Tamás József ha celebrato la santa messa presso l’Ospedale Generale della nostra città.

* Il 18 marzo, sabato: incontro della Famiglia Camilliana, dalle 15, presso l’ndirizzo di quà giù.

* Il 25 marzo, Annunciazione del Nostro Signore: la nostra Famiglia Camilliana compie 12 anni.

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