Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XXI, Nr. 223  – giugno  2017 – Anno di San Ladislao (1046-1095)

Il potere del cantare – Libro di preghiera per camilliani laici e malati, volume III (in ungherese)

            Dopo aver compiuto i primi due libri di preghiera per camilliani laici e malati, durante il mio servizio nell’ospedale mi sono reso conto quanto sono scarse le conoscenze dei malati nelle questioni più importanti della nostra fede. In pratica, oltre i dieci comandamenti non sanno molto di più dalla catechesi. Si ricordano, avendo studiato per la prima comunione, cresima, ma col tempo sono stati scomparsi dalla loro memoria.
            Tale riconoscimento mi dava l’idea di creare un manuale, che contenga le insegnamenti fondamentali della catechesi, possa offrire orientamento nella sua pratica, con spirito di preghiera.
            Ho continuato perciò il lavoro intrapreso, ora non con le preghiere raccolte dai malati, bensì con far apparire le verità della fede. Ho voluto dare tutto ai malati, perciò ho aperto a largo le porte delle possibilità. Raccoglievo diligentemente quello che tenevo opportuno per la vita spirituale, dimenticandomi quasi dal tempo e del volume della materia. In questo modo poteva emergere la situazione quando mi sono reso conto che il materiale raccolto non potrà entrare in un volume. Ero sorpresa e mi sono buttata dentro il lavoro dell’abbreviazione. Ho perso tanto tempo con esso che alla fine sembrava inutile. non era molto più breve il materiale. Allora mi sono rivolta ai malati, intanto preparavo per loro il libro, dicano loro un parere. Mi dicevano. Ogni malato intervistato mi ha detto di fare meglio due libri che lasciare fuori nemmeno una cosa dai tesori raccolti. Cosi parlavano sul cibo spirituale a loro molto valoroso.
            E’ nata la decisione, dovevo dividere il materiale, e così è stato creato il terzo volume, Il potere del cantare, (in ungherese)Ed. Státus, Csíkszereda 2008, che poteva già servire quale manuale ai malati.
            Cito dall’Introduzione del libro: “Il nostro libro di preghiera innanzitutto è stato preparato per i malati d’ospedale, che nelle circostanze familiare offerte dall’ospedale, passano lunghe ore nella Scuola della malattia e sofferenza, vivendo il periodo faticoso d’apprendimento dei valori spirituali. A questo lavoro vuole offrire il libro un aiuto, affinché il tempo, sofferenza e lavoro passato insieme nell’ospedale possa diventare “La nuova scuola della carità”, come diceva il papa Benedetto XIV su San Camillo, patrono dei malati, ospedali ed operatori sanitari.
Il libro tende a far vedere la vita pastorale dei malati durante il loro soggiorno ospedaliero.
La prima parte presenta la Famiglia Camilliana dei Malati Ospedalieri, così, il caro lettore può conoscere l’importanza delle visite e conversazioni, nonché il programma ricca delle ore di preghiere comuni, e con la forza sanatrice del corpo, anima e mentalità di queste ore passate insieme.
La seconda parte offre alcuni pensieri giornalieri che aiutano a orientarsi nel labirinto della sofferenza e della malattia durante la giornata.
La terza parte conduce il caro Malato dal lunedì fino la domenica sera nell’insegnamento della Santa scrittura, mentre la quarta parte presenta la catechesi cattolica, essendo uno strumento per la persona cercatrice di Dio, al posto più giusto, sull’altare di Cristo, ossia il letto del malato.
La quinta parte comunica il materiale ricco dei nostri canti ecclesiali antichi (con pochi canti nuovi), insieme a creatori dei testi e delle melodie.”
Il titolo del libro ha una storia interessante. Una volta preparavo l’altare per la messa domenicale nel corridoio spazioso dell’Ospedale vecchio. Veniva solamente una signora anziana, si sedeva e mi guardava mentre io lavoravo. In un certo momento, mi chiese con perplessità: “Cara Suora” (mi dicevano così), chi sa, se qualcuno viene ancora?” Comprendevo la sua angoscia, perciò l’ho calmata: “Vedrà, fino a quando canteremo il canto d’inizio (sempre che s’inizia con Si apra nei vostri cuori), colui che lo sente, verrà. Era così. Entro dieci secondi si è affollato il luogo. Ero sorpresa anch’io, “quanto è grande il potere del cantare”. In questo momento è nato nel mio cuore il proposito che per il mio libro in preparazione tale titolo sarà il più opportuno, come la metà del materiale consiste proprio dei canti. Vorrei notare che attorno la raccolta dei canti ho scritto anche la loro età. Ho trovato così uno, per me molto caro che s’inizia col “O Signore, non sono degno…”, fino a oggi cantato, proviene dal 1505, ha più di 500 anni (prima della riformazione).
Un alto valore di questo volume è che ho raccolto parecchie preghiere a “far comunione spirituale”. Nel frattempo, infatti mi sono reso conto che sono troppi i fedeli cattolici che non possono partecipare ai sacramenti, a volte non per colpa loro. Soffrono perciò, e non c’è rimedio nella nostra Chiesa...
Anche la coperta del libro ha la sua particolarità. Era Pentecoste, avevo ospiti dall’Ungheria con i quali abbiamo partecipato insieme al pellegrinaggio nella sella tra i monti Piccolo e Grande Somlyó. Prima della santa messa sono andata a fere qualche foto vicino la cappella Salvator, a prendere dall’alto la folla dei pellegrini. Mi sono fermata sotto un albero di castagna selvatica cui foglie cadevano giù fino la mia testa. Un foglio così è caduta proprio nella panorama della foto: sembra a essere una mano che tocca la vita della gente, in sottofondo si vede la folla di gente di molte migliaia di pellegrini…

Il 450 indulgenza di Csíksomlyó

            Ho vissuto quale evento di grazia l’indulgenza di Csíksomlyó di quest’anno, con pellegrinaggio il 3 giugno. Mi preparavo per l’evento per la festa in corpo, spirito e nella cucina. Ho pulito, ordinato la casa, il cortile, e secondo la tradizione ho preparato un cibo di festa.
            Come nei 450 anni passati, anche quest’anno, l’indulgenza di Pentecoste era tenuta il sabato. A quel tempo in questo giorno si è cominciato l’evento, quando i nostri antenati sono rivoltati contro la riformazione violenta. Hanno difeso la fede cattolica con l’aiuto della Bella Santa Vergine di Csíksomlyó.
            Ho onorato la festa come al solito anche con il mio vestito, con quella tradizionale sicula. Questo vestito è pesante, è fatto dal materiale preparata a casa, quando ho preso in mano sentivo che in questo caldo non sarà facile il pellegrinaggio. Ho detto però, come ho ricevuto così tanta grazia durante l’anno passato, ora non mi ritiro da un “peso festivo”, di più, è il giorno festivo del 450 giubileo. Ho pensato, quanto è grande la grazia, che vivo proprio adesso! Sono riuscita a vivere questa festa! Cinquant’anni fa era ancora proibita per noi, fra altri cinquant’anni forse guarderò dai cieli i pellegrini…
            Siamo partiti per il pellegrinaggio da Csíkcsomortán con la tradizionale “sottocroce” (i fedeli di una località con il proprio parroco) con il nostro parroco, che è venuto da noi, figlia, dalla parrocchia. Eravamo numerosi, essendo che il villaggio ha ospitato tantissimi pellegrini (fratelli di casa) arrivati dall’Ungheria.
Cantando, pregando abbiamo pellegrinato fino la chiesa parrocchiale, dove si sono infilati i locali e gli ungheresi arcaici che sono arrivati a piedi dalla Moldova attraversando i Carpati. Siamo saliti insieme sul Monte Sacro, cioè nella sella tra i due monti Somlyó, cantando, pregando lo stesso,.
            Era una bellissimo tempo, un vero splendore pentecostale, caldo. Tutto svolgeva nel massimo ordine, le località con il proprio parroco, bandiere, suono di campane, conducendo al ritmo la gente. I sacerdoti e gli ufficiali sono saliti circondati dal “cordone” tenuto dai giovani vestiti in costumi popolari siculi. Il “laborum” quale simbolo del lavoro ben fatto era portato dagli alunni del liceo Márton Áron. In passato tale distinzione l’aveva anche mio papà. Il numero dei pellegrini radunati sarebbe difficile contare. Fino a dove l’occhio può guardare, folle di gente che si sono comportati incredibilmente civilizzati, con umiltà, devozione, pace, da casa. E’ arrivato per l’evento il nunzio papale, Msgr. Miguel Maury Buendia, che ci ha salutati in ungherese.
            Per me la dignità, gioia della festa ha reso ancora più bello, onorifico la presenza, omelia  di mio professore,  Dott. Veres András. Ho studiato con lui la teologia morale, era forse l’unica materia nella quale ero pur eccellente. Tanto fa quando l’ho sentito, mi piaceva ascoltarlo sulla vita virtuale di San Ladislao. A me, la sua presenza in tale festa era la scelta per eccellenza. Felici, pieni di grazia siamo tornati a casa. 

Notizie:

* Il 10 giugno si è svolto il II. Maratona Sacra di Csíksomlyó. Il coordinatore di Via Maria, Molnár Sándor (figlio), mi ha impegnato, così à Csíkcsomortán, presso la statua “Custode dei Carpati”, primo fulcro (dagli 11)  con le mie collaboratrici abbiamo accolto e alimentato gli arrivanti anche con caramelle di ganoderma. In sfondo c’erano le due bandiere camilliane. Abbiamo passato una bellissima giornata, movimentata in tale servizio, con tanti feed-back valoroso, e non mancava il cibo caldo alla fine a nessuno (concorrenti e noi).

Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr.astral.roArchivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


<< luglio-agosto 2017

maggio 2017 >>