Anno XVI, nr. 167 – luglio 2012 I pantofoli di San Camillo Il patrono dei malati, ospedali ed operatori sanitari ha vissuto in Italia tra 1550 – 1614. Dopo un inizio di vita guerriera, l’amore di Dio Onnipotente ha gidato la sua sorte verso i malati e sofferenti. Non era facile neanche per lui tracciare la strada che aveva incamminato durante la sua vocazione, ma leggendo bene „i segni dei tempi” la sua perseveranza lo ha tenuto fermo. Il servizio di carità verso i malati ha praticato a Roma, all’inizio quale francescano, però a causa della ferita inguaribile sulla gamba non poteva rimanere nel convento. Dopo aver compiuto i studi teologici, da sacerdote, per 30 anni ha curato i malati presso l!ospedale di Santo Spirito, tra la basilica di San Pietro e fiume Tevere. Il Santo doveva compiere una faticosa strada fino la fondazione dell’Ordine e fino la sua stabilizzazione. Ci voleva rigorisità seria da soldato fondare e mantenere l’Ordine dei Ministri degli Infermi, che l’hanno nminato secondo il fondatore, camilliani. Il Fondatore faceva la strada sempre a piedi, da casa, dal convento costruito accanto alla chiesa della Maddalena, nella vicinanza del Pantheon, fino l’ospedale. Egli serviva davvero. Serviva il Cristo in ogni suo malato. Prendeva sul serio quello che ha detto il Signore: „… il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Cfr. Mt 20, 28). Nel servire però si deve camminare tanto, rimanere in piedi, tenersi duro... Mi venivanio in mente simili pensieri studiando la vita di San Camillo, paragonandolo con il percorso della mia vita, eventi, identificando i passi talvolta molto uguali. Se mi fa pensare il travaglio della grazia nella crocevia delle sfide, non è difficile scoprire le relazioni tra le cose ed il destino della persona. Forse per questo mi sono soffermata a lungo nel „cubiculo”, ex stanza d’infermeria nel tempo di San Camillo, oggi cappella, luogo sacro, riservato ai religiosi camilliani per la loro preghiera giornaliera, se potevo, sola, fatto rimasto fino ad oggi, se talvolta mi capita. In tali momenti mi lascio incantare dagli oggetti sacri, reliquie che provvengono dal Santo „Gigante della Carità”. Le reliquie portano sempre qualcosa che è itangibile per le mani, però raggiungibile per il cuore, per l’anima. Il cubiculo comprende due stanzette, quella interiore è la cappella con l’altare, con la reliquia del cuore di San Camillo, maschera funeraria, le pitture murale del suo transito. Il Santo si è preparato qui, all’incontro ultimo col Signore Gesù e ha consegnato la sua anima al Creatore. D’allora tal luogo è per i camilliani il luogo della preghiera del breviatio comune. Nella stanzetta exteriore sono esposte le cose del Santo, i vestiti personali e da sacerdote, la croce da quale il Signore Gesù l’aveva soccorso il pensiero della fondazione, lettera testamento che l’aveva scritto un mese prima della sua morte, lettera spirituale, scritto con quattro giorni prima di morire, il manto, berretto ed anche i pantofoli. Mi è capitato una volta, finendo il rosario nel silenzio della cappella, mi sono pensata a lungo, chi sa, a quale compito mi ha invitato il Signore? Volevo vedere per un attimo il futuro, dove mi condurrà l’amore dello Spirito Santo, camminando nelle orme di questo Gigante, nella sequela di Cristo? Per un istante mi sentivo troppo piccola accanto a lui. Sentivo che mi può prendere facilmente lo scoraggiamento, essendo la santità un privilegio degli altri, io sto tanto lontano da esso... Il mio sguardo si è fermato sui suoi pantofoli. Erano logori, strapazzati, testimoniavano tanto lavoro sacrificato dal “Gigante della Carità”. Mi chiedo se potrei misurare la mia gamba alla sua? Prima ancora di avrei potuto andare avanti nella ricerca di una scappatoia per la falsa umiltà, mi sono ricordata la poesia del nostro caro poeta, Kányádi Sándor attorno la visita nella torre cionco di Nagyszalonta, col titolo Il cappello di Arany János. Sorridendo dentro di me, mi ha incoraggiato il pensiero che non solo io sono condotta dalla curiosità di provare, se „i grandi” che mi hanno preceduto nel cammino, come si sono misurati ai più grandi di loro, ho preso coraggio e ho misurato la gamba ai pantofoli di San Camillo. Una rivelazione commovente mi ha traumatizzato, similmente al poeta: i pantofoli sono stati misurati ad un gigante e per un servizio di carità gigante. E’ stato svelato la mia curiosità… In questo momento si poteva anche finire la storia, se non mi ricordo al proseguimento, che il poeta aveva formulato alla fine della sua poesia: „Non mi preoccupo, crescerò comunque”.
Luglio, il mese di San Camillo – sua festa il 14 luglio
Luglio è il mese di San Camillo, quest’anno – anno del cuore – possiamo avere parte in tre grandi eventi: due ritiri spirituali e ci è stato dato la gioia di un’ordinazione sacerdotale camilliano. I due ritiri spirituali ci fanno conoscere le norme evangeliche della cura dei malati, così, come il patrono dei malati, ospedali ed operatori sanitari Camillo de Lellis ha fatto conoscere sia per la chiesa che alla società. Tutte e due recitano le parole del Gigante della carità: “Più cuore in quelle mani, fratelli!” I ritiri saranno tenute nel quadro ben conosciuto “Betania: la Casa della Bontà”. Betania ha iniziato 21 anni fa, tra 18-21 luglio ed i due ritiri di quest’anno saranno i 34 e 35-simi. Tra 13-15 luglio a Szőkefalva, che comincia, venerdì, dalle ore 16,00 presso il santuario della Madonna della Luce. Tra 20-22 luglio a Székelyudvarhely, che comincia venerdì, dalle ore 10,00 nella Casa dei Ritiri San Pio. Tutte e due finiscono domenica, alle ore 17,00. I ritiri sono di carattere d’insegnamento, informativo-formativo, parlano non solo per la mente bensì rivolgono al cuore, all’anima del partecipante. Vogliamo contattare prima di tutto gli operatori sanitari, però sono invitati tutti quanti che sono toccati in qualche modo dal tema della salute-malattia, chissà curano un figlio eppure un genitore malato, o sono loro a soffrire di qualche trauma spirituale non ancora risolta. La tematica dei ritiri abbraccia sei grandi temi: 1. L’uomo malato, 2. Colui che cura, 3. Il Gigante della carità, San Camillo, 4. La spiritualità di San Camillo, 5. Come sviluppa la competenza dell’operatore sanitario secondo la spiritualità di San Camillo?, 6. Formazione perenne. Le relazioni saranno presentati tramite proiezione di PowerPoint, per poter rendere ancora più efficace la comprensione del tema e tramite immagini e pitture ancora più vivo il suo messaggio. Si può iscriversi al ritiro di S zőkefalva a Vári Gabriella: 0754 457 545, e-mail: gabriella@fenykiralyno.org, o tramite la parrocchia, per il ritiro di Székelyudvarhely a Molnár Melinda: 0755 489 743, e-mail: hegyeklanya@gmail.com . Ordinazione sacerdotale camilliano: Kovács Levente Gyula sarà ordinato al servizio dei malati e sofferenti dal vescovo Tamás József il 28 luglio, presso il santuario di Csíksomlyó. La sua prima messa sarà tenuta giorno dopo, il 29 luglio, presso la chiesa di Santa Croce di Csíkszereda. Sono invitati tutti quanti che hanno compassione per il servizio misericordiosa dei malati e dei sofferenti. Kovács Levente Gyula naque a Csíkszereda, iniziato i studi nella città natale, proseguimento a Budapest. I studi teologici ha compiuti a Roma presso l’Università Lateranense. Suo motto : „I nfatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero” (1Cor 9,19). Rendiamo grazie per lui a Bun Dio, e preghiamo perché sia guidato dall’amore misericordioso secondo il cuore di San Camillo nella sua vocazione sacerdotale, religioso e nel servizio dei malati. Comunico tristemente che hanno cancellato l’ex sito diocesano, e con esso il Messaggio (dal 1997) Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr. astral.ro
|