Anno XIX. Nr. 205 novembre 2015.
Accreditamento
Negli ultimi giorni di settembre e primi di ottobre si è svolto l’accreditamento degli ospedali della nostra città. È stato preceduto da febbrili preparativi. Era come un formicaio prima della pioggia, o un’abbondante spezzata, sovvertendo tutto. Si può paragonare anche a una “invasione Mongoli”, concetto che si usa ancora da noi, quando tutti scappano e domina la perdita di testa.
Guardavo solo gli eventi, all’inizio neanche pensando quanto profondamente sarò toccata anch’io da quell’evento che si realizzerà presto, cui sembra di essere un’osservatrice esterna. Quanto più è diventata febbrile la situazione tanto più cominciò a spremere in me una tensione interna, affascinandomi una paura invisibile, che avevo sperimentato negli ospedali giorno dopo giorno.
Cominciavo a interessarmi per il perché di tale fretta, umore di panico, che si è disegnato sul volto dello staff ospedaliero, indipendentemente dal titolo di lavoro? Accreditamento, l’ospedale sarà accreditato, suonava la risposta da tutti quanti domandati. Stavo senza capirne. Non ero capace mettere insieme l’immagine, l’umore sperimentato ai reparti con quel buono scopo che dovrebbe significare un accreditamento. Il termine stesso è francese. Il Grande Lessico Pallas (ungherese) attribuisce tre temi importanti a esso: 1. Autorizza, incarica qualcuno con rappresentazione. 2. Promulga un istituto idoneo al compito stabilito. 3. Autorizza al credito, prestiti. Tutti i tre temi comportano solo cose buone, allora perché c’è tale allarme?
Il sito dell’Organismo Nazionale di Accreditamento (ungherese) chiarisce di più:
“L’accreditamento è il riconoscimento che un organismo, persona naturale è in grado di compiere determinate attività (collaudo, calibrazione, il campionamento, certificazione, ispezione ecc.). Lo scopo dell’accreditamento è di far crescere la fiducia nei confronti degli organismi che hanno vinto il riconoscimento nel sistema di accreditamento basato sulle norme dei principi uniforme europei, promuovere l’accettazione reciproca dei risultati della prova e certificazioni, creando così l’eliminazione delle prove ripetute e prevenire dagli ostacoli tecnici del commercio… Lo svolgimento delle procedure di accreditamento sono fatte dal direttore amministrativo dell’Ente di Accreditamento e dai valutatori esterni indipendenti dell’Ufficio, coinvolgendo degli esperti… Durante la procedura il ricorrente deve certificare, oltre la sua idoneità professionale, che fa operare un sistema di gestione della qualità efficace… Sull’accreditamento decide l’autorità di accreditamento, e sul quale comunica in decisione amministrativa col ricorrente… Lo stato accreditato è valido per quattro anni, con la condizione che l’organizzazione, alle verifiche annuali di sorveglianza, rispetta in continuare i requisiti di accreditamento. L’accreditato, è doveroso di informare l’Ufficio di Accreditamento su ogni cambiamento notevole da lui suscitato o eseguito nel percorso, relativo in qualche modo con il suo stato accreditato o a qualsiasi caratteristica della sua attività. Lo stato accreditato, secondo il caso può essere sospeso o revocato…”
Secondo questi fatti è già più percepibile l’allarme, che ha preso possesso le infermiere già esaurite. È rimasto però un punto nero nella cosa, cioè l’eliminazione dei segni della presenza religiosa da alcuni reparti. Quando ho chiesto perché bisogna eliminare l’orario delle messe, delle ore di preghiere, manifesti, immagini, la maggior parte delle risposte era tale: nemmeno un reclamo di medicamenti può rimanere sul muro… si è sdegnato sotto il livello dei reclami di medicamenti il diritto dei malati alla religione negli ospedali, che è una norma europea, convenzione internazionale (10.12.1948)? C’è stato solo un primario a concordare con me, del resto mi spettavano i fatti compiuti.
L’accreditamento degli ospedali dal punto di vista della presenza religiosa per momento significa, che la cura pastorale dei malati è un fatto da nascondere da eliminare dagli occhi degli accreditatori, degradando la guarigione olistica (unità del corpo e dell’anima) al secondo, terzo, o di più stato. Purtroppo, è rimasto taciuto il concordato compiuto del 2000 tra l’Arcidiocesi e il Ministero della Sanità Romena. Il concordato col nr. a GH/8969/4.12.2000 firmato dal ministro Hajdu Gábor, e col nr. 2532 – 2000 è stato firmato dall’arcivescovo Jakubinyi György.
La scomparsa dei simboli, programmi religiosi cambiavano dal reparto al reparto. Succedeva anche la situazione, che dove anni fa era cancellato tutto in nome dei restauri, e non hanno tollerato poi niente, ora alcuni di essi sono stati posti sulle tavole europee, che erano montati a ogni reparto in occasione dell’accreditamento e sono stati riempiti con tutti i tipi d’informazioni sanitarie.
L’ironia della situazione è che i malati erano intervistati dalla commissione d’accreditamento sull’esistenza della cura pastorale, liturgia nell’ospedale. È saputo, finora il nostro servizio pastorale ha aumentato il punteggio del reparto… Resta incomprensibile il dubbio: di chi doveva temere?
(Lo sfondo religioso dell’ora di preghiera sull’immagine è ormai del passato)
Giornata Santa Elisabetta nella Casa di Riposo a Gyergyószentmiklós
Quest’anno grazie al Signore abbiamo avuto parte in questa festa per la sesta volta. Si tratta della festa specifica della nostra Famiglia Camilliana, manifestando nel servizio di carità.
È stata iniziata da DÉva (Dánél Éva) nel 2010, anno quando l’avevo conosciuta. Stavo legata intonaco a causa della rottura dei ligamenti quando mi ha cercato, sentendomi nella Radio Maria.
Lei ha offerto il servizio di preparare dei dolci affermando il desiderio di fare un bene, una gioia a qualcuno. Grazie a Dio, c’è sempre qualcuno cui si può fare un bene, non soltanto a livello personale, ma anche istituzionalmente. Siccome da anni stavo in relazioni buone con la Casa di Riposo Santa Elisabetta di Gyergyószentmiklós, che sta sotto la protezione della Caritas della Diocesi d’Alba Iulia, così è caduta la scelta su di essa. A quel periodo anche mia madre di buon ricordo era abitante della Casa nella situazione complicata dopo una frattura, ma la conoscenza era di prima.
DÉva nel frattempo è diventata membro della Famiglia Camilliana, ricevendo la spiritualità. A casa, nella propria famiglia sta curando sempre qualcuno, come ogni madre di famiglia, svolge il servizio del curatrice-guaritrice cristianamente, ora passando oltre le frontiere avute. Abbiamo iniziato un movimento, creando una tradizione, coinvolgendo anche altri membri della Famiglia Camilliana, che sono in grado di offrire qualcosa per la preparazione e realizzazione di una tale festa.
Grazie a Dio questo è avvenuto il 19 novembre anche adesso, nella giornata della canonizzazione della Santa. La Casa ci aspettava, noi siamo andati a casa. Quest’anno abbiamo passato oltre i limiti di una sola macchina, finora siamo andati solo con la mia, adesso avevamo bisogno anche del servizio di un’altra autista per il trasporto della gente.
Siamo arrivati caricato alla cucina della casa per la gioia di tutti. La messa festiva ci ha riempiti con grazia, che abbiamo condiviso accanto alla tavola festiva tra di noi, e durante il viaggio di ritorno, rendendo grazie al Signore per ilservizio di carità straordinaria dei benefattori.
Notizie:
* Il 13 Novembre: Giornata dei beati e santi ungheresi, da 2011giornata della lingua ungherese, da 2015 per la dichiarazione del capo dello Stato Romeno, Klaus Johannis, anche in Romania.
* Il 16 Novembre: festa di Salus Infirmorum, Madonna della Salute, della guarigione.
* Transilvania: https://www.youtube.com/watch?v=1M4FhIjtCKs
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