Anno XII, nr. 124 - 2008 dicembre 13 settembre 2008 – 29 settembre 2009: anno giubilare dell’Arcidiocesi La tradizione del Natale (una visione ungherese - i n ungherese il Natale si dice: Kar á csony)
„ Se guardiamo alle nostre feste religiose (come era anche il Natale), ed esaminiamo la loro particolarità, vediamo che in esse si manifesta il desiderio di avvicinarci a Dio. Ritrovare il tempo santo degli origini, rivivere e ridare gli eventi successi nel tempo santo, ci rende partecipi degli eventi mitici, successi nel tardi passato. La volontà che appare durante l’esperienza del tempo e dello spazio santo mostra il desiderio di ritornare ad un certo punto di partenza, in un tempo, quando l’evento è successo. … L’uomo religioso conosce due tempi, un tempo profano ed uno santo, una durata che passa ed una che è “il tempo eterno” che possono essere aggiunti nel calendario delle feste sante. … Dato il fatto che la creazione del mondo è l’opera divina più grande, la festività cosmogonia ha un ruolo prelevante in molti religioni. L’anno nuovo coincide con il primo giorno della creazione. L’anno è la dimensione del tempo cosmico. Quando passa un anno, si dice che “è passato il mondo” All’inizio di ogni anno si ripete la cosmogonia, si crea di nuovo il mondo, e con esso “si ricrea”, “si raravviva” anche il tempo. Il tempo santo, secondo la sua essenza può tornarsi indietro, può farsi presente rivivendolo. Ogni festività religiosa, ogni tempo liturgico significa la rappresentazione nel tempo presente di un evento sacro percorso in un tempo mitico. La partecipazione religiosa alla festività implica l’entrata in quel tempo, quando l’evento è successo. Per lunghi millenni l’inversione invernale del Sole era l’inizio dell’anno. Dal 21 dicembre il Sole sembra di fermarsi sulla suo cammino celeste. Questo è il tempo della dominazione del buio, della notte. E’ il periodo più carente della speranza. C’è il tempo più bisognoso della luce, che ha bisogno di ogni aiuto terrestre. Il 23 e 24 dicembre è il più grande la potenza del buio, il desiderio per la redenzione è il più grande. Infine, il 25 dicembre nasce la nuova luce, e le giornate saranno sempre più lunghi, la luce vince il buio. Lo stesso era il giorno del lanciare il falco della regina. Essa è il falco reale, perciò farlo volare è stato un rito del sovrano. Il figlio di Turul, erede della dinastia Turul, che all’inversione solare aiuta - ha aiutato al cielo, con il far volare il falco della regina, il Sole rinascente. Il falco è l’uccello-luce dei prati e popoli Euro-Asiatici, tra loro degli ungheresi. Egli è che vola più vicino a Sole, trasmette messaggi, ambasciatore tra il cielo e la terra. Il suo volo all’inversione solare d’inverno ha aiutato il Sole assai debole nell’alzarsi sul suo cammino celeste. … Il falco della regina , che è un uccello orientale, è ambientato dalla Grande mura di China fino al Bacino dei Carpazi. La sua variazione idealizzata è „Astur” o „Toghrul”, che possiede dei caratteri degni alle favole, non si trova a nessun posto, uccello mistico, padrone assiomatico del cielo. Come sulla terra il leone è il re degli animali, al cielo, nel regno dello spirituale regna il falco „Toghrul”, nel suo nome più conosciuto „Turul”. La venerazione del falco la troviamo in Egitto, dove un simbolo del Re del Sole (faraone) è proprio il falco Horus, il Falcone-sole, che segnala la sua relazione con il Cielo. Anche alle statue reale di Babilonia mette in risalto il legame con il Cielo, come sulle statue di Partia. Nei secoli dopo nascita di Cristo il falco era l’uccello dello Spirito Santo. Anche nel Medio Evo il falcone è il simbolo dell’ascensione di Cristo, come dell’evangelista Giovanni. Egli è il fecondatore spirituale, il simbolo del mandato di Dio, le sue ali alzati simboleggiano protezione spirituale. Insieme al rito dell’inversione solare e con il far volare del falco della regina era il rito della venerazione del fuoco, il far fuoco sacro, permesso solo con il strisciare di un legno particolare. Il fuoco generato dal legno è la liberazione del fuoco interno del legno, la sua espiazione sull’altare del fuoco. Era proibito soffiare il fuoco, solo farsi vento. Col ferro non si toccava. Pagava con la propria vita colui che si avvicinava sdegnato al fuoco. Il rito del fuoco durava più giorni. Accanto il fuoco sacro vegliavano battendo il tamburo, cantavano, così aiutando la rinascita del Sole. La fiamma della candela, il tizzone del fuoco promuoveva il trionfo della vita sulla morte. Aggiungeva al rito del fuoco l’iniziazione all’elemento del fuoco, il passare sul tizzone, il ballo del fuoco al giorno della nascita della luce nuova. I popoli che hanno custodito le loro tradizioni, hanno fino ad oggi il ballo del fuoco. In lingua “türk” il termine “kara” significa buio, oscurità, il “csony” è l’inversione di qualcosa. Meglio detto è l’inversione dell’oscurità, la nascita del Sole. Kara-Ah-Chon, era la Dea Nera, che porta al mondo il Figlio della luce. Da qui è la venerazione della Madonna Nera in tutto il mondo. Ella è l’immacolata concezione, Maria, la Donna vestita di Sole, ossia la Domina Grande incinta con il Redentore, che ci porta al mondo il Figlio della Luce, aiuta al mondo il Sole rinascente. L’origine dell’albero natale alzato al Natale risale al Cervo-prodigio che porta sulle sue trave le stelle, ed ai rami verdi spuntati, o ai rami sempreverdi, che rappresentano l’inizio del nuovo ciclo di vita. Il simbolo dell’albero natale trova la sua origine all’albero di vita che è il nostro simbolo antico. Si sceglie quale albero natale il pino-luce, che è un albero sempreverde, l’albero dell’inversione, del passaggio, della rinascita, della luce (il lux porta il termine latino della luce, l’albero-luce invece ci porta alla Donna vestita di Sole). All’inizio hanno tagliato i suoi rami con nove o sette piani, simboleggiando i piani del mondo. Le sue foglie argentee dimostrano parentela con la Luna. Alla veglia del Natale, dopo il tramonto si accende la nuova luce sull’albero della luce, sull’albero natale. L’albero era ornato di mela, nocciola, carta d’argento, cappello di angelo, in concordanza con la nostra pianeta, alle orbite astrali, sistemi solari. Il cappello argenteo significava la Galassia. Le candele, gli ornamenti simboleggiano gli astri, i fenomeni astrali e celesti, le luci del cielo. Sulla cima dell’albero si trova l’astro di Betlemme, o stella di Maria. I rami sempre più corti significano le giornate sempre più lunghi, e verso giù i giorni sempre più corti. Le candele che passeggiano dal di sopra verso giù, affacciano la Galassia, una scalinata dal cielo in giù e dalla terra al cielo. L’albero del mondo, della vita è identico con il perno, con il tronco del mondo. L’albero, con la simbologia del cielo che appare tramite il suo ornamento ha il compito di riportare l’uomo smarrito a quel tempo, o stato d’animo, quando il Redentore arriva al mondo, nasce la Luce delle Luci.” ( Árgyusi Imre)
Notizie: * Tra 22-24 novembre si è svolto la XII Giornata dei Medici nella nostra provincia, * Il 10 dicembre è il 60 anniversario dei Diritti Umani Universali (1948), * Il 23 dicembre (martedì) avremo la festa di Natale nell’Ospedale Grande, dalle ore 15,00, * Il 25 dicembre: dalle ore 18,00 santa messa per i benefattori presso il nostro santuario, * Il 28 dicembre: i Piccoli martiri di Betlemme – Martirio di Seimilioni Figlio-feto Ungheresi, festa della Sacra Famiglia, festa comune di tutte le Famiglie Camilliane, compleanno del Messaggio (1997), * Quest’anno il nostro cappellano mi ha affidato tre novizi francescani, studiamo la lingua italiana, * Il nostro Emil in Polonia ha ottenuto la medaglione d’oro, sua sorella Krisztina con il loro gruppo teatrale sono stati a Deva, a far contenti gli orfani del padre Bőjte (francescano), * Esprimiamo la nostra gratitudine all’Ospedale di Pediatria Heim P ál di Budapest, anche tramite il nostro voto natalizio http://www.ringier.hu/szavazas per il loro impegno nei nostri confronti! * Tre anni fa che Tubi, la nostra colomba è arrivata da noi con l’ala rotta, ormai guarita, abita con noi, * Auguriamo con tutto il cuore a tutti Voi, un Santo Natale e Felice Anno Nuovo! Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr. astral.ro http://www.hhrf.org/gyrke/camilliana |