Anno XIV, nr. 148– dicembre 2010 Bisogni e valori ( Riquadro n. 21) Segmenti dal libro di P. Angelo Brusco, Attraversare il guado… ,
Per poter cooperare alla crescita autentica della persona, i bisogni e i valori devono agire in coordinazione. Diversi sono i motivi che giustificano la necessità di tale coordinazione. In primo luogo occorre considerare che i bisogni sono un’energia cieca che può raggiungere il soddisfacimento in una molteplicità di modi. La scelta di una determinata modalità di soddisfacimento dipende dai valori. Il bisogno di nutrirsi, per esempio, può essere soddisfatto in maniera diversificata. Chi è guidato da valori estetici o ascetici mangerà differentemente da coloro che mirano solo ad abbuffarsi. Ugualmente, la persona coniugata, il celibe per il regno dei cieli, il libertino rispondono al medesimo bisogno di amare e di essere amato, ma in modo differenziato, sulla base dei valori che li guidano. Il bisogno di affermarsi socialmente ed economicamente che spinge molti a scegliere una determinata professione, ad esempio quella sanitaria, può essere realizzato in modi contrastanti tra di loro. Se uno è guidato dal rispetto della persona del malato e dei suoi colleghi, cercherà di soddisfare tale bisogno senza essere violento o ingiusto. L'esperienza non dice forse che la causa di tanti comportamenti umani, spirituali e professionali insoddisfacenti va cercata nell'inadeguato rapporto tra bisogni e valori? Perché bisogni e valori agiscano in coordinazione è necessario prendere coscienza dei bisogni fondamentali, distinguendoli da quelli artificiali, e interiorizzare i valori, facendoli oggetto non solo dell’intelligenza ma anche dell’affettività e della volontà.
L’arte di consolare (Riquadro n. 23) L’arte di consolare si deve nutrire di dolcezza, non di asprezza; deve calmare il dolore, addolcire il bruciore, più che provocare turbamento. L’arte medica del corpo ci può dare sicuro ammaestramento, poiché essa sa usare per le piaghe brucianti medicamenti più blandi, atti ad alleviare il dolore. E le ferite prima si leniscono e poi si operano, proprio perché la durezza del taglio non irriti o esasperi la piaga. Dunque, quanto dobbiamo stare attenti, nelle nostre visite di conforto, a non parlare con faciloneria o con superficialità! Per sette giorni è rimasto zitto Giobbe; sono rimasti zitti gli amici, e non avrebbero parlato, se Giobbe non avesse rotto il silenzio per il dolore. Bisogna infatti cercare bene il modo di iniziare, se non vuoi che la tua consolazione sia urtante nella sua espressione. Anche il silenzio può essere una medicina, mentre chi parla troppo prematuramente, può ferire ancor di più. E non è strano che ferisca altri quello stesso che è ferito di frequente, dato che la chiacchiera non va esente da peccato. Infatti il medico sa aspettare il momento giusto per concedere l'ausilio della medicina alle malattie, quando queste hanno superato il loro accesso, perché ‑ così sostengono ‑ una malattia ancora acuta e non matura non contrasti con i rimedi terapeutici, non potendone trarre beneficio. E quanto più dobbiamo noi spiare il momento giusto in cui possa fluire, tempestiva e sanante, la nostra parola, che dia la sensazione, non di rinfocolare il dolore, ma di calmarlo! La virulenza del dolore preme; ne è oppresso il cuore dell'afflitta, che ha perso il marito o figli di morte prematura. Non c'è fretta! Lei non ti sta nemmeno ad ascoltare, prima che non sia scemato l'accesso del dolore. Spesso abbiamo avuto modo di vedere liti, nate proprio da tentativi di consolazione. Sei andato per partecipare al dolore non per provocare liti. Bisogna anche cercare bene l’ordine in cui dire le cose per non cadere in colpa davanti a Dio nell’intenzione di consolare l’uomo. Attento a non dire: “Senti un po’ questo…”, e molte altre parole che non servono, se non vuoi sentirti rispondere: “Ascoltate voi consolatori di disgrazia!” (Gb 16,2). Attento a non suscitare nel dolore altrui la contesa di una disputa frivola. Fa attenzione a non essere assente, quando è necessario; o a non essere sì presente, ma con un linguaggio troppo duro! Che cosa si dica a proposito di tali persone, possa insegnartelo Giobbe: “Mi sono sopraggiunte tutte insieme le più gravi tentazioni; mi hanno circondato con un disegno preciso. I miei fratelli si sono allontanati da me, sono diventati amici di estranei piuttosto che miei. I miei amici sono diventati spietati!” (Gb 19, 12-14). (S. Ambrogio)
Dánél Éva – il forno della gioia La Radio Maria in mezzo a noi consiste nell’essere il canale di comunicazione della “Madre”. Ci annuncia l’insegnamento di Gesù Cristo, condiviso a varie livelli della vita quotidiana, siano di voce umana che della musica. Nascono dei legami dell’anima e dello spirito tramite le onde eteree che talvolta sviluppano anche dei legami personali. Una tale legame è nata per me con Éva Dánél di C síkszentimre/ Sant’Enrico, la madre fantastica, ormai appartenente alla nostra Famiglia Camilliana. Dopo una mia trasmissione nella Radio, mi ha chiamato per telefono comunicandomi che vuole conoscermi. Ero un po’ sorpresa ma sentivo che devo obbedire al suo desiderio. D’allora parliamo quasi ogni giorno per telefono o ci cerchiamo a vicenda se ci avviene tale possibilità. Così è nata l’idea di regalare ai residenti della Casa di Riposo di Gyergyószentmiklós /San Nicolò il dolce (tipo panettone) fatto dalle proprie mani, ripieni di noce, papavero e tradizionale semplice. Era grande l’emozione della preparazione. L’hanno finito proprio a quel momento il nuovo forno privato che l’hanno costruito tramite l’aiuto della Radio Maria. La Radio ha un programma nel quale si apre la possibilità di chiedere aiuto e chi può, possa aiutare. Il signor Giuseppe, padre di otto figli, ormai nonno ha assunto la costruzione del forno, “nel nome del Signore”, come si usa da noi tale fatto a gratis. Dopo la prova del nuovo forno esso lavorava “nel nome del Signore” insieme a sua padrona di casa, aiutata nel regalare dalla sua famiglia. Al fronte del forno l’hanno messo l’immagine della Santa Vergine, conosciuta come segnale dalla Radio Maria, essendo lei la Padrona del forno. I dolci sono riusciti molto buoni ed erano deliziosi. La benedizione della Madre Vergine stava sopra di loro. Dopo la celebrazione eucaristica abbiamo aspettato con emozione il momento di poter offrirli agli ospiti e residenti della Casa che sono radunati a tale festa. Anche il padrone Dánél ha fatto il suo meglio, nella generosità umile ha offerto le bontà fatte dalle mani di sua moglie per la festa. Rendiamo grazie con tutto il cuore per questa generosità e sacrificio con il quale l’hanno reso ancora più bello la festa a tutti quanti, soprattutto per i residenti anziani e malati della Casa che in tal modo l’hanno assaggiato l’amore di una madre straordinaria, amore che va oltre la propria famiglia. Il Signore gli benedica con ricchezza per poter dare anche agli altri che sentono onorati dal loro amore.
Notizie : * L ’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione l o studio della Radio Maria di Csíksomlyó ha festeggiato il primo suo anniversario. Durante la mattinata c’era un raduno con i conduttori, redattori di programma, volontari, poi un programma festiva. Dalle ore 18 aveva luogo la celebrazione eucaristica di ringraziamento trasmessa dalla Radio Maria che ha unito tutti gli ascoltatori, * Con l’aiuto del Signore anche quest’anno festeggeremo il Natale nell’ospedale il 23 dicembre, * Auguriamo Buon Natale e felice Anno Nuovo ad ogni persona umana di buona volontà! Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr. astral.ro |