Il messaggio della Famiglia Camilliana di Csíkszereda Anno VIII, nr. 68 - 2004 - gennaio
LE OPERE DI MISERICORDIA II. La
misericordia di Dio sul volto di GesÙ a) la com-passione Gesù si avvicina con
l’atteggiamento di partecipazione profonda, empatica, al vissuto
dei suoi
interlocutori: la sua è una tenerezza di com-passione come possiamo vedere in alcuni incontri: - di fronte ai due ciechi di
Gerico: “Gesù si commosse” (Mt
20,34); - dinanzi alla supplica di un
lebbroso: “Mosso a compassione, stese la
mano…” (Mc 1,41); - dinanzi alle lacrime della
vedova di Nain: “Vedendola, il Signore, ne ebbe compassione e le disse:
“Non
piangere!” (Lc 7,13); - al cospetto delle folle che lo
seguono: “Vedendo le folle sentì compassione per loro,
perché erano stanche e
sfinite, come pecore senza pastore” (Mt 9,36); - in occasione della prima e
della seconda moltiplicazione dei pani: “Sentì compassione per
loro”(Mt 14,14).
“Sento compassione di questa folla” (Mt 15,32). La descrizione di questi incontri
evidenziano un movimento compassionevole, di partecipazione interiore.
La piena
umanità di Gesù comporta storicamente
una piena assunzione dei sentimenti umani, in particolare della
tenerezza come atto di affezione, come vissuto, orientato alla “bene-volenza e
alla pietà, all’amorevolezza e alla cura degli altri. Ogni
volta che i vangeli
fanno riferimento alla “com-passione” di Gesù rimandano a un sentimento, a un modo di sentire realmente sperimentato da
lui, incarnato
in prima persona, a un farsi vicino a
chi è nel bisogno, con ciò che questo
comporta sul piano della partecipazione e delta disponibilità a!
servizio, fino
all’autoconsegna di sé per tutti, in un gesto di tenerezza
assoluta che non
trova altra ragione che l’amore di gratuità. b) Gesù guarisce i malati La guarigione degli ammalati
e degli indemoniati è un’altra importante testimonianza
della tenerezza di
Gesù. I vangeli descrivono il Maestro che
percorre la Palestina “predicando
il lieto annunzio del Regno e curando ogni sorta di malattia e di
infermità
nel popolo”, tanto
che conducono a lui “tutti
i malati, tormentati da vane malattie e dolori, indemoniati, epilettici
e
paralitici”, ed “egli
il guariva” (Mt
4,23.24). Sono innumerevoli i miracoli di guarigione: - libera dalla febbre la suocera di Pietro,
con un
gesto semplice e di grande umanità (Mt
8,15); - Si lascia avvicinare e toccare da una donna
affetta da emorragia (Mc 5,26),
la guarisce, lodandola per la
sua fede (Mc 5,34) e
rivolgendole parole colme di affetto (Mt
9,22); - ridona la vista ai ciechi che lo seguono
invocandolo(Mt 9,27) e “commuovendosi” per la loro supplica (Mt 20,34;
Mc
8,22-26); - egli stesso prende l’iniziativa di guarire
un
giovane, cieco dalla nascita, in un giorno di sabato, pur essendo
consapevole
delle conseguenze cui sarebbe andato incontro (Gv, 9,1-41); -
guarisce un sordomuto (Mc 7,31-37), un uomo
dalla mano
mandita (Mt 12,9-14), un epilettico (Mt 17,14-21), un idropico (Lc
14,1-6) e
una donna inferma da diciotto anni (Lc 13,10-17). c)
L’icona del buon samaritano Il racconto esemplificativo del
buon samaritano in Lc 10,25-37 assurge a documento
evangelico cui si ispirarono s. Camillo e i suoi
figli. Dalla
parabola troviamo, come traccia, un percorso di autentica carità: -
il prossimo non ha nome, -
il prossimo mi chiede di uscire dal mio
ristretto
orizzonte ed espormi, -
il prossimo è quello colui al quale io
mi rendo prossimo -
il prossimo è “sacramento” per
incontrare Dio (cfr Mt
25,31-46). ( p. Eugenio Sartore, Verona, il 30 settembre )
Gintner
Zénó
Un altro gigante è stato chiamato nei cieli il 26
novembre 2003, lo stesso giorno con Miklós József. Egli
ha subito un’incidente di motocicletta a Dunaharaszti/Ungheria, suo
luogo di
nascita.. Aveva solo 43 anni. E’ partito dalla sua moglie, dai suoi
sette figli
e dai suoi impegni rivestito dalla saggezza dei vecchi sapienti,
benedetto di
innumerevoli opere di carità.
Lo avevo conosciuto all inizio degli anni ottanta. Era
marcato di generosità servizievole, semplicità e
bontà di cuore. E’ diventato
chimico, scienziato degli alimenti, di fama mondiale.
Da lui, ho ricevuto molto, sia materiale che morale. Gli
posso ringraziare quel, ormai tradizionale pratica
che per me e per tanti altri significa un valore
inestimabile:
la messa festiva del Natale celebrata
per i miei benefattori nel santuario di Csíksomlyó. Con la
sua bontà di cuore semplicemente mi ha rivelato
questa forma di gratitudine.
Il gigante della dignità spirituale è
diventato soltanto
invisibile, però il suo modello di vita brilla in seguito, con i
suoi organi ha
salvato le vite umani destinati alla sparizione.
Rendo grazie al Signore per il dono di averlo conosciuto,
e, penso, che, colui che ha vissuto la sua vita in favore degli altri,
possiamo
chiedere la sua intercessione nei cieli.
Notizie:
Con
affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO - 530194
Csíkszereda, Hunyadi János,
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