Il messaggio della Famiglia Camilliana di Csíkszereda Anno VII, nr. 67 - 2003 - dicembre
Guarire
con la solidarità: la XII Giornata Mondiale del Malato
L’11 febbraio, l’apparizione della Madonna di Luordes
è
la Giornata Mondiale del Malato. Quest’anno si celebra ormai per la XII
volta
quest’occasione dedicata ai sofferenti. L’Ufficio Nazionale CEI per la
Pastorale della Sanità, con la presentazione del direttore, Don
Sergio Pintor,
editura Camilliane ha elaborato la tematica di questa giornata
straordinaria: Guarire
con la solidarietà. Nella presentazione si parla sul concetto della solidarietà, come espressione nobile e suggestiva che suscita subito sentimenti di simpatia e di corrispondenza. Nello stesso tempo, essendo entrato anche nel linguuaggio della politica, il significato della solidarietà è costretta a subire una progressiva perdita del suo vero significato. La Chiesa si impegna a difendere il significato evangelico della solidarieetà, messa in pratica al servizio dell’uomo, soprattutto se sofferente. Comunichiamo in breve le tematiche di quest’evento: 1.
Sulla strada di Gerico. La strada che da Gerrusalemme
porta a Gerico è ormai diventata il simbolo del cammino della
comunità
cristiana. La parabola del buon samaritano è la parabola della
solidarietà. Le
sue parole conclusive ”Va’ e anche tu fa’ lo stesso” ripetono da sempre
a tutte
le generazioni il comandamento nuovo, che costituisce l’anima e il
centro
nevralgico dell’intero Vangelo. A ciascuno dedica la domanda personale:
chi è
il mio prossimo? Anche la risposta viene personalmente, sotto la forma
dell’insensibilità, la mancanza di spirito solidaristico, una
buona dose di
egoismo sotto le falsi vesti di una
religiosità soltanto formale. Il buon samaritano è un
ignoto mercante, che
avverte in se stesso e fa propria la forza dell’amore che parte da Dio. 2. La
lettura della Chiesa di oggi. Alla solidarità ha dedicato
una suggestiva pagina l’enciclica Sollecitudo rei socialis di
Giovanni
Paolo II. Il suo insegnamento ha valore universale. La
solidarità non è un
sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i
mali di
tante persone, è la perseverente impegnarsi per il bene comune,
la
responsabilità reciproca (n..38). Alla iresponsabile domanda di
Caino: “Sono
forse io il custode del mio fratello?”, a Dio, più che di me
stesso, io
rispondo degli alttri: sono il custode, l’amico, il protettore, il
difensore
degli altri. Ciò che è autenticamente umano, è
anche cristiano. Sui due fronti
i valori sono sostanzialmentemente gli stessi. Il Signore Gesù
ci ha
testimoniato per primo la sua autenticità. 3. La teologia della
solidarietà. La
solidarità è una virtù tipica dello stile di Dio.
Rivelato di Gesù Cristo, la solidarità è attributo
trinitario. Trinità è
sinonimo di amore, di reciprocità, di solidarità in
azione. L’uomo non la crea,
semplicemente la riflette e la riproduce sotto l’influsso determinante
della
grazia di Dio. Fra gli uomini la solidarità nasce per
partecipazione, nasce
sempre dall’alto, trova la sua sorgente in Dio. Il buon samaritano
è così: si
muove di compassione e ci racconta qual è l’amore tipico di Dio:
amore
profondo, viscerale, più materno che paterno. “Buon
Samaritano è ogni uomo che si ferma accanto alla sofferenza di
un altro uomo,
qualunque esso sia. Quel fermarsi non significa curiosità, ma
disponibilità” (Salvifici
doloris, 28). 4. Imitatori di Dio. L’uomo
nuovo, il cristiano è chiamato a imitare Dio, come se la
perfezione consistesse
nella misericordia. L’amore è un termine pieno di significati
che sembra di non
esaurirlo mai: affetto, tenerezza, carezza, gratuità,
reciprocità, solidarietà,
miseericordia... 5. Le declinazioni della
solidarità. Il
ventaglio dei bisogni nella società di oggi è sotto
gli occhi di tutti. Ci sono le povertà vecchie e le
povertà nuove, le povertà
conosciute e quelle nascoste, vicine e lontane. Povertà è
un teermine che ha
bisogno di spiegazioni.. Biblicamente il povero è
l’inconsistente, il
prostrato, il senza voce, il paria della società. La cura e
l’assistenza dei
malati appare oggi forse come la forma più adeguata di
solidarietà. 6. Lo stile dell’incontro.
Solidarietà è accoglienza, incontro, reciprocità,
camminare insieme. Nel senso
cristiano l’incontro fra due persone è un evento misterioso, che
rimane sempre
al di là delle nostre capacità comprensive. Come fatto
interpersonale, esso
appartiene al mondo dei sentimenti e del cuore, non della ragione. E’
un
fremito, un movimento prima interiore che esteriore, una passione, una
simpatia
nel senso originario della parola. La sua descrizione sarà per
questo sempre
sommaria e inadeguata. Saper ascoltare è un dono di pochi,
soprattutto con la
persona malata. In questo campo niente si improvvisa, come l’amicizia,
il vero
ascolto è solo fra uguali. 7. Elogio della gratuità.
Solidarietà e gratuità vanno a pari passo. Non si
è solidali per il possesso,
ma per il servizio e il dono, non per sé, ma per gli altri. Il
cristiano, poi,
vive continuamente a tu per tu con la gratuità, perché
essa è caratteristica
essenziale dell’amore: senza la gratuità l’agape degnera
in eros,
la carità in tornaconto. 8. Il ministero della speranza. In una
società così avara di speranza come la nostra, è
necessario che la comunità
cristiana faccia appello alla coscienza già espressa con
chiarezza e con forza
dell’apostolo Paolo, di essere lei la detentrice della speranza. La
Chiesa
italiana alla speranza ha dedicato il primo decennio del terzo
millennio. La
speranza è il respiro dell’anima, e il futuro sarà di
coloro che avranno saputo
dare agli uomini il migliore messaggio di speranza. Maria, modello di solidarietà e
segno di speranza. Lei
è il modello della solidarietà e, per questo,
segno di sicura speranza per tutta l’umanità. Lei avverte,
quando „non abbiamo
più vino” per vivere e lottare con le difficoltà. Il
santuario di Lourdes, sede
della celebrazione della XII Giornata mondiale del malato, è
luogo e simbolo di
una solidarietà vissuta (tra malati, operatori sanitari,
volontari), guardano
Maria, la sua solidarietà materna, apportatrice di speranza e di
gioia. Una
solidarietà da vivere in ogni realtà umana dove una
persona malata e sofferente
ci chiede di farci prossimo e riconoscerla come tale.
Notizie:
Con
affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO - 530194
Csíkszereda, Hunyadi János,
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