I Santi e Beati Ungheresi
Per me, ogni mese ha una spiritualità e destinazione specifica, così anche il novembre. Se ci penso, forse non mi sono occupata tanto con nessun mese come ho fatto con il novembre. Perché? Non è semplice rispondere. Se mi metto a scavare al profondo della mia vita spirituale, penso che tale sia della rassegnazione. Sì, della rassegnazione perché mi mette a confrontare con il trascorrere, con l’al di là, che mi costringe al presente, vivendo quella prospettiva, perché solo di là si può vedere davvero il “qui ed ora”. Così, il presente è importante, al quale posso avvicinare solo dalla prospettiva dell’esistenza eterna.
In una famiglia cristiana che pratica la propria fede, i figli crescono insieme a questa consapevolezza, perché qualcuno è già “andata via”, fanno la memoria di qualcuno, è soggetto del parlare nella famiglia tramite cui rimane vivo, anche se è invisibile la sua presenza, si celebra la messa e accendono le candele nel cimitero, rendendo magnifico questo giorno. Per i ragazzi non è difficile accettare il fatto del trascorrere, loro non lo separano ancora dalla vita, lo meditano nel loro modo angelico, e lo mettono precisamente al posto, anche se gli adulti pensano diversamente. Questi piccoli si giocano col pensiero, vivono piamente tutto quello che per gli adulti è lavoro, dovere. Poi, il gioco si consolida, si cristallizza l’intuizione che tutto il bello, buono, portato nell’interiore dell’infanzia, pian piano incammina nel fuoco incrociato delle sfide, e può mantenere solo con attenzione seria, quello che aveva adorato la sua anima angelica avuta finora.
La cara nonna mi aveva aiutato affinché tale processo si consolidi nell’anima. Lei mi ha preparato a riconoscere le future sfide e a vivere accettandole con rassegnazione. Tante volte andavamo nel cimitero, le piaceva portarmi con sé, anch’io andavo con lei ovunque, e mi poteva portare con lei. Avevo vergogna ma qualche volta arrivavo alle sue spalle, e lei, in questi casi mi trainava fino a quando ho accumulato le forze necessarie per camminare… Mi ha dato insegnamento serio e testimonianza insieme.
Nel cimitero di Csíksomlyó sta una croce, per me meravigliosa. Nell’infanzia la potevo abbracciare, e sempre amavo baciare i ginocchi del Signor Gesù Crocefisso. Mia nonna dedicava quest’omaggio alla ferita laterale. Non mi consideravo degna per fare lo stesso, la stimavo molto di più… In questi occasioni parlavamo anche sull’al di là. Mi ha parlato tanto di quelli che sono già passati sull’altra riva. Gli prendeva uno dopo l’altro, con calma, perché un tale giorno era dedicato per queste cose. Nonna parlava di loro quali Santi, che sono vissuti qui, prima di noi, hanno lavorato per noi, ci hanno testimoniato la vita pura virtuale. Non la sentivo mai parlare di nessuno in maniera male. Se aveva qualche rimprovero, lei si esprimeva personalmente, evitando ogni giudizio. Ora vedo quanta grazia…
Anno dopo anno, come abbiamo visitato, curato le tombe dei nostri cari defunti, abbiamo piantato fiori, accese candele, mi sono familiarizzata con la venerazione della “comunione dei Santi”, essendo usciti i primi dall’albero di vita della nostra famiglia. Mi ha riempito con buon sentire e sicurezza la consapevolezza che i nostri angeli custodi sono quei santi, conosciuti quali membri della famiglia. Tale cerchio si è allargato poi ai Santi della Chiesa, fino a quando si è ritornato ai Santi e Beati Ungheresi della nostra Chiesa. La partenza iniziale ha disegnato così profondamente la personalità dei Santi che mi ha suscitato di cominciare di trovare la litania dei Santi Ungheresi. A quel tempo avevano già costruito varie chiese in loro onore, come quello di Marosfő, dove abbiamo tenuto i nostri numerosi ritiri. Questa chiesa mi aveva incoraggiato ancora di più. Portavo al termine proprio il secondo volume dei libri di preghiere per camilliani e malati (2005), quando ha maturato in me il desiderio per la venerazione dei Santi e Beati Ungheresi. Quando ho bussato sulla porta dei miei superiori, non mi rimaneva altro che il cardinale Erdő Péter, cui rivolgermi. Fatto con fiducia, essendo mio avuto professore, e uno dei migliori. Da lui ho ricevuto infine la litania dei Santi e Beati Ungheresi – per il giorno di San Camillo, al quale ho aggiunto il francescano Beato Antonio. Più tardi hanno ricevuto luogo quei Santi e Beati Ungheresi, che prima non avevano un giorno festivo proprio durante l’anno liturgico. Sono cinquantasei persone.
Esprimo la mia gratitudine al Buon Dio, perché i loro primi sono partiti dalla nostra famiglia…
Signora Juci
Abbiamo di nuovo con un amico di meno sulla Terra, e con uno in più nei cieli. Avevo scritto su di lei, moglie di Salamon József, Signora Juci, quest’anno, nel numero di aprile, quale casalinga esemplare. È passato un mezz’anno, e lei è partita. Mancavano solo otto giorni per i suoi ottantotto anni.
Il 3 novembre, domenica mi aveva invitato al pranzo. A causa dei miei impegni, non potevo accettarlo solo la cena. Lei mi ha servito, nel modo ben conosciuto, ma vedevo di più la stanchezza su di lei come prima. Quest’estate si è indebolita evidentemente. La sua gentilezza, compiacenza mi ha toccato anche adesso. La cena si svolgeva nella solitudine silenziosa, nel buon, confidenziale umore.
Giorno dopo, finendo la trasmissione di Radio Maria, ho ricevuto la notizia che all’alba, lei si è deceduta. Mi ha colpito la notizia, pensavo proprio che al ritorno a casa, le visiterò e parleremo i nostri progetti futuri… Dovevo impegnarmi contattare tramite la comunicazione della rete “celeste”, perché la Signora Juci è diventata invisibile solo nel corpo, nella sua anima è rimasta quella che era prima.
Rendo grazie con tutto il mio cuore a Buon Dio, che potevo conoscere, amare e visitare un’essere così meravigliosa, che ha vissuto ottantotto anni dando testimonianza fino all’ultimo battito del suo cuore del servizio di carità. Per me, è un privilegio, onore quest’ultima cena in veglia della sua nascita celeste.
Notizie:
* La perla della nostra FCL, Imre Emil è presuntivo all’Olimpiade. Alcuni anni fa, vedendo i suoi risultati, le coppe d’oro e d’argento, che allora erano una sessantina già, gli avevo detto: “Mi piacerebbe vederti all’Olimpiade.” Mi guardava senza parlare, sembrava che non era neanche attento, sapendo bene che non è vero, ma gli ho mostrato una meta così alta, come persona estranea dallo sport, che non era aspettata da nessuno, nemmeno da me. Poi, scorreva il tempo, egli ha passato sempre più periodi all’estero nei campi di allentamenti. In questi casi tutta la sua classe gli aiuta per mantenersi anche nella scuola. Quest’anno invece ha cominciato a disegnarsi la possibilità di un’eventuale partecipazione olimpica. Emil non si confronta con quelli della sua età, bensì con quelli di anni adulti, essendo lui ancora uno “junior”. Chi si sente in grado di portarlo al cuore la “nostra perla”, la invito di pregare per lui, affinché sotto il mantello di San Camillo possa sviluppare la sua vocazione di vita.
* Giornata di Santa Elisabetta d’Ungheria a Gyergyószentmiklós. Grazie a Dio, anche quest’anno siamo riusciti di festeggiare la giornata di Santa Elisabetta nella Casa degli Anziani di Gyergyószentmiklós. Fatto per la quarta volta nel giorno d’indulgenza, portando tanto dolce, caramelle per gli abitanti, operatori sanitari e ospiti della Casa. Accanto all’iniziatrice camilliana Dánél Éva (figlia DÉva), insieme al suo marito, ci ha onorato la Signora Fazakas Ida (madre spirituale) maestra della “dolce della Nonna”, e con il suo regalo il proprietario del “Forno Prima”, Csorba Ferenc. Esprimo la mia gratitudine a tutti!
* La FCL di Kézdivásárhely, esprime la sua stima per la trasmissione „Venite da me”, dedicato ai malati, diretta da me. Ringrazio per la loro attenzione, amore, che è una forza di mantenimento per me.
Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr.astral.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)
<< dicembre 2013