Anno XIV, nr. 138 – 2010 febbraio Reazioni contrastanti delle famiglie (Riquadro n.4) Segmenti dal libro di P. Angelo Brusco, Attraversare il guado… ,
Ho riflettuto spesso sugli effetti opposti che può provocare nelle famiglie la vicinanza a un proprio caro in una malattia grave o fino alla morte. Ho incontrato familiari che mi hanno confidato: la malattia o la morte del nostro caro ha trasformato la nostra famiglia, l'ha resa più forte e più unita, ha riavvicinato alcuni che se ne erano allontanati, ora ci vogliamo più bene e siamo pronti a sostenerci e ad andare avanti più sereni. Altri al contrario hanno denunciato la loro amarezza e ribellione: questo calvario ci ha distrutti, ha disintegrato la nostra famiglia, ha provocato rancori e divisioni, Dio che ha permesso la morte del nostro caro è responsabile anche del male che ne è derivato a tutti noi. Penso che la prova che la malattia e la morte rappresentano per una famiglia porti allo scoperto quanto è già implicito in essa e costringa a fare la verità a tutti i livelli: lo spessore umano dei caratteri, le dinamiche dei rapporti reciproci, il confronto tra le diverse generazioni, la disponibilità a farsi carico gli uni degli altri, la forza nel sopportare le avversità, fino anche alla qualità della fede ricevuta dai genitori e trasmessa ai figli. Le famiglie dove era già presente un certo grado di maturità e soprattutto l'amore tra i componenti, ne escono rafforzate; nelle altre al contrario esplodono le contraddizioni e le inconsistenze già presenti e fino allora taciute. Così anche la fede e l'immagine che si aveva di Dio vengono purificate (Cauzzo D., Luci al tramonto. Famiglie e operatori accanto ai malati terminali, Città nuova, Roma, 2006, pp. 66-67). Il dolore fisico può spesso far scaturire espressioni di forti emozioni e conflitti. L'esperienza della malattia che sradica la normale vita di tutti i giorni della famiglia può spesso portare alla luce non solo gli intensi sentimenti che vengono provati in tali circostanze, ma anche altre emozioni negative che sono state nascoste e represse all'interno del piú profondo della coscienza per un lungo periodo. Dove tali forti sentimenti negativi sono presenti, essi dovranno essere fatti defluire invece che venire affrontati con risposte cristiane» bell'e pronte (Autton N., Vincere il dolore, Città nuova, Roma, 1989, p. 184). Dal capitolo XXII, dello stesso libro: Preghiera coraggiosa O mio Signore, anche se la vita è stanca non animata dalla speranza, mi sveglierò come ho deciso, non rinvierò l'ora del risveglio, non rinvierò di vivere. Anche se la preghiera è lontana, la morsa stringe, e il tempo è vuoto, non mi scoraggerò di donarlo, germinazione invisibile in cui si radica e si edifica la mia fedeltà. Anche se il mio corpo è nauseato di essere uno schermo, di essere utilizzato, assumerò tempo per il corpo, lo laverò, lo rilasserò, godrò del bagno del mattino, detergerò il viso con lozioni e creme che dischiudono idee luminose. Anche se l'apprensione lega il corpo e il cuore, rimuoverò la giornata conclusa, le preoccupazioni, per affidare il mio corpo alla notte e, semplicemente, farlo riposare. Anche se la stanchezza degli «a che serve?» mi fa perdere di vista l'utilità e la motivazione, farò riposare il viso, spazzolerò i capelli e i denti e conserverò, con rispetto, la mia salute non trascurando nulla. Proteggerò la mia vita, la curerò, me ne occuperò, mi darò tempo per la vita. Ti offro, Signore, ogni atto minimo, quello delle più piccole cose. E quando non ho più la forza e il cuore per farle, quando tutto pesa, mi impegnerò a farle comunque, farle con grande cura, farle ancora, farle per te. Il mio cuore ti rende grazie: tu sei colui che in me continua a respirare, a essere in vita, a far sì che io viva.
(Marie Emmanuel)
La trasmissione „Venite da me” dei malati nella Radio Maria compie un anno. L’abbiamo iniziato il 9 febbraio 2009, quasi 50 trasmissioni sono stati fatti finora.
La XVIII Giornata Mondiale del Malato, il 11 Febbraio 2010, Pellegrinaggio del Malati ed anziani presso il santuario francescano di C síksomlyó : Dalle ore 9 del mattino ci siamo preparati insieme ai pellegrini per la santa messa nel santuario : Abbiamo detto la preghiera del mattino, dopo quale abbiamo cantato Si apri nei nostri cuore il fiore della gioia, canto di pellegrinaggio. Ho presentato in breve il significato della giornata: l’apparizione di Lourdes (1858), e la Giornata Mondiale del Malato. Poi abbiamo recitato il rosario per le seguenti intenzioni: 1. per i malati, negli ospedali ed ovunque, 2. per i nostri preti, parrochi, cappellani, 3. per le nostre famiglie, 4. per noi stessi, pellegrini, 5. per i nostri benefattori, aiutanti. Dopo aver cantato il canto Maria, Maria rosa aperta, ho letto la lettera del Santo Padre, Benedetto XVI. La celebrazione eucaristica, che era trasmessa anche da Radio Maria è stata celebrata dal P. camilliano György Alfréd. Al termine della santa messa era distribuito il sacramento dei malati. Il santuario si è riempito di pellegrini malati ed anziani ed i loro accompagnatori, che con la guida del loro parroco venivano da ogni parte con dei pullman.
Auguriamo un Santo Quaresima a tutti voi!
Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr. astral.ro
|