Anno XV, nr.
158 – ottobre 2011
Patrona Hungariae
L’ottobre è il mese del rosario. Nei giorni quotidiani è il tempo del rendiconto della raccolta, del frutto, la valutazione dopo un anno. Si svolge ancora un’attività convulsa nelle fattorie, fino a quando tutto non viene portata a casa.
A noi, ungheresi è anche il mese della Nostra Madonna, della Patrona Hungariae. Il re Santo Stefano a Lei ha affidato la sua corona insieme il popolo al tramonto della vita reale, quando il destino aspro gli ha tolto dalle mani tutti i figli, eredi. In tal modo un re, ha offerto per prima volta il proprio paese, i simboli del potere e nazione alla protezione celeste, personalmente alla propria Madonna. La festa si ricorda l’8 ottobre, che viene celebrata in modo straordinario nelle chiese a Lei dedicate.
A me ci sono tre chiese nelle quali mi trovo a casa: il mio villaggio natale, Budapest e Roma, dove il mondo si coagula ad un solo punto attorno la Patrona Hungariae.
Sono cresciuta a Csíkcsomortán, dove si trova finora la nostra casa. La chiesetta del villaggio è stata bruciata tanto tempo fa, lasciando il suo luogo finora vuoto. La popolazione ha cercato di otto volte costruire di nuovo, invano. Gli anziani dicevano: „L’ha tolto la guerra”. Sua piccola campanella però l’hanno messa ad un posto così alto da dove poteva dissolvere anche il temporale più severo. Tante volte ho visto questo. La costruzione della nuova chiesa l’hanno iniziato prima ancora del cambiamento politico, quale cappella di campo santo. Ha ricevuto il nome Patrona Hungariae. Il luogo, dove l’hanno costruito la chiesa, era un posto privilegiato per me nell’infanzia. Da quest’altitudine l’ho accompagnato il tramonto del Sole, guardando la vita silenziosa del villaggio nell’atmosfera e nei colori variabili delle stagioni. Nel giardino della chiesa si trova il cimitero. In fondo al giardino si trova una sorgente che oggi serve al benefico dell’acqua potabile per la popolazione. Qui, da piccola ho sperimentato la presenza straordinaria della Madonna, per tutta la vita.
La seconda chiesa dedicata alla Patrona, Hungariae è quella di Budapest situata nella Roccia. Avevo occasione vedere ancora nel 1990 il muro grosso divisorio con il quale era chiusa dalla gente, poi fino a 2007 mi ospitava nel bisogno, i padri paolini mi hanno accolto quale loro figlia in questa chiesa. Il padre Imre Csanád mi è diventato padre al posto del mio papà. Anche dopo il suo mutamento a Pécs, poi a Márianosztra ha mantenuto quest’incarico fino ad oggi. Qui, in mezzo a loro ho passato tante ore belle, nell’ambiente sacro, secondo quale si può caratterizzare il Regno, come: stima, onestà, amore di Cristo e bontà, sincerità fraterna e umore, e mi sono addomesticata con la formazione perpetua non solo ne avevo parte di essa. La „tuttofattrice”, potrei dire che la „serva della Chiesa” di quel periodo era la signora Herpy Mária (madre di sei figli!) che all’inizio dei miei studi a Budapest mi ha accolto nella sua casa, amicizia e famiglia (Tanto tempo fa il provinciale francescano Écsy János e la signora András Pirike svolgevano la stessa funzione fino la loro morte). Penso che la Chiesa in Roccia, che si è rinnovata davanti ai miei occhi durante gli anni, mettendo sopra di essa la gigantesca croce, poteva divenire il mio secondo domicilio, perché l’hanno fatto di essere tale le persone soprannominati con il loro lavoro devoto e saggezza che passava oltre i problemi quotidiani.
La terza è la cappella che si trova nel sotterraneo della Basilica San Pietro di Roma. Anche questa mi ha ospitato durante gli anni di studi. Il visitatore può andarsene davanti ad essa, perché si apre da un corridoio che sempre è chiuso. Là, può entrare colui che conosce dove si trova, andando durante le ore aperte o, chiede le chiavi dalla sacrestia. La cappella si trova dietro la tomba del papa Paolo VI, visto che egli ha regalato quel luogo agli ungheresi al posto di quello avuto, dove l’hanno costruito la sacrestia attuale. Egli diceva: „Do questo luogo agli ungheresi, sapendo che loro pregheranno per me”. La cappella in sé è un capolavoro. Rende vivo i momenti più belli degli ungheresi, come la statua immensa di bronzo che esprime l’offerta del re Santo Stefano alla Madonna. Colui che alza lo sguardo al volto sofferente dell’anziano re, perso tutti i figli, può leggere da esso la storia millenaria della nazione. Le due parti della cappella sono ornati da bassorilievi, anche qui possiamo imparare molto su noi stessi dai nostri antenati eroi, santi. Durante i miei anni di studi al solito recitavo le letture festive che mi riempiva con gioia straordinaria, a volte anche con angoscia, mettendomi di fronte ai miei ex professori come i futuri vescovi Erdő Péter (card.) o Veress András.
Sono grata infinitamente al Buon Dio che potevo essere figlia della Patrona Hungariae, dovunque mi portava la mia sorte, che la Madre celeste mi ha provveduto in ogni circostanza. Infatti, Ella ci prende sul serio, come diceva anche il Santo Pio: „La Madonna non ha dimenticato il suo erede, la nazione ungherese”, perciò possiamo „essere allegri”, „ci aspetta ancora un futuro felice”.
ROMÁNIAI MAGYAR
PAX ROMANA
SALUTE, MALATTIA, FEDE, GUARIGIONE – Giorni di studio, 13–16 ottobre 2011, Alvinc–Gyulafehérvár(Alba Iulia) - Alloggio e vitto ad Alvinc, nella Casa Pongrácz István
Relatori: Dr. Bakó M. Hajnalka assistente pastorale, Réti Tamás catecheta, utente di consulenza del magistero pastorale, Dr. Váradi István medico, Dr. Vik János aggiunte universitario, logoterapeuta
PROGRAM
13 ottobre. (giovedì):
14.00 – 19.00: Accoglienza, cena, 19.00: Santa messa
14 ottobre (venerdì):
Meditazione mattinale, 10.00: Apertura festiva, presentazione della tematica del giorno di studio, 10.30: Réti Tamás, Guarigione, guaritori nel contesto biblico, 11.30: Pausa, 12.00: Dr. Vik János: Visione olistica del corpo, anima, spirito nel tema della salute-malattia 16.00: Tavola rotonda con i relatori ed invitati
15. ottobre (sabato):
Meditazione mattinale, 9.30: Dr. Váradi István: I giorni quotidiani della relazione di guarigione – sfide, ostacoli e possibilità nel lavoro del medico di famiglia, 10.30: Pausa
11.00: Dr. Bakó M. Hajnalka: Il ruolo dell’assistente pastorale nel servizio dei malati
12.00: Le relazioni degli altri assistenti ospedalieri pastorali, vocazionali e volontari, tavola rotonda conclusiva. Nel pomeriggio visita della città dell’arcidiocesi 18.00: Messa solenne conclusiva nella cattedrale di Gyulafehérvár, celebra l’arcivescovo, Dr. Jakubinyi György
Invitiamo con affetto i nostri membri ed interessati, chiedendoli di farci annunciare in tempo il loro arrivo.
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