Il messaggio della Famiglia Camilliana di Csíkszereda
Anno VIII, nr. 75 - 2004 – ottobre
La
pastorale dei malati negli ospedali – il programma della preghiera -
il rosario Quando abbiamo finito la
preparazione dei malati all’intervento chirurgico, e si sono calmati, di
non aver
più paura così forte, di essere operati, la nostra
preghiera si prosegue. Discutiamo
il loro desiderio e scegliamo le preghiere. Ci pensiamo sempre secondo
le loro
richieste e secondo il tempo avuto alla nostra disposizione. Se abbiamo
tempo
sufficiente per un rosario meditativo, allora le chiedo, di scegliere
il
rosario desiderato. Capita spesso che si abbandonano alla miaa
condotta, ma
succede spesso, che si trova un membro di un gruppo di preghiera che
prende
l’iniziativa e sceglie secondo il programma del giorno. Al solito
seguiamo il
ritmo dell’anno liturgico, così possiamo adattarsi meglio al suo
messaggio. Se
abbiamo un malato che festeggia qualche anniversario, allora lo
stimiamo anche
con la priorità di scegliere la preghiera desiderata, anche in
questo modo ci
esprimiamo la nostra solidarietà nei suoi confronti.. Dopo aver pregato il rosario diletto,
cantiamo sempre un canto, al solito uno di pellegrinaggio di
Csíksomlyó, che è
più adatto alla situazione attuale, ma abbiamo anche un canto
tradizionale,
cantato dopo il rosario. Lo cantiamo anche questo, di un lato per
sentirsi a
casa nella preghiera dell’ospedale, dell’altro lato, perchè
anche coloro che
non pregano regolarmente, comprendano lo sile di pregare degli altri.
Vogliamo
creare un’ambiente, nel quale ciascuno possa sentirsi libero, siano di
persone
con un vita di profonda fede, sia che si tratti di una persona che sta
provando
il primo suo passo verso il Signore. Loro saranno suscitati dalla
perseverenza
degli altri. Il più importante è l’approfondimento del
messaggio divino nei
loro cuori. Dedichiamo un’attenzione particolare
alla “coroncina” della Divina Misericordia. Ci ricordiamo regolarmente
il
quinto giorno del mese, quando parliamo anche di Santa Faustina, quale
apostola
della Misericordia. Può capitare sempre che qualcuno non l’ha
sentito ancora il
messaggio, così la ripetizione diventa una preparazione attiva a
ciascuno di
noi. Nella preghiera non c’è tempo perduto, essa è sempre
il nuovo vivere. Per un meglio comprendere, la
„coroncina” la nominiamo il rosario del „perdono”, (chiedere e dare
perdono). La preghiamo
per esempio,
quando qualcuno ha un problema seria che ci vuole aiuto urgente. Prima di cominciare, viene sempre brevemente
spiegata
l’essenza del perdonare, come componente indispensabile della nostra
vita
cristiana. Con essa è possibile sollevare tante soferenze per i
malati
nell’ospedale, dove a causa della malattia tante cose vengono viste in
un
ottica diversa. La preghiera mette in una luce nuova i contatti umani,
perciò,
la coroncina della Misericordia, la preghiamo invitando nel pensiero i
nostri
cari, e preghiamo insieme a loro, cominciando le suppliche per coloro
che „non
sono facilmente amabili”. Lo facciamo nella consapevolezza, che, se
possiamo
pregare per qualcuno, prima o poi ci impegniamo per lui davanti il
Signore. A
questo punto è importante spiegare ai malati che senza il nostro
perdono, per
noi rimane ancora chiusa la via della liberazione, della salvezza. Dopo
la coroncina della Divina Misericordia, al solito cantiamo il canto
„Principe
della Pace” (si
prosegue). Jacque Simpore, Presentiamo il messagio di settembre
del preside internazionale delle Famiglia Camilliane. Egli segue i
pensieri di
. P. Alberto Radaell. Citando Néstor Jaén, che in “Hacia
una espiritualidad
de la liberación” (Verso una spiritualità della
liberazione), definisce
l’esperienza come un “contatto vitale con una realtà che ci
tocca, che lascia
in noi delle tracce e che ci trasforma”. Ciò che caratterizza
un’esperienza,
quindi, è l’essere un qualcosa che ci “tocca” e che, nel farlo,
provoca in noi
una “trasformazione”. La
Famiglia Camilliana, nel realizzare, insieme alla Chiesa, percepisce la
situazione drammatica dei poveri e dei malati ma non si ferma
lì: il forte
impatto subito influisce sul suo spirito, cuore, e sentimenti,
modificando la
percezione fino allora avuta. In questa situazione è dove nasce
una nuova
spiritualità, derivata dalla pratica, frutto di un’azione
pastorale determinata
e in rapporto stretto con la vita. Riassumendo, si tratta di una
spiritualità
nata da una vita apostolica, che ha quale fondamento la persona del
malato.
Tutto ciò, allora, ci fa capire che spiritualità non
significa unicamente vita
interiore, che non si riduce soltanto ai momenti di preghiera e di
liturgia.
Nelle Scritture, la spiritualità comprende tutta la vita
(interiore e fisica,
personale e comunitaria, religiosa e politica), animata dallo Spirito
e,
concretamente, dallo Spirito di Gesù. Non si limita a un
istante, ma è
radicale, totale, intera. La vita della spiritualitù si fonda
sull’incontro con Gesù. Il camilliano laico si incontra con Lui
nella persona
del malato, come Egli ci ha indicato nella parabola de Buon Samaritano,
e come
San Camillo Gli ha seguito. Gesù invita il suo interlocutore ad accettare
un programma centrato sul valore della persona umana, sul suo essere,
attraverso tutta la trascendenza che la caratterizza. L’essenza della
vocazione
camilliana è l’incontro con il malato, impoverito nella sua
santità. Il ricco
non è più colui che possiede ma colui che dona, colui che
è capace di donare. L’accompagnamento
dei più
vulnerabili esige un doppio processo: donare e ricevere. Il laico della
Famiglia Camilliana offre agli infermi la testimonianza di un Dio che
lo ama. Ci
sono delle domande che attendono una
risposta: ·
La
carità, è
l’esperienza sulla qual’è fondato il nostro desiderio di seguire
Cristo, tale
come è stato per San Camillo? ·
Come
incarnare le
figura del Buon Samaritano nella nostra carità pastorale? ·
Come
rendere
attuale e mettere in pratica l’amore attraverso la nostra storia, vista
con gli
occhi di Dio? Notizie: *
Francis Scott BINET, il protetto dei nostri malati e della FCL,
nell’ultima sua
letera ci informa come ora sta compiendo la sua missione di medico e di
sacerdote camilliano a Haiti, aiutando le persone sofferenti a causa
delle
catastrofe naturali. * La
FCL di Centobuchi ci racconta dettagliata la loro attività
d’estate scorso: le
feste organizzati in occasione dell’anniversario di 390 anni della
nascita
celeste di San Camillo, nella sua città natale e dintorni, e
saluta caldamente,
come sempre, la nostra FCL. * il 16 ottobre
a Csíkszereda dalle ore 11 s’incontrano
le FCL di Transilvania, insieme al nostro preside, don Baricz Lajos,
nella
chiesa Millennium. * il
30 ottobre a Budapest sarà inaugurata l’altare della famiglia
Simon, secondo il
progetto dell’artista Simon András, presso la cappella di don
Regőczi István a
Kútvölgy. La tovaglia dell’altare, secondo il loro
desiderio sarà portata dalla
nostra città. Con
affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO - 530194
Csíkszereda, Hunyadi János,
45/A/27, Tel/Fax: 0040 266 316-830 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@nextra.ro; |