Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda

Anno IV, Numero 25, marzo 2000 - Anno Santo

LA PASTORALE DEI MALATI: LO STATUTO GENERALE DELLA FAMIGLIA CAMILLIANA LAICA

IV. ORGANIZZAZIONE (proseguimento del numero di gennaio)

E' compito dell'Assemblea generale:

- l'approvazione dello Statuto provinciale (o di Delegazione) e delle sue eventuali modifiche;

- l'elezione del Consiglio di Presidenza;

- l'approvazione del lavoro compiuto dal Consiglio di Presidenza.

2. il Consiglio di Presidenza. Esso è costituito dal: Presidente, Vice-Presidente, Segretario e Tesoriere, uno o più Consiglieri e Assistente religioso. Eccetto quest'ultimo che viene eletto dal Superiore (O Delegato) provinciale, gli altri componenti della presidenza sono eletti dall'assemblea e confermati dal Superiore (o Delegato) provinciale:

E' compito del Consiglio di Presidenza della FC:

- animare la vita della FC, stimolare la crescita spirituale e l'attività apostolica attraverso incontri formativi;

- accogliere le domande di adesione e decidere la sospensione di un membro;

- costituire nuove FC locali e verificare il lavoro di quelle già esistenti;

- convocare l'Assemblea generale con finalità specifica preannunziata, per deliberare in materia economica e per scopi elettivi;

- dirimere i conflitti giuridici, disciplinari ed economici delle FC locali;

- elaborare un rapporto annuale da inviare alla Commissione mista Centrale.

 

Aspetta al Presidente:

- governare l'Associazione nei sensi degli statuti;

- convocare e animare le sedute dell'assemblea generale e della presidenza;

- rappresentare l'Associazione all'esterno con potere di firma;

- curare i contatti con le singole Famiglie Camilliane;

- stabilire rapporti con le Famiglie Camilliane di altri paesi.

 

Il Vicepresidente, in caso di impedimento del presidente, ne assume tutti i poteri;

 

Il Segretario è responsabile per la stesura di tutti i protocolli delle sedute e dei dibattiti.

 

Il Cassiere amministra per ufficio le finanze dell'Associazione ed è responsabile dell'ordinata registrazione dei conti.


Nel silenzio della Quaresima

Fin dall'antichità molto si è parlato della parola, poco o quasi mai del silenzio. Il silenzio non consiste semplicemente nel fatto che la creatura umana, a un certo punto, cessa di parlare. E' qualcosa di più di una qualsiasi assenza di parole. Il silenzio appartiene alla struttura fondamentale dell'essere umano: parola e silenzio sono legati. La parola è essenzialmente unita al silenzio, ma in ogni parola qualcosa tace, ed è il segno che la parola è il segno del silenzio; In ogni silenzio c'è qualcosa che parla ed è il silenzio che dal silenzio ha inizio il discorso.

All'inizio della creazione Dio stesso parla con la creatura umana. Il silenzio affiora nel momento stesso in cui ci collochiamo all'origine stessa dell'Essere. L'origine dell'essere non è l'Essere, ma "la sorgente dell'Essere - l'Essere è già da questa parte dello schermo. Questo locus previo, anteriore, originante è il silenzio della Vita. La Vita pura e nuda è il dono che ci è stato dato - e che in ultima analisi siamo. Dicendo in termini cristiani: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv 10, 10).

Il silenzio, nell'esperienza dell'umanità, si presenta sotto mille aspetti spesso imprecisabili, ma tutti affascinati: il silenzio dell'alba, la tacita crescita di un albero verso il cielo o lo sbocciare di un fiore; il declino misterioso del giorno, della notte; il muto alternarsi delle stagioni. Il silenzio è l'altro volto della parola e la parola è il contrario del silenzio. In questo silenzio profondo del proprio essere si scopre quell'immagine che porta il messaggio della propria esistenza, che precede la parola, perché nel silenzio profondo del cuore opera la misericordia, quella divina. Tra Gesù e noi c'è uno spazio di silenzio, e dove egli passa, la vita si riprende ed egli impone ai suoi beneficiati il silenzio. Perché si riempisse della misericordia.

La misericordia è il tesoro nascosto del cuore, l'armonia del Creatore e il suo amore, sul quale si può dire tanto, ma per essere autentico, bisogna creare la propria immagine. Questo fatto nel campo della pastorale dei malati, ha un'importanza fondamentale, perché dalle risposte dei cappellani, confermate da quelle dei malati, appare che la grande maggioranza dei battezzati, anche praticanti, non hanno veramente preso coscienza del posto centrale che occupa il mistero pasquale nel cristianesimo, nella fede, come nel culto, come nella vita cristiana quotidiana.

Dalle risposte risulta che il più delle volte si ci si trova di fronte al "sentimento religioso", piuttosto che alla fede cristiana.

San Camillo così parlava del silenzio:

La prima opera buona che apre all'uomo la strada del paradiso è pensar bene.

La seconda opera buona opera buona che apre la via del paradiso é parlar bene, ma per parlare bene occorre anzitutto imparare tacere.

Il nostro santo lo praticava questo in maniera in cui al posto dei pensieri cattivi, inutili, vani, fece entrare i buoni. La pratica e l'abitudine dei buoni pensieri resero Camillo taciturno. Il silenzio era per lui orazione, sensibile guadagno di tempo, assicurazione contro molti difetti ai quali non sfugge chi parla troppo.

* Auguriamo a tutti voi buona preparazione alla Pasqua!


Con affetto,

Mária-Hajnalka Bakó, Via dei Villini 12-16, 00161 Roma, Tel: 0039-347-14 33 260


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