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 Anno XVIII, nr. 189, maggio 2014 (25 05 1994) - La nostra FCL  compie vent’anni (25marzo 1994) 
   ANNO GIUBILARE DI SAN CAMILLO 1614 - 2014 In memoriam Szőnyi Zsuzsa (+ 2014  március 16) Cara Zsuzsa!
 Non ho scritto mai una lettera dedicata a Te,  sempre ci siamo riuscite parlare sulle nostre cose, sia personalmente sia per  telefono. Ora devo scrivere. Mi spinge un desiderio inspiegabile dal dentro,  devo dire ancora una volta quello che l’avevo già espresso tante volte a tutti,  però, forse a Te no. Mi sento doverosa, così ulteriormente, non tanto a Te,  come a me stessa. Si è chiusa un’epoca, abbiamo percorso una strada insieme,  ora mi fa pena finirlo. É bene ricordare, mantenere vivo il passato, che è come  fosse eterno, essendo forza che ci fa vivere, vita vissuta, elemento dolce  delle situazioni talvolta sfidanti.
 Penso con gratitudine agli anni passati a  Roma, a me, Tu hai significato la casa nella città eterna. Come alunna di  collegio, più tardi lavorativa accanto allo studio, era un rinfresco ”ritrovarmi  a casa”  per un sabato sera presso il tuo  domicilio, che hai offerto a tutti quanti per un rinfresco, a distrarci,  conoscerci, parlarci accanto una cena stupenda. Io sono arrivata abbastanza  tardi, non potendo conoscere tuo marito, sono riuscita comporre il suo  carattere solo secondo quello sentito di lui, e costatare su di voi, che avete  completato uno altro in modo straordinario. Avete cominciato insieme il  servizio della nazione, abbracciare gli ungheresi di Roma, ma non solo quelli,  bensì tutti chi sono arrivati per vari motivi. La vostra porta della casa  diventata “della nazione”, era aperta davanti a tutti,  nella quale hai procurato un posto anche a  colui che arrivava tardi, invitandolo chiunque con quella gentilezza  convincente: “Vieni, vieni!”, dicevi, e correvi a aprire la porta, ospitare te  stessa in persona ogni ospite che arrivava.
 Sento ancora nella bocca il sapore del patate  casseruole fatte con salsiccia piccante, preparata sempre con le tue proprie  mani, vedo i piatti ungheresi dipinti, raccolti dai luoghi più famosi da Herend  a Korond, risuona negli orecchi la chiacchiera, la risata degli ospiti, la volontà  di ciascuno per poter comunicare tutto quello che ha portato nel cuore per un  sabato sera romana. Qui, tutti sono diventati amici, si è sollevato, lasciando  a casa ogni peso deprimente, perché da Te in qualche modo si è cambiato il  mono: il tempo e lo spazio sono entrati nella dimensione dell’eternità  proiettando in anticipo il paradiso, la comunione dei santi, insieme a quelli  che stanno in attesa. Quest’atmosfera, l’avete denominato semplicemente  “Osteria”. Tale nome si capisce da tutti, e anche se all’inizio avrebbe avuto  qualche perplessità attorno, non la fraintende. Era un’osteria, nella quale il  visitatore non si è depresso, ma si è elevato intellettualmente, moralmente, e  in allegria. Dopo la cena mi sono buttata volentieri al lavare i piatti. Andava  anche questo secondo il principio “la nobiltà ci obbliga”…
 Il papa Giovanni Paolo II. ha denominato quale  “genio” il sesso femminile nella sua lettera alle donne. Se si può dire tale  onore, Tu sei quella. Potevi amalgamare meravigliosamente il bello con il  buono, e la bontà del cuore diplomatica, che passava oltre ogni cosa immaginabile.  Forse solo Tu potresti dire il come del fatto, che cosa ti ha spinto e  mantenuto su questa strada, non avendo mai parlato. Ci hai lasciato di  meravigliare, era comunque meglio così. Mostravi esempio, per trovare la nostra  via.
 Per me era un regalo  incontrarmi talvolta a un sabato sera con gli ungheresi di Roma, eppure con  quelli che erano in transito. Ungheresi, perché ospitavi solo loro. Vivendo in  emigrazione, uno impara presto stimare il proprio sangue. Ci sono sempre degli  amici buoni anche tra i figli e figlie delle altre nazionalità, ma ci sono  occasioni, quando risuona il suono del proprio sangue, e quello può far sentire  solo a quel lingua, alla quale sarà compreso, sia pure anche senza parole. La  Radio Vaticana invece ha fatto conoscere la tua voce a tutti, così, arrivando a  Roma Ti conosceva chiunque, stimandoti subito.
 Ho incontrato tanta gente valorosa nel tuo  domicilio, malgrado ogni ospitalità per eccellenza verso tutti, comunque era  tua casa, hai condiviso il tuo possesso a un livello così generoso, che  ciascuno degli ospiti possa sentirsi bene dentro. Guardavo con meraviglia  sincera a ogni oggetto, perché ciascuno mi parlava “da casa”, quale storia  viva. Era la raccolta di cinquant’anni, quanti vissuti in città eterna.
 Ho passato più volte  il capodanno con Te. Questi eventi privilegiati sono stati gli stessi  confidenziali come quelli di sabato sera, però si prolungavano fino all’alba.
 Una volta avete organizzato un viaggio a sud  dell’Italia. All’ultimo momento uno dei partecipanti si ammalò. Mi hai chiamato  subito e mi hai offerto la possibilità. È stato un viaggio ammirabile, girare  attorno alla Costa del Sud, Amalfi, isola Capri con i compagni dell’età dei  miei genitori. Grazie.
 Il 16 marzo ero molto  malato, non potendo alzarmi dal letto. Tu stavi agonizzando, poi hai lasciato  la vita terrena. Ho saputo tale notizia solo qualche giorno dopo dalla |Radio  Vaticana. Mi sono commossa, e ho vissuto profondamente di nuovo il Credo, il  mio credo “nell’unione dei santi”.
 Qualcosa è successo in questo giorno, ma non la posso spiegare, forse  Tu capisci già…
 Il Centro Ciechi San Raphael –  Bolzano/BozenMia quinta made, Mariedl Fischnaller Pircher,  fondatrice del Centro Ciechi di Bolzano-Bozen mi ha invitato anche quest’anno  per il loro ritiro a Naals-Lichtenburg tra 6-10 maggio. L’ho accolto con gioia  l’invito, non potendo partecipare l’anno scorso, e gli anno corrono, non si sa,  fino a quando  posso godere della sua  bontà materna. Il Centro Ciechi è il luogo dove il padre camilliano, il  benemerito Paul Haschek, insieme alla fondatrice, hanno iniziato la prima  Famiglia Camilliana Laica dell’Europa. Quest’anno, nel quattrocentesimo anno  giubilare di San Camillo ha un importanza primordiale, essendo diffuso da qui  in Europa, e forse tale diffusione ha promosso la sua legittimità ufficialmente  per tutto il mondo. Vado dunque a casa, non solo a mia madre spirituale, che mi  è stata sempre a fianco con la sua generosità durante i momenti più impegnativi  della vita di missione, bensì anche dal focolaio Europeo delle FCL.
 Nell’anno di giubilo,  considero una distinzione giubilare tale partecipazione, al quale mi preparo  con cuore giubilante insieme a buoni fratelli\sorelle come pulcini attorno alla  “chioccia”.
 Per una svolta imprevista, all’ultimo mattino del nostro  ritiro, la fondatrice, madre spirituale Mariedl F.  Pircher è tornata a casa del Padre celeste.Il suo  funerale sarà il 14 maggio, alle ore 14,30.
 Invieremo la sua memoria nel numero festivo di luglio.
 Notizie:* Tra 18-23 maggio: Mottinello – l’Assemblea Generale della Famiglie  Camilliane Laiche del mondo,
 * Il 25 maggio:  nascita terrena di San Camillo (1550), nello stesso giorno è la prima comunione  dei miei chierichietti dal ritiro. Chiediamo il Gigante della Carità di  intercedere per loro, a crescere con Lui!
 * Vent’anni fa, il 25 marzo 1994 si è fondata la nostra Famiglia  Camilliana San Camillo.
 * Salutiamo con affetto la nostra Nagy Tímea in occasione della sua  laurea del liceo. Ella dal primo anno scolastico ha partecipato ogni anno alla  nostra festa natalizia dell’ospedale. Dio la ricompensi!
 Nell’anno giubilare di San  Camillo – anno di “cento braccia”  rinnoviamoci con l’antica fede il nostro incontro di preghiera a mezzogiorno  all’Angelus, quello tra le ore 21-22, e di ogni 25 del mese (nascita di San  Camillo) e 14 (giorno della sua nascita celeste) nelle nostre piccole e grandi  famiglie.     
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