Anno XVII, nr. 181 – settembre 2013 Göttingen, la „ Città del Sapere ” Quest’anno, tra 15-20 agosto è svolto a Göttingen „Città del Sapere” la Conferenza Europea della Cura Pastorale e Counselling che si organizza ogni quattro anni. Gli organizzatori mi hanno onorato anche me con il loro invito. Eravamo tre ungheresi, io da Transilvania, cattolica e due persone dall’Ungheria, protestanti. La conferenza precedente era tenuta a Leuven di Belgio. Leuven è un centro universitario cattolico, Göttingen è luterana. Anche qui è presente il cattolicesimo, però la maggioranza è protestante. Il paese è simile all’Ungheria oltre il Danubio, con le sue colline. L’aria è più fresca della nostra, arrivano i correnti oceanici, così tutto era verde in agosto, mentre a noi tutto era già bruciato. La Conferenza Europea della Cura Pastorale e Counselling l’ hanno stabilito quarant’anni fa, quindi avevamo anche un incontro giubilare. Il nostro tema aveva grand’ significato per ciascuno di noi, „La cura pastorale tra barriere e frontiere”. L’Università Georg-August accoglieva il nostro insieme. A me, quale assistente pastorale ungherese di Transilvania era impressionante quest’Università. Qui ha studiato il noto matematico ungherese, Bolyai Farkas (insieme a Gauss), ed il grande linguistico ed orientalista di Transilvania, Kőrösi Csoma Sándor, che proprio da qui si è partito verso Tibet. Entrare nella sequela di questi grandi antenati era un onore enorme. Ho portato con me l’opera biografica di Kőrösi Csoma Sándor, La grande viaggio di Korda István. Avevo bisogno di tale approfondimento in questa situazione storica. Quando i nostri antenati studiavano, Göttingen giocava un ruolo importante sul campo della cultura europea, colui che voleva prospettive più grandi, „ha messo il piede” nella „Città del Sapere”, come finora si nomina sé stessa. Lo spirito del posto irradia serenità, buona disposizione, la vita svolge secondo la puntualità tedesca, ben pensato, non lasciato a caso. Il traffico è moderato, non come nelle grande megacittà (non ha aeroporto), però no ho visto mai così tante biciclette come qui, neanche in Leuwen, la loro moltitudine mi sembrava di formare dei boschi. Accanto gli antichi edifici dell’Università hanno costruito dei nuovi per le nuove facoltà, così la nostra conferenza si è svolta nel nuovo campus, ma l’accoglienza e la prima relazione è stata tenuta nel vecchio edificio, chiamato “Aula”. L’Università ha il proprio giardino botanico, che è aperto al pubblico, vale la pena fare una passeggiata in esso, l’uomo si scorda facilmente del tempo. La costruzione delle relazioni è stata ben organizzata: una relazione veniva seguita da un commento. In tal modo abbiamo ricevuto un immagine ancora più vasta sul tema trattato. Nel pomeriggio poi, abbiamo disputato le nostre esperienze personali nei piccoli gruppi. La lingua officiale della conferenza è l’inglese. Al mattino e la sera ci siamo radunati per la preghiera comune presso la chiesa protestante che era vicino, la domenica invece nella chiesa dell’Università, con partecipazione ecumenica. Abbiamo avuto due concerti notturni in due chiese bellissime. Mi è venuto a sapere nella chiesa di San Giacomo che egli è chiamato il protettore dei viaggiatori. Come eravamo a soli quattro chilometri dalla frontiera che separava i due paesi della Germania, abbiamo visitato anche il campus dei profughi a Friedland. Dal 1989 ha aiutato circa quattro milioni di persone a socializzarsi per la società tedesca. Qui ci hanno chiarito che non tutti vengono accolti dal paese, e la situazione dei profughi viene ricercata secondo regole severe. Anche a Göttingen funziona un ufficio per i profughi, dove abbiamo sentito una testimonianza personale sul come del scampo e dell’accoglienza. Tra numerosi gite ho scelto Erfurt, città di Santa Elisabetta d’Ungheria, del maestro Eckhart e di Lutero, dove abbiamo visitato le orsoline ed il monastero degli Agostiniani luterani, poi in un osteria carina abbiamo mangiato pesce fritto con cornetto salato. Abbiamo prazato peraltro presso la mensa dell’Università, dove ci hanno tenuti bene. A suo tempo non lamentava neanche Kőrösi Csoma Sándor, però la sua modestia sorpassava anche il suo sapere. Dieci persone di noi ci hanno alloggiato presso l’Ospedale Luterano, reparto Hospice, i nostri costi di permanenza sono stati accolti dalla Chiesa Luterana di Hannover. Per me era onorifico, che ho potuto consegnare i miei quattro volumi di preghiera per la biblioteca dell’Università. Alla cena conclusiva festiva presso il Klinikum, abbiamo condito l’allegria con una grappa ungherese di pera, esprimendo la mia gratitudine per l’accoglienza degli organizzatori e l’amicizia di tutti i partecipanti, essendo grata per ogni bene e grazia che ho ricevuto .
Il lutto E’ passato un anno da quando mia Mamma, la Regina-madre è passata all’altra vita. Ha volato a casa nell’abbraccio del Buon Dio, nella patria eterna. Non mi ha lasciato essere triste a lungo, un giorno dopo mi segnalava già. Rievoco Il Messaggio di un anno fa: “Parliamo tutti i giorni, nell’anima, come quelli che „comprendono a vicenda”. Ho passato in preghiera anche la notte seguente del suo transito. Ho contemplato la Genitrice vergine di Dio…, preghiera che mi ha fatto lei imparare e che l’ho offerto sempre per lei. All’alba sognavo, sveglia. Parlavo con sua anima. Mi disse: „Mai ho sentito cantare gli uccelli come adesso…” – meravigliando al vissuto. Tale meravigliarsi ci ha lasciato, sorridendo, come fosse sentire solo il canto degli uccelli… Mai ho pensato che una volta sarà mia Mamma a collegarmi con gli uccelli. Essi sono stati sempre miei buoni compagni „con i quali” parlo spesso. Mi salutano, gli rispondo. Ora mi è stata donata anche tale regalo tramite mia Mamma, mediatrice. Con il mio Papà sono collegata tramite il cielo con le stelle… Sì, loro già possono guardare quello che noi non ancora, nella sua pienezza.” Neanche dopo un anno non si è fermato tale legame. Ho sperimentato tante volte durante l’anno del lutto che in situazioni delicati, quando stavo di fronte a qualche minaccia, un uccello arrivava da me all’improvviso, in un modo sorprendente. Una volta una cicogna girava attorno la mia testa nel cortile familiare, volando così a basso che potevo quasi prenderla, eppure il corvo, con il quale siamo in”rapporto di salutarci” regolarmente, volava così vicino sopra di me, che mi sono spaventata, ho girato la testa sentendo che viene precipitando, non lo so come si è riuscito cambiare direzione, poi volava oltre. Meravigliata gli ho chiesto: Crucru (così lo chiamo) che cosa era questo?” E’ accaduto invece spesso, che quando pregavo profondamente nello Spirito, un uccellino arrivava clandestinamente, cantando, quasi portandomi il messaggio che lassù comprendono le mie suppliche. Gli chiedo allora: “Ti ha mandato mia Mamma?”... Quando poi la sofferenza della vita mi ha colpito suscitatomi lagrime, ho trovato una mela sulla quale era inciso la forma di un cuore, su una mela rossa, un cuore bianco... Capivo..., non devo essere triste..., e d’allora posso dire solo: “Cara Mamma, grazie tanto, sii molto felice, l’hai meritato...”
Notizie: * In questi giorni iniziano la loro missione i padri paolini, fondazione ungherese, a Hargitafürdő. * In arrivo dell’inizio della scuola penso con preghiera a miei figli del ritiro e a tutti gli alunni! Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr.astral.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag) |