Anno XXVI, Nr. 283 – dic. 2022 - Numero Giubilare: la domenica di Sacra Famiglia il Messaggio compie 25 anni Su, per la grande gioia… A Natale il mondo del cristiano, tace. Sta aspettando il miracolo, nella sua anima c'è fiducia e pace del bambino, e si prostra nell'attesa, perché in questo tempo Dio scende sulla Terra. Attende alla festa dell'Amore perché ci arriva da bambino il Creatore del cielo e della terra, Gesù, il figlio di Dio. In Suo onore iniziamo un nuovo anno liturgico, perché la nostra vita spirituale ricomincerà con la Sua incarnazione. La Chiesa ci prepara a questa festa in modo dignitoso durante le quattro settimane, esprimendo l'importanza dell'attesa anche con i colori liturgici sulla corona dell'Avvento. La benedetta tradizione è la messa dell'alba, che ha mantenuto la sua espressione latina originale nell'area del linguaggio ungherese. In ungherese sarebbe: rugiada il cielo. Coloro a cui viene data questa opportunità e fanno il sacrificio necessario, si preparano quasi impercettibilmente per la ricezione dell'Esaltato, rinnovati nell'umiltà, modestia, temperanza, rispetto della Festa. La vigilia di Natale ha anche una tradizione speciale da noi, è la festa della famiglia credente. Questo momento è importante anche perché la celebrazione dell'Amore prende vita alla cena comune dopo la messa di mezzanotte, a cui il Signore Gesù stesso ha dato l'insegnamento più intimo, nel corso della sua opera, oltre alla propagazione del pane, con i pasti comuni. Questa tradizione è anche viva per le famiglie in cui un neonato è arrivato, in onore della madre e del bambino. La festa dell'Incarnazione è così sublime che celebriamo a parte anche la Sacra Famiglia. Il Natale è così ricco di gioia, felicità che l'anima dell'uomo preparato degnamente alla Festa si splende tra il cielo e la terra, purificato, divinizzato. Può esprimere la sua gratitudine nel servizio d'amore sacro, da bambino, a bambino, misteriosamente, in modo sorprendente. La festa ha anche uno specifico messaggero celeste che porta il dono del cielo principalmente ai bambini. Questo emissario celeste è chiamato in modo diverso da paese a paese, c’è dove “Gesù Bambino” viene alle famiglie, c’è dove l'”Angelo”, affidato a questo scopo. Mentre nei paesi di lingua italiana il presepe riceve grande enfasi, presso a noi, ungheresi, è la canzone che si eleva in una voce celeste. Quanto è ricco il culto del presepe in Italia, così ricco è l'omaggio che viene dall'anima del popolo ungherese, animando corpo, anima, pensiero, esaltato nel canto. Un pezzo di questa miniera di tesori, che potrebbe essere quale un richiamo, è la canzone Su, per la grande gioia, cui testo e melodia, scritto 140 anni fa nel 1882, fu presentata per la prima volta a Natale di quell'anno a Devecser nella chiesa cattolica. Auguriamo a tutti i nostri lettori un Natale Benedetto e un pacifico Anno Nuovo! Esprimo la mia infinita gratitudine a Dio Onnipotente per questi 25 anni. Una vita incomprensibile. Comincerò dall'inizio. Nel 1990 sono stato ammesso all'Accademia di teologia di Budapest, dove ho potuto iniziare i miei studi teologici. Questo presto si espanse anche nella mia patria in Transilvania/Romania. Nel 1992 ho conosciuto la spiritualità camilliana a Budapest, nella casa di Maria Herpy, che era diventata la mia madre spirituale, dove ho potuto prendere parte a un ritiro privato. Era presente la mia futura protettrice, madre-Éva, moglie si dr Simon Ernő, che fu la traduttrice del p. Anton Gots camilliano austriaco, che a quel periodo stava proprio riportando l'Ordine Camilliano in Ungheria dopo 220 anni di esilio. Nel 1993 ero già stato selezionato per il perfezionamento a Roma, ma in cambio sono stato invitato ad organizzare un incontro camilliano nella mia città, Csíkszereda. Questo è avvenuto a metà marzo 1994. Il 25 marzo, in occasione della festa della Madonna dell'Annunciazione, abbiamo fondato la nostra Famiglia Camilliana, dal nome di San Camillo. C'era grande l’entusiasmo, il servizio d'amore tra noi. Nel frattempo si sono moltiplicati le Famiglie Camilliane non solo in Ungheria, ma anche in Transilvania da Padre Gots. Nell'ottobre del 1994 ho iniziato i miei studi presso il Camillianum di Roma. Nel 1997, ho terminato il secondo grado, la licenza, ed sono stato raccomandato per il dottorato. Nell'estate del 1997 tornai a casa per un anno a preparare i documenti per l'autorizzazione del nostro movimento ecclesiale, che ricevemmo il 13 marzo 1998 dal nostro arcivescovo Mons. dr. Jakubinyi György. Negli ultimi tre anni (1994-97) mi mancava la connessione tra le Famiglie Camilliane. Padre Gots continuò insistentemente a tenere corsi introduttivi, ma rimase in contatto con una frazione delle Famiglie formate. Sentivo che così non poteva rimanere a lungo. Bisogna fare qualcosa. Aspettavo pregando… Verso la fine dell'anno ‘97, mia madre Éva mi ha visitato da Budapest, dopo l'operazione salvavita al cuore. Abbiamo discusso la questione. Anche lei ha visto le cose come me. È stato meravigliosamente rivelato che entrambi abbiamo pensato di fare un bollettino mensile. Siamo stati sollevati dal pensiero, anche se la parte difficile è venuto dopo. Ho dovuto valutare la mia forza, capacità, il tempo, progettare la forma della pubblicazione, ecc… In un dato momento sono rimasto solo con i miei pensieri perché dovevo decidere il mio staff. Al momento, tra i miei familiari di allora, non avevo nessuno che potesse aiutarmi. Questo mi ha fatto decidere: posso dedicarmi solo al più possibile, da sola, e senza assistenza finanziaria, volontariamente. Ho disegnato l'intestazione sul mio vecchio portatile ho combinato le insegne di San Camillo con lo stemma della città di Csíkszereda. È così che è nato il simbolo molto espressivo per me, la croce che sorge dietro le tre rosette che crescono dal cuore, avvolta nello splendore d'amore dello stemma di San Camillo. E infine, per la domenica della Sacra Famiglia 1997, il primo numero è uscito in ungherese e in italiano. Nei primi anni, ho presentato la spiritualità camilliana, la prima regola di base, che è stata completata nel luglio 1998, sotto il titolo Formula di vita, secondo San Camillo (prima del romano, che era pronto per novembre). Naturalmente, l'ho tradotto anche in italiano e l'ho consegnato alla direzione austriaca. Il concetto del messaggio era già conosciuto per me, così mi ha rafforzato il padre Angelus, che era il capo spirituale degli ungheresi in Italia, che ho incontrato spesso a Roma. Aveva una pubblicazione simile. Dall'autunno 1998 all'estate 2000 ho completato la mia tesi a Roma. Ho inviato il Messaggio a casa per posta e fax, dove i familiari camilliani lo hanno riprodotto e distribuito alle persone interessate. Nel 2001, la Santa Sede ha approvato lo Statuto di Roma, questo è ancora in vigore. La nostra Formula di vita è locale. Simile a ciò è stato realizzato in molti luoghi, secondo le esigenze locali. Il nostro Messaggio è stato uno dei primi ad apparire sul sito della diocesi, quale unico bollettino di spiritualità camilliana in Est Europa. Il suo patrono era sempre il nostro arcivescovo dr. Jakubinyi György. Di recente mi ha detto di raccogliere i numeri per l'archivio di Alba Iulia. Confesso, è un grande onore. Dio ha la gloria, io la gratitudine per non aver dovuto smettere la redazione, nonostante le difficoltà. Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: kamillianus@gmail.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag) |