Anno XXII, Nr. 235 – luglio 2018 – Anno del grande re ungherese Mattia – 560 anni della sua elezione Mille centoundici anni – Battaglia di Pozsony/Bratislava del 907 Csíkcsomortán di quale abbiamo già scritto è la località più orientale della Patria di Csík. E’ un vero paiolo, una culla dove si sente bene il bimbo e il vecchio. Suo posizionamento al sole ospita come una mano accarezzante sia l’arrivante che il partente. Si può guardare al monte Somlyó Grande da quasi ogni punto del villaggio, al posto santificato anche dalle anime preganti dove si svolge il pellegrinaggio con più migliaia di gente al sabato del Pentecoste. Tale pellegrinaggio vive ormai più di quattrocentocinquant’anni, essendo fonte di coraggio durante i secoli fino ad oggi. La Patria di Csík è una vallata di ben sessanta kilometri lungo, dal sorgente del fiume Olt, da Csíkszentdomokos, paese natale del grande vescovo di Transilvania, Márton Áron e P. delegato Austriaco camilliano, fino a Tusnádfürdő. All’ovest è chiuso dal gamma di montagne Hargita, all’oriente quelli di Csík, dietro i quali a ben 30 km uno arriva a Moldova sui sentieri di montagne, ma si prepara l’asfaltato. Csíkcsomortán è una località vecchia. Il Várdomb (poggio castello) offre pegno abbondante per i ricercatori: http://www.csomortan.ro/index.php?menuID=310&id=310&event=551. Mio papà parlava di castello Csomor, così sentiva dagli antenati, non potendo giustificare ufficialmente. Questo dichiara anche il suo coetaneo ancora vivente, László Károly. Nel nome Csomor il “tan/tán” (dotto) nasconde ancora enigmi. Vale la pena visitare questo luogo zitto, ma ancora di testimone di una coltura antichissima. All’incursione orientale di 1661, quando in pratica quasi tutta la popolazione della Patria Csík è stato bruciato, ben trentamila persone sono state trascinate in Turchia, è rimasto unico villaggio intatto. Di tale evento ricorda la croce all’uscita del villaggio postato in modo insolito, il cd. “croce coperta”. Secondo il racconto di mio papà qui sono riusciti fermare l’orda distruttore, colpendo da Csomortáni István con una freccia il figlio del capo brigante. In quest’anno hanno ucciso i francescani in fuga al confine orientale di Csomortán. Oggi il posto è conosciuto quale “mietitura dei preti”. E’ stata un onore distinta l’inaugurazione della statua del “Custode dei Carpati” cinque anni fa nel villaggio. L’originale ha una storia tragica durante la prima guerra mondiale. Esso stava al centro di Kolozsvár, dove il potere invadente l’ha detonato, briciato, poi in seguito ha abolito pure la sua memoria Il 4 luglio giorno di memoria della battaglia di Pozsony 2013 aveva luogo l’inaugurazione della statua nel giardino della scuola, centro del villaggio, dove si apre spazio largo per la riverenza. E’ stata una giornata straordinaria, si è radunata la popolazione del villaggio siano i piccoli che i grandi, ma anche le dignità ecclesiali e politici, nonché la rappresentanza della Patria Madre (Ungheria) e con gemellaggi. Nella scuola non abbiamo studiato mai sulla battaglia di Pozsony che è svolto nel 907, quando il nostro re Árpád ha fermato le truppe paneuropee infilate vicino a Pozsony (oggi capitale della Slovacchia) per lo sterminio degli ungheresi („Ugros eliminandos esse!”). E’ stato un assalto triste e vergognoso, quando si è insorto cristiano contro cristiano. Dalle tombe dell’età degli Árpád è stata prodotta una ricca prova sul “cristianesimo” degli ungheresi s’allora, sul loro modo di vivere morale, organizzata e ordinato. Quest’anno la memoria è caduta il 6 luglio. E’ stato di nuovo un giorno di festa nel villaggio. Festeggiavano tutti, in costumi popolari, vestendo il proprio cuore in festa. Si è riempito il giardino della scuola e la piazza di fronte. Onoravano i dignitari pubblici l’anniversario di mille centoundici anni, senza frontiere. L’elevare della bandiera sicula ha aperto la festa, seguito da sequenza di presentazioni festivi. Il relatore per eccellenza era il Szántai Lajos, ricercatore di coltura, che ci ha onorato con la sua presenza. Il gruppo di ballo Patrona Hungariae del villaggio insieme al gemellaggio Solymár/Ungheria hanno presentato il loro programma speciale. La festa si è conclusa con benedizione e il convito siculo. L’autodifesa di mille centoundici anni, infatti, ha richiesto tantissima fede, perseveranza, perché la sentenza dichiarata a quel tempo contro la nazione ungherese, vive finora apertamente o nascosto (Decreti Benes, promesse non tenute del 1918, i nostri beni non restituiti, mancanza di compensazione…) La festa era una trasfusione di sangue: la sangue stancata si è rinfrescato, ricevendo forza di vita. Rendiamo grazie a Dio Onnipotente, che ci ha dato la possibilità di festeggiare degnamente, in rispetto. Vescovo siculo nella sedia di Temesvár “Nella vita del cristiano tra la nascere e il passaggio si racchiudono quei eventi che segnano la strada di Cristo, poi se la persona le accetta, li compie consapevolmente durante il percorso della sua vita. Per la persona cattolica queste svolte decisive che possiamo dire quale “pietre angolari”, tramite quali si sviluppa il modello di vita cristiana sono: il battesimo, la prima comunione, la cresima, l’ordine ecclesiale eppure il matrimonio. Tale condotta si scopre in ogni religione cristiana, secondo la liturgia specifica di ciascuno, nel quale il fedele si realizza sé stesso. A una festa di adempimento simile ha viaggiato un gruppo di un pullman da Csíkcsomortán (http://csomortan.ro/index.php?id=506) a Temesvár, per 6 agosto 2018, per la festa dell’ordinazione episcopale di Pál József Csaba, originario del villaggio. Nostro fratello ha servito più di trent’anni in quella diocesi, a Resicabánya, ora il compito di vescovo lo ha invitato al servizio vescovale, come successore di Roos Martin. Con questo, è arrivato un vescovo siculo nella sedia episcopale di Temesvár. Nel suo insegno il sole e la luna segnala tale origine sicula. Csíkcsomortán ha organizzato il proprio viaggio per l’ordinazione, essendo il primo evento così noto. Siamo ancora tanti che l’abbiamo conosciuto e amato lui, che andavamo insieme alle vespri di maggio al santuario, che siamo collegati dai legami di parentela, padrini, amici, o sono coloro che l’hanno sentito, sapevano di lui…” (https://romkat.ro/2018/08/10/a-csikcsomortaniak-temesvari-zarandoklata/) A casa a Csomortán con il nuovo vescovo Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: kamillianus@gmail.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag) |