Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XV, nr. 154 – giugno 2011

La preghiera delle api

            Giugno è il mese del Sacro Cuore di Gesù. Il sole domina l’orizzonte dall’alto, le giornate, le ore luminose sono le più lunghi, e le notti sono le più corti. I contadini lavorano, forse di più nelle campagne, anche la dolce terra madre necessita la massima cura ed attenzione alla procura della vita. I nostri antenati dicevano “vita” al grano che delineava il loro modo di vivere durante generazioni,  determinando il ritmo di vita, concedendogli orientamento al vivere degnamente in quella virtù pura che svolgeva nella presenza di Dio, nell’umiltà del “pregare e lavorare”, non preoccupandosi di altro.
            Il Buon Dio mi ha regalato con una Nonna così straordinaria che lavorava pregando e pregava lavorando. Ero partecipe al suo silenzio vedovile meravigliandomi ai miracoli quotidiani, quando mi ha invitato a quella saggezza che poi col passare del tempo è diventata sorgente viva alla fondazione della mia vita futura, determinando l’elaborazione della medesima.
La dimora di nonna era la casa della preghiera. Per anni ospitava le catechesi e la santa messa nella località. Ella raccoglieva le donne dai dintorni e nel silenzio della serena devozione pomeridiana pregavano insieme, così conoscevo le profondità dell’orazione da piccola. In tali casi, sedendomi sul letto, serenamente sfogliavo i libri di preghiera, guardavo i disegni bianco-neri, mentre ero attenta con tutto il mio essere alle donne oranti. Per me, era importante non solo il testo della preghiera, bensì il tono della voce con il quale hanno pronunciato le parole, i gesti, con i quali hanno accompagnato la preghiera detta ed anche i sguardi tramite i quali hanno segnalato la comunione tra di loro. Le ho conosciute queste donne quale persone orante, perché pregando ho scoperto anche qualcos’altro della quotidianità: la dignità divino-umana, ponte di collegamento tra cielo e terra. Questa mi ha permeato di meraviglia. Sul tavolo era acceso sempre una candela benedetta. Questa aveva un notevole significato in quei tempi pieni si povertà, essendo uno strumento tanto apprezzato da una famiglia, quando sentivo che il tempo si ferma e solo la speranza espressa nella preghiera aiuta la sua sopravvivenza.
Dopo un „pregare” di così lungo pomeriggio, prima ancora del tramonto avevo occasione di uscire fuori nel giardino, mettendomi a bocconi davanti le cassette delle api, e là continuare il miracolo, con la loro preghiera. Per me era tutt’uno la devozione delle donne e quelle delle api, sentivo lo stesso pulsare di vita da entrambi. Meravigliavo i loro  cestini ripieni di varie colori ed il portinaio „chi” salutava ogni arrivante. Si potevano vedere, sentire i loro saluti. Il signor apicoltore mi insegnava in una maniera particolare sul loro modo di vivere che essendo tanto benigno, lavorando tutta la sua vita per l’uomo - soprattutto in una devozione straordinaria comunitaria - il decesso di un ape si considera una vera perdita, cioè muore un “chi” e non uno di “che”, quasi una persona.
Tale insegnamento mi offriva una serena base virtuale, la lode della preghiera e del lavoro. Col passare del tempo mia nonna mi ha piantato nel cuore la venerazione del Sacro Cuore di Gesù e di Maria, nei quali si unisce la preghiera ed il sacrificio, l’unità ed il miracolo della vita e del compimento, portando il lavoro alla generosità, compiuto pregando.
 („Mondo di Cristo”, giungo 2011, 9)
Incontro Mondiale della Grande Famiglia di San Camillo, Roma – Ariccia, 23-26 maggio 2011

Il mese scorso è stato organizzato un evento grandioso ad Ariccia vicino a Roma, verso Napoli. Cento partecipanti da varie parti del mondo, 23 nazionalità con 20 lingue sono stati rappresentanti quali membri di Famiglia, secondo il motto dell’incontro, parlando con le parole di San Camillo, patrono dei malati, ospedali ed operatori sanitari “centro braccia, solo un cuore”. Il centro di conferenza porta il nome della Casa del Divin Maestro, nella vicinanza del lago Albano, per me come fossi al margine del cratere del nostro lago Sant’Anna in un altitudine vertiginoso. Sul lago, naturalmente vivono dei cigni per la meraviglia dei visitatori in mezzo all’arboreo mediterraneo. Il silenzio del bosco e la bellissima panorama suscita alla creazione il partecipante attento. Al solito si organizzano in simili centri di conferenze anche le più grandi eventi religiosi come il capitolo generale per l’elezione dei superiori. Il padrone della Casa è la Società di San Paolo italiano che ha varie attività simili e ha anche una casa editrice notevole.
            Lo scopo primordiale del nostro incontro era la preparazione dell’anno giubilare della morte di San Camillo, che avrà luogo fra tre anni, nel 2014. Per tale motivo l’Ordine Camilliano ci ha invitato insieme tutti i „rami” e “pianticelle”, che formandoci una Grande Famiglia, ci possa aprire una prospettiva infinita per gli anni e decenni seguenti in favore di questo „santo servizio”. Dal bacino dei Carpazi siamo stati presenti otto persone ungheresi, dopo i partecipanti italiani siamo stati noi i più numerosi (sia anche così!). Abbiamo iniziato le due giornate intensivi nella cappella della Casa, accordandoci nella lode di Dio al lavoro degno alla Grande Famiglia di San Camillo ed ai nostri scopi comuni. Penso, solo tramite un’incontro cosi grandioso si può vedere bene quanto si può vivere e far fruttare l’ideale di San Camillo in maniere diverse. La „Formula di vita di Transilvania” apparsa nel luglio 1998 già nel primo paragrafo precisa: „La Famiglia Camilliana Laica è un gruppo della Grande Famiglia, approvata della Chiesa”. Il 13 marzo 1998, l’arcivescovo di Transilvania, Dr. Jakubinyi György l’ha approvata con nr. 476. Nel terzo capitolo che tratta le competenze dell’apostolato, il settimo paragrafo spiega i concetti della piccola e della grande famiglia: „Consapevolmente dei valori famigliari, il membro della FCL tende a creare doppia immagine sulla famiglia: 1. sua piccola famiglia, personale, di sangue e tramite i suoi relazioni sociali perciò crea la propria ’piccola Chiesa’ (LG 11), e 2. sua grande famiglia dove sarà partecipe alla comunità dei fratelli/sorelle uniti nella comune spiritualità camilliana (Formula di vita – Libro di preghiera per i camilliani e malati, ’vol.IV’, Csíkszereda, Ed. Státus 2009, 17-20). Lo Statuto delle FCL, approvato dalla Santa Sede nel 2001 (che per ora sta sotto modifica), è apparso in ungherese nel 2003, nel primo Libro di preghiere per i camilliani e malati, Ed. Státus, 9-12, offre la possibilità ad ogni membro, secondo il suo stato di vita di aggregarsi alla Grande Famiglia di San Camillo, che in tal modo, anche per noi, ungheresi, abbraccia ogni pianticella e ramo sull’”Albero di vita” nell’arboreo del mondo. Così abbiamo saputo che l’Associazione dei medici cattolici, „Curate infirmos” è stato fondato già nel 2003, attualmente lavorano con 108 membri e spesso fanno le loro visite di pronto soccorso nel bacino dei Carpazi. Non per caso abbiamo difeso i nostri medici in mezzo a varie controinterrogazioni durante l’incontro. I tre anni invece che ci aspettano fino all’anno giubilare, potremo dividere a tre soggetti rivolti a San Camillo: 1. l’anno dell’occhio, 2. del cuore, e 3. a quello dei cento braccia. Possiamo sviluppare le nostre idee secondo il modello dell’Albero di vita e creare i scopi propri secondo le nostre capacità.

Notizie:
* Grazie a Dio, siamo arrivati al 1oo trasmissione nella Radio Maria Transilvania, si trovano sul DVD,
* A Pentecoste era nostra ospite la cancelliere dei Maltesi Ungh.la Barone. Dr. Podmaniczky Erzsébet,
* Il 6 giugno abbiamo rinnovato la nostra FCL, arricchite con nuove idee secondo la GFSC,

* 25: Salutiamo con tanto affetto il P. Angelo Brusco in occasione del suo 50. anni di sacerdozio!

Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr. astral.ro http://www.hhrf.org/gyrke/camilliana


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