„Betania: la Casa della Bontà”
Vent’anni fa, nel 1991 si sono iniziati i nostri ritiri per i ragazzi e giovani nell’ambito della parrocchia di Csíksomlyó che più tardi si è arricchito con i malati, handicappati e della Famiglia Camilliana Laica. L’iniziativa proviene da Nagybörzsöny/Ungheria, dove nel 1981 ho partecipato al mio primo ritiro all’invito degli amici di Budapest. Qui, per me erano tre cose che hanno determinato il ritiro: prima di partire da Budapest, nella chiesa della Piazza della Pace abbiamo fatto la via crucis, avendo io da meditare la stazione XII. A Nagybörzsöny il parroco ha salutato la chiesa nel modo seguente: „Salve. Sei una chiesa? – anch’io ne sono…”, e mi è venuto a sapere qui che la Madonna appare a Medjugorje. Questi rivelazioni mi hanno aperto le prospettive alla sequela di Cristo.
All’inizio dei nostri ritiri non era difficile scegliere il quadro. Betania era il posto dove secondo il vangelo di Giovanni il Signore Gesù andava in visita volentieri a Marta, Maria e Lazzaro (l’evangelista dedica un intero capitolo alla risurrezione di Lazzaro, Cfr. Gv 11). L’unità di questi tre fratelli è diventato il modello di sequela di Cristo per noi nelle varie tappe di vita: Marta la casalinga sempre muovente che però svolge una conversazione di grado alto col Signore, Maria è l’osservatrice silenziosa, che aspetta e ascolta Gesù, e Lazzaro che sta sempre in mezzo a noi quando „qualcuno è malato” e bisogna chiamare il Signore. Il primo luogo di ritiro era a Marosfő nella casa del padre lazzarista Dr. Ébner Jenő che il natale del 1989 è diventato martire della carità, da lui siamo partiti.
La base dei nostri ritiri era la qualità di vita cristiana, la dignità umana. All’inizio degli anni 90 questi suonava ancora un pò’ strano tra gli adulti ma i ragazzi si sono ben’ orientati entro tali termini. Abbiamo costruito il futuro, l’abbiamo sognato. Lo star’ insieme entro giovedì e domenica si svolgeva a due livelli: l’organizzare della vita fisica, il cibo, l’alloggio cioè nel fare le cose quotidiane e nel programma spirituale. Un tetto ci era data sempre (Marosfő, Homoród, Szeltersz, Hargita, Csomortán, Zsögöd…), nel quale abbiamo sistemato la dimora della Bontà, la Betania. Ogni partecipante portava un’ etichetta, sul quale stava il motto: „Betania: la Casa della Bontà”, sotto la quale era scritto un passo dal Nuovo Testamento e giù il nome del partecipante. All’invito di Cristo, dignità di Cristo. Con queste preparazioni ci siamo entrati nel „santuario”, dimora del nostro spirito, cioè nel tema del ritiro. Abbiamo nominato i gruppi dei ragazzi secondo il loro età: quelli del I-IV elementare (ma anche più piccoli) erano le „api”, i „collaboratori” di Dio, mentre quelli del V-VIII classe formavano la famiglia numerosa dei frutti maturanti, i cosiddetti „facciamoci dei frutti a Dio”. Ai giovani invece abbiamo avvicinato il tema eletta con serenità dei giovani adulti tramite il gruppo „silenzioso”. In seguito abbiamo diviso i partecipanti nei piccoli gruppi per far arrivare tutti a tutto. Abbiamo preparato i cibi insieme, che l’abbiamo insaporito fino a quando piaceva a tutti. Al solito si creavano duri calli sulle mani a causa del tagliare di pane. Abbiamo curato le malattie nel modo da casa, con rimedi naturali. Prima e dopo i pasti abbiamo pregato insieme, e nel mangiare delle rimanenze dei cibi, detti „rimanenza dei santi” ho dovuto stare di frontiera, superare le prove dei birichini. „Il perdonare è dovere” è diventata una legge fondamentale per tutto il soggiorno dei ritiri.
Abbiamo fatto l’elenco dei partecipanti, così si può seguire la strada di ciascuno percorsa durante gli anni sotto la guida della Scrittura. L’età dei partecipanti durante i 32 ritiri variava entro 4 mesi e 72 anni, con 40-100 persone.
Accanto la vigilanza degli „angeli custodi”, i ritiri avevano tre movimenti importanti: 1, il pregare insieme il rosario, imparando come essere attenti alla voce dell’altro (anche accanto il fuoco del campo): ciascuno recitava la prima parte dell’Ave Maria, anche se balbettando, 2, il fare dei fatti benevolenti quando i partecipanti insieme ai loro guida andavano in missione dalle case dei dintorni (così l’abbiamo visitato i bambini abbandonati dell’ospedale), e 3, il bruciare della zizzania del sabato sera. Quest’ultimo significava il raccoglimento dopo il fare del bene allegramente, quando l’abbiamo messo in atto il desiderio di purificazione ed ottenere „il grano puro”, bruciando tutti i pensieri che ci ostacolavano nella crescita spirituale. Dal ritiro così si portava a casa solo il bene, il grano puro.
Dopo vent’anni ormai si sono maturati i frutti, tramite il lavoro operoso delle api, i nostri ragazzi e giovani si sono diventati degli „alberi” maturi portatori di frutti abbondanti, con i quali è gioia incontrarci e ricordare quei giorni pieni di sole quando abbiamo sognato insieme il presente.
(Cfr. „Mondo di Cristo”, settembre 2011, 9)
Il frutto del nostro XXXIII ritiro: una nuova camilliana, membro della nostra FCL
Entro l’8-11 settembre (giovedì-domenica) di quest’anno si è svolto il nostro XXXIII ritiro in „Betania: la Casa della Bontà”. Dopo cinque anni di pausa, grazie a Dio, siamo riusciti ad organizzarlo, poi lasciarci abbandonare totalmente allo Spirito Santo ed alla Madonna, perché all’ultimo momento eravamo costretti di cambiare il programma. Non potevamo andare alla Pensione Deáky di Gyimesbükk a causa del freddo improvvisamente arrivato ed a causa che tante persone potevano venire solo alla seconda parte del ritiro, così ho dovuto fare anche la padrona di casa.
Il tema di quest’anno era il modo di vedere di San Camillo. Il patrono dei malati, degli ospedali e degli operatori sanitarie, che sé stesso malato sofferente – diventando sacerdote per poter curare i poveri malati -, ha sviluppato un modo di comportarsi e conforme a questo un modo di vedere. Tale modo di vedere era da avvicinare secondo l’esperienza di vita, vocazione, professione, tempo e personalità di ciascuno di noi, personalmente. I „collaboratori” erano preparati in questo modo.
Ringraziamo il Signore, per la gioia della nostra Famiglia „San Camillo”, ci siamo arricchiti con una nuova camilliana, la signora Dánél Éva (marito János), proveniente da Sant’Enrico. Ci siamo conosciute tramite la Radio Maria, attraverso il programma per i malati e sofferenti „Venite a me”. Abbiamo già scritto su di lei nel nr. 148, dicembre dell’anno scorso, Dánél Éva – il forno della gioia. D’allora ha conosciuto la spiritualità straordinaria di San Camillo e si è innamorata di essa. Pian piano è nato il desiderio di diventare anche lei camilliana. Così, come culmine del nostro ritiro il 10 settembre, sabato sera abbiamo festeggiato la nostra nuova compagna nel santuario della Madonna e ci siamo dedicati nuovamente alla Sua protezione. Il ritiro l’abbiamo concluso con una cena festiva.
Notizie:
* Salutiamo con affetto il numero festivo, a colori, della rivista mensile familiare „Mondo di Cristo” in occasione del suo primo anniversario della sua apparizione,
* La Pax Romana invita tutti gli interessati anche quest’anno ad Alvinc, accanto Alba Iulia al suo incontro professionale tra 13-15 ottobre, quest’anno sul tema della cura dei malati,
* Auguriamo ogni bene ai nostri scolari e gli assicuriamo delle nostre preghiere tutti quanti, affinché possano affrontare ogni ostacolo anche in quest’anno scolastico, insieme ai loro professori.
Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr. astral.ro http://www.hhrf.org/gyrke/camilliana