Anno XXI, Nr. 222 – maggio 2017 – Anno di San Ladislao (1046-1095)
Veglie di maggio
Una bella tradizione del nostro anno liturgico è la veglia di maggio. Tale liturgia ha specifico umore, messaggio. In qualche modo porta giù il cielo sulla terra, collega i due, rende tangibile all’uomo. Nella mia infanzia andavamo al santuario di Csíksomlyó per la veglia. Vivo ancora in me quella devozione che aveva riempito mente e cuore, la voce diletto del padre Daczó Lukács poi di P. Écsy János. In questo periodo ho vissuto veramente la profondità, la quintessenza della preghiera “buona notte ora e poi la grazia del felice transito”. Vedo ancora la luce del Sole del tramonto che portava vita alle bellezze della chiesa che si preparava a riposarsi, insieme a noi.
Certamente, ogni diligenza proveniva da casa, da Mamma e Nonna, che erano attente alla preghiera anche nel senso più ampio, penso qui alla devozione non solo giornaliera. Il mese del maggio aveva un significato particolare, anche se non potevamo andare ogni sera a partecipare aella liturgia, essendo lontano la chiesa e bisognava percorrere a piedi la strada talvolta dopo una giornata stancante. Hanno organizzato a casa la liturgia, scegliendo il modo migliore della devozione, pregando in comunione con i vicini o in famiglia, ma in ogni modo hanno santificato il giorno. Siccome questa devozione si svolgeva a casa, l’hanno santificato a casa, si è impregnato profondamente nella vita della famiglia, unendo a essa. La casa è diventata chiesa, il cortile luogo santo, e la nostra anima si è vestita in festa, perché abbiamo invitato la Madonna stessa quale ospite a riempire la vita con bontà, bellezza, gratuità. Con tale consapevolezza, anche se non potevamo andare nella chiesa, avevamo l’ambiente del sacro, dove sentivamo la vicinanza di Dio, ed era buono stare così. La bellezza, bontà e pace celeste ha riempito i nostri sentimenti, cuori perché era percepibile la presenza dell’onnipotente.
Penso che era la pastorale ospedaliera a mettere la corona sulla pratica delle veglie di maggio: sono riuscita creare al luogo specifico, nell’ospedale l’ambiente che conoscevo bene, praticata in anticipo. Era commovente anche la devozione, come prima, la reso valido lo stato, situazione, spirito di preghiera dei malati. Fino a quando i nostri ospedali non sono diventati di urgenze, tanti credenti venivano, non avevamo sedie sufficienti nei refettori per far sedere tutti, i più coraggiosi sono rimasti a piedi. Avevamo quattro ore di preghiere per settimana in due ospedali (due volte con sacerdote), il quinto nostro incontro era la santa messa domenicale, alternata in due ospedali. A quel tempo erano tanti malati ricoverati, che rimanevano per più settimane, e venivano volentieri a pregare e alla santa messa. Era una vera festa ogni incontro, i malati parlavano sulle nostre ore di preghiere quali esercizi spirituali.
Con le veglie di maggio non abbiamo fatto altro nell’ospedale, che abbiamo sperimentato prima: abbiamo creato lo stesso ambiente sacro che conoscevamo tutti, perché ciascuno ha portato con sé il proprio desiderio a vivere la sacralità. Con la nostra presenza abbiamo santificato il refettorio, corridoio, dove siamo radunati, con i nostri cuori abbiamo reso santo il luogo e uno l’altro. Nonostante tutto aveva un umore incantante. Come un bambino sonnolente quando si nasconde alla madre, si calma e sussurra piano, anche noi siamo diventati come bambini al seno della Madre celeste. Ci siamo colmati dell’amore divino lasciando di inondare da noi l’amore, bontà, bellezza spirituale ricevuto. Era bello stare così, dimenticando la malattia, il fremito, il male del mondo, vivendo solo al bello, buono, alla santità.
Abbiamo concluso le nostre veglie con un canto molto diletto, cantato solo nel mese di maggio, quasi abbiamo incoronato con esso il sommo incontro:
A te offriamo
A te offriamo Madre Vergine, il tramonto del mese più bello,
Migliaia di gente canta oggi, oh, ave Maria!
Canta la bocca pura del bimbo, e chi sentono il male terreno,
La canzone del loro cuore vola verso l’alto, oh, ave Maria!
Lo sente il peccatore e piange, perché ha tralasciato la casa,
Nella quale la preghiera più sacra era: oh, ave Maria!
Oh, sappiamo che in sera di maggio anche nel cielo sarà più luce,
E ancora più sonoro il canto degli angeli, oh, ave Maria!
L’incontro della CC della FCL Internazionale a Killucan di Irlanda
La Famiglia Camilliana Laica ha una commissione centrale composta da una presidente, una vicepresidente, una segretaria e un tesoriere eletto dall’Assemblea Generale. L’assistente spirituale è il vicario dell’Ordine Camilliano. La commissione attuale è stata eletta il 22 maggio 2014 a Mottinello d’Italia, che si trova tra la provincia di Venezia e Padova. Nostra presidente è francese, la vicepresidente è irlandese, io, la segretaria ungherese il tesoriere è italiano e il nostro assistente spirituale è africano da Burkina Faso. La CC ha l’obbligo di incontrarsi una volta al anno, così la vicepresidente ora ci ha invitati.
Irlanda è un paese chiamato “l’isola verde”, sono i nostri fratelli celtici, tempo fa era una nazione cristiana missionaria. Sono presenti i camilliani, anzi, da qui era provenuto forse “il più alto” generale (nella misura di San Camillo), chi fino ad oggi anima la propria comunità, ricevuta dal Signore.
Killucan si trova all’interno dell’isola, verso il centro, perciò la temperatura con cca. un grado è più freddo come al margine. Il Sole si vede solo raramente, al solito è nuvoloso e tira un vento forte. Il nome antico di Killucan è interessante, mi fa ricordare ai tempi di Santo Stefano re. Kil è chiesa, Lucan e nome. Tale denominazione espande, può comprendere anche più di dieci località. I paesi mi ricordavano al mondo delle fattorie, con aziende agricoli diffusi con grandi territori, dove pascolavano tanti animali. Le città sono come al solito, ma non ho visto neanche un luogo affollato, bensì giardini bellissimi. Anche i camilliani hanno un giardino enorme, con degli animali e hanno un centro di cura in vicinanza del monastero con 66 abitanti perenni e 4 posti letti per emergenze, con una chiesa amministrata da loro.
In questo meraviglioso ambiente abbiamo svolto il nostro incontro di quest’anno tra 27-30 aprile (purtroppo nostro tesoriere è malato, no ha partecipato). Mi potevo sentire a un luogo di grazia, brillava la bontà, l’amore. Hanno organizzato un ricco programma, già la prima sera abbiamo partecipato alla messa guaritore dell’ultimo giovedì insieme ai malati, ci hanno unto la fronte con olio portato da Bucchianico. Il secondo giorno consulta, poi nel pomeriggio siamo andati vicino a Dublin a una FCL nella casa del presidente, insieme al parroco del paese. Il terzo giorno consulta di nuovo, poi verso sera siamo incontrati con la FCL locale presso i camilliani, condividendo con loro nuove esperienze. Il quattro giorno abbiamo partecipato alla santa messa domenicale con i fedeli della località, consulta, poi la sera cena a Mullingar, città vicina. Qui si trova la prima chiesa (basilica) di Europa dedicata in onore di Cristo Re.
Ringrazio di cuore agli organizzatori e ai tutti gli accoglienti quest’incontro edificante!
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