Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XX, Nr. 210 - aprile 2016 – Anno Santo della Divina Misericordia

La Radio Maria ungherese Transilvana ha dieci anni – suo servizio nella pastorale ospedaliera

            Quale onore straordinario, neanche un anno dopo la partenza della Radio Maria Transilvana, ha cominciato già il programma per i malati “Venite a me”. Sentivo presto il suo effetto benevolente all’incontro con i malati negli ospedali. Ci siamo avvicinati di più a vicenda, “mi conoscevano”, mia “voce” era conosciuta quando gli salutavo. Questo era naturalmente edificante anche per me e mi ha facilitato l’indagine del rapporto con loro. Mi ha concesso fiducia anticipata, che dopo dovevo “solo” mantenere e perpetuare. Confesso, che non mi era semplice far partire un tale servizio al quale non era esempio ormai dalla memoria umana, la pastorale ospedaliera. Anche dopo quindici anni mi chiedono spesso: “è cattolica?”, o “di che confessione è?”, perché i malati si cambiano sempre, vengono nuovi, e tanto quanto ci sforziamo a rendere disponibile al pubblico, gridando al mondo quale tesoro comune, ci sono ancora tanti che non hanno udito nulla della pastorale dei malati negli ospedali.
            La Radio Maria fa grande servizio in questo settore. Il tempo di trasmissione di un’ora la settimana, quando incontro con gli uditori, e c’è possibilità alla conversazione, ci avvicina. Più tardi, quando qualcuno sarà ricoverato all’ospedale, dove ci incontriamo, rendiamo conto che siamo “conosciuti“, perché mi hanno sentito già nella radio, abbiamo parlato. In questi momenti sentiamo come fosse fermato il tempo, e ci s’incontra di nuovo con il caro “conosciuto” di prima. Spesso parliamo di questa conoscenza, fiducia, incontro del tutto particolare. Quanto è diverso parlare poi sullo sfondo spirituale della malattia con il paziente, indagare le cause dei problemi, incoraggiare per la soluzione, decidere la “sì” della guarigione, prendere in mano la direzione della propria sorte e prepararsi secondo le possibilità ai sacramenti. Dico possibilmente, perché non tutti possono partecipare. Il Signore diceva forse di loro: “Io ho anche delle altre pecore, che devo raccogliere…”.
Mio incontro con i malati è una cosa così superba, che potrebbe essere ance l’ottavo sacramento, se si culmina all’influsso della conoscenza tramite la Radio Maria, manifestandosi nel modo particolare secondo ogni malato. Comprende un certo desiderio per l’adempimento, respirare, di più, liberazione dalla morsa, distanziamento della malattia. È una scappatoia, che offre la possibilità al malato che possa succedere qualcosa nella sua vita, che gli alza dalla sua situazione momentanea, per renderlo più nobile davanti a se stesso e degli altri, per fargli brillare la sua consapevolezza d’appartenenza, sicurezza che aiuta volare, nonostante la sua situazione sgradevole. A questo punto ci sorridiamo al solito, scherziamo come i buoni familiari, che gioiscono per il nuovo incontro, anche se senza precedenza, e non ha mai fine l’allegria, il tempo si ferma nel momento dell’incontrare.
            Negli ospedali di Csíkszereda non c’è una cappella, un luogo riservato per l’esercizio intimo della fede, come l’anima umana fosse ancora qualche tabù, sulla quale Dio mi perdoni, si parla solo sussurrando, perché non senta nessuno, affinché non ci si facciano del male. Per le nostre cerebrazioni eucaristiche ci hanno permesso usare l’aula dei raduni, dove queste procedono in assoluta povertà.
Una volta mi occupavo con i malati prima della santa messa, durante le confessioni, aiutando a accordarli alla celebrazione. Ho tracciato proprio la festa ecclesiale del giorno. Parlando così, ho sentito che qualcuna delle donne domanda per il mio nome: Hajnalka? Poi ho sento il mio nome più volte anche dagli altri. Passo più vicino da loro per accertarmi se ho sentito bene, se qualcuna mi ha chiamato, allora una donna robusta mi chiede al nome. Sì, la dico anch’io con voce bassa, sono io. Lei invece ripete in continuare il mio nome, poi alzando gli occhi in alto i suoi occhi si riempiscono di lacrime e sospira rumorosamente: “Mio Dio, finalmente l’ha conosciuta, perché l’ascolto così tanto…”, poi nasconde il viso tra le mani e così continua a esprimere la sua dolce gratitudine…
            In questo momento si è scomparso il tempo per me. Stavo là senza parole, affermando ancora qualche volta in silenzio che “sono io”, poi mi fermò la voce, stavo inchiodato dalla commozione. Avrei voluto abbracciare la signora, ma sedeva nella seconda fila, non potevo avvicinarmi. L’ho fatto spiritualmente. Nell’aula raduni/biblioteca si è fatto un silenzio profondo, cantava solo la voce delle anime, una melodia mai udita, alla quale non occorrono le parole più, affinché “ci capiamo a vicenda”. Guardavo con tanta commozione a questa cara donna. Nella luce pura del suo amore ho riconosciuto la mia piccolezza, indegnità a tale amore. Mi ha riempito il timore di Dio, oscillavo tra cielo e terra, fino a quando ci siamo calmati in quell’amore che sorpassa l’uomo, inondandoci con splendore…

È in preparazione il Secondo Manuale di Formazione per la FCL, per ora on line

E’ in preparazione il Secondo Manuale di Formazione per la Famiglia Camilliana Laica che la Commissione Centrale dell’Associazione ha deciso di presentare on line. È una raccolta di brevi saggi, affidati ad autori diversi, nei quali ciascun autore si occupa di un settore specifico della “pastorale della salute”, a partire dalla propria esperienza e competenza, con lo scopo di offrire riflessioni da maturare e applicare a seconda delle concrete possibilità dei nostri gruppi ovunque questi si trovino a vivere e operare.
Questi sei saggi per momento si possono trovare in italiano, quattro di loro anche in inglese sul sito dei religiosi camilliani, al posto riservato per la FCL: http://www.camilliani.org/.
Il primo saggio, intitolato “Con cuore di madre”, tratta uno dei momenti più difficili della pastorale dei malati: l’accompagnamento dei morenti.
Il secondo saggio, “Il laico e l’incarnazione del carisma di san Camillo nel mondo d’oggi”, presenta il cammino spirituale proposto dalla F.C.L. sulle orme del santo Fondatore, Camillo de Lellis.
Il terzo, “La carità nelle relazioni (o “relazionale”)” è una riflessione  sull’accompagnamento teologico-spirituale delle relazioni umane.
Il quarto, intitolato “La ‘famiglia camilliana’ dei malati in ospedale”, tratta della pastorale negli ospedali, sia dal punto di vista teologico sia da quello della pratica quotidiana.
Il quinto saggio. “Nascere dall’alto, da acqua e Spirito”, offre una riflessione di tipo teologico sul come essere discepoli sempre “nuovi” del Cristo Gesù.
Infine, il sesto intervento, “Volontariato, gratuità, umiltà”, presenta la figura del volontariato nei suoi vari aspetti, sia sociali, sia comportamentali, sia spirituali.

Notizie:

* Un caro ringraziamento al sito del Csíkcsomortán che pubblica il Messaggio: webmester@csomortan.ro
* Il Teatro Spazio di Budapest ha visitato Csíkcsomortán. Il primo loro spettacolo era presentato nella chiesa dopo la santa messa su tre grandi santi ungheresi, il re San Ladislao, la conosciuta Santa Elisabetta e la Santa Margarita dalla famiglia degli Árpád. La presentazione era arricchita con spiegazioni e musica del loro tempo storico. La seconda presentazione aveva luogo nella nuova casa di coltura del villaggio domenica sera, presentando il dramma L’agente, di Páskándi Géza, per adulti.
La terza presentazione, Pinkó e l’uomo povero invitavano i più piccoli. Ringraziamo di cuore!
* Il 12 aprile si è iniziata la novena a Sant’Antonio ogni martedì nel noto santuario di Csíksomlyó.
* Il 25 aprile: incontro camilliano nella vallata pittoresca dei Gyimes, al solito tempo.

Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr.astral.roArchivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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