Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XVI, nr. 168 – agosto 2012

„Di che ti affligi, o pusillanime …”

Tale affermazione potrebbe essere posta anche a me davanti a qualsiasi decisione importante. Umanamente, non è facile prendere una decisione vitale. Penso che non solo per me è così…

Sempre ho ammirato tale capacita nella vita dei grandi santi. Certo mi è scappato dal percorso del comprendere il combattimento di trovare la strada, la tanta esitazione che ha preceduto la decisione, cioè „la fatica del sudore”. Senza questo però potrebbe essere facilmente frainteso il vero volto di un Santo. Potrei pensare che gli andava tutto bene, essendo „santo” di partenza. Poi, pian piano si svela la veritá. Quell’uomo è diventatao santo proprio sotto quel peso che l’ha reso capace a compiere quell’impegno che ha realizzato durante il percorso della sua vita.

Si può seguire tale cammino passo al passo anche con San Camillo (1550-1614), patrono dei malati, ospedali ed operatori sanitari. La santità non è stato neanche a lui un salto, bensì ha dovuto percorrere tanta strada faticosa tramite tante sfide e talvolta ha dovuto trovare sé stesso in mezzo a varie situazioni contradittorie, trovare la soluzione migliore nelle cose che sembravano infattibili.

La fondazione del suo Ordine era così. All’inizio, quando da soldato che divenne francescano si è costretto alle cure ospedaliere a causa della ferita sulla gamba e durante gli anni lunghi lentamente si maturavano nella sua anima le norme evanghelice per la cura dei malati, si è confrontato con dure mure con tale pensiero. Nella chiesa cattolica, dopo la riformazione si poteva ottenere solo molto difficilmente il privilegio della fondazine. Camillo era abituato alla lotta, suo padre capitano personalmente gli ha insegnato il come lottare. Tale modo di vivere egli ha cambiato nella forma onesta del curare i poveri infermi secondo il Criso. Voleva misericordia, non vittime, come gli ha insegnato il suo Maestro (Mt 9, 13). Chi potrebbe dire, quante ore hanno passato in conversazione col Signore…? Quando il suo tentativo di fondare si è soffocato per prima volta, perché da laico non poteva curare nel senso evangelico nell’ospedale di Roma (San Giacomo), ha capito i „segni dei tempi” e si è dedicato, ormai da adulto, al servizio del sacerdozio, avendo l’età di Cristo. L’hanno ordinato sacerdote il 26 maggio 1584. D’allora poteva pensare alla fondazione. All’inizio voleva soltanto „un’associazione di uomini pie e di bene”, ma dopo, come da prete ufficiale della chiesa, poteva portare avanti il suo desiderio interiore, suscitato dallo Spirito Santo.

Era la veglia dell’Assunzione, il 14 agosto, quando meditava su questo ed il suo amato Gesù l’ha visitato improvisamente. San Camillo portava sempre con sé ovuque andava la croce, che egli chiamava semplicemente il Crocifisso, e la Madonnina. Ora il suo amato Crocifisso ha rivolto la parola verso di lui. Si è distaccato le breccia dalla croce e ha parlato al suo amico pieno di pensiero della fondazione: „Di che ti afflidi o pusillanime, continua l’impresa perché io ti aiterò e sarò con te, perché questa è opera mia, non tua”. Penso che al santo futuro si è bloccato la respitazione in questo momento. Colui che ha avuto un’esperienza nella sua vita, non si stupisce se cade tutto dalle mani e il tempo si ferma in simili situazioni. L’apparizione si è ripetuto ancora una volta nel sonno. Niente poteva mai dirottare dal suo desiderio della fondazione, anche se lo stesso Filippo di Neri, essendo il suo confesore gli ha messo davanti una decisione di dura prova. San Camillo fondava un ordine religioso secondo il suo cuore, cioé l’Ordine dei Servi degli Infermi, essendo già maturato in lui il come operare secondo lo Spirito del Signore la pratica della misericordia verso i malati e sofferenti.

San Camillo aveva due grandi rivelazioni nella sua vita, la priam a 25 anni il giorno della Presentazione, quando ha riconosciuto il suo posto nell’ambito di Dio e come risposta alla chiamata, si è dedicato totalmente a Dio, la seconda alla veglia dell’Assunzione, attorno la visita del Signore. Tutte e due collegati alla Madonna. Dopo questi incontri mette giù le norme evangeliche sia per la Chiesa, che vesro la società civile, nel quale si trova un posto privileggiato il curare con l’amore del cuore di madre. L’incoraggiamento ricevuto dal Signore però, potrebbe essere una fonte di coraggio a chiunque che si trova davanti una decisione importante nella sua vita.

 

Balogh Zalán

 

Nei primi giorni di luglio mi ha colpito la notizia dei miei cari amici che il loro figlio di 26 anni, Zalán si è scomparso il 28 giugno, tornando a casa dalla Swizzera.

Gli amici Balogh Béla e sua moglie Emese vivevano a Kolozsvár nel servizio pastorale protestante per lunghi anni. Ci siamo conosciuti tramite la cappellania ospedaliera ed il nostro insieme divenne fratellanza. Loro possono dichiararsi felicemente genitori a sette figli propri, Zalán era il terzo. Sempre ho ammirato la loro freschezza, amabilità. Una volta non potevo conquistare biglietto né per il treno, né per l’aereo per Düsseldorf. Volevo partecipare alla conferinza internazionale, interculturale di pastorale, ma sembrava di non riuscire. Emese, quando ha saputo il mio problema, subito mi ha offerto il suo biglietto d’aereo, dicendo che io devo essere presente là, perchè sono io che svolgo il servizio pastorale sanitaria, ella aiuta „solo” il suo marito. Sua generosità mi ha colpito. Certamente non l’ho accettato, però mi ha aiutato di lottare per la riuscita della mia presenza. Alla fine, arrivando a Düsseldorf, ho visto con gioia che una suora missionaria evangelica gli ha accolto nel suo appartamento soltanto per „simpatia” nei loro confronti. L’hanno meritato. Un altra cosa per la quale sempre le ho rispettato, era il contatto straordinario con i loro figli. Ciascuno di loro suonava ad uno strumento musicale. Anzi, secondo l’abitudine delle famiglie sacerdotali protestanti, per le vacanze, hanno cambiato „figli” con altre famiglie dalla Swizzera o da altri paesi occidentali che lo stesso suonavano e così „l’orchestra familiale” ha varcato la soglia del paese e per la meraviglia degli ospiti improvvisamente arrivati si è animato nel loro domicilio, se si voleva, proprio l’epoca barocca.

Adesso però mi ha colpito la notizia. In certo qual modo ho sentito cattiva ventura, purtroppo non senza realtà. Hanno messo in moto ogni organizzazione ufficiale, dove ho potuto ho aiutato, ma senza risultato. Zalán no si è apparso mai più, ed è triste che „nessuno lo ha visto per ultima volta…” L’estero lo ha affasciato in nebbia e lo tiene nel silenzio profondo. Resta solo la speranza animatrice.

Nel nome della famiglia Balogh chiedo con umiltà tutti quanti di pregare per Zalán e di condividere questa notizia con gli amici e giornali locali, se per caso qualcuno avrebbe la possibilità di fare qualcosa per lui. Ringraziamo di cuore ogni intenzione di bene!

 

Mia cittadinanza Ungherese :

 

* Dal 16 agosto sono diventata ufficialmente anche Cittadina Ungherese. Grazie Terra-madre, Ungheria che mi ha riaccolto nel corpo del Paese di Maria, Regnum Marianum. Con tale gesto mi ha onorato non solo me, bensì anche mia famiglia, soprattutto mio Padre di felice ricordo, che purtroppo non ha potuto vedere in vita tale giorno magnifico. Quando chiedevo la sua data di nascita presso la parrocchia di San Pietro di Csíksomlyó, ho dovuto sapere che non esiste, solo quello del morire, perché le autorità l’ha fatto scomparire tutta la matricola, rendendo così inesistenti i nostri antenati.


Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr. astral.ro


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