Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XXIII, Nr. 255, maggio-giugno 2020 – 750 anni del genio ungherese Beato Eusebio, 100 anni del Credo ungherese


Epidemie a Roma - 1591 -

            Quattrocento settant’ani fa è nato il patrono dei malati, degli ospedali ed operatori sanitari, Camillo De Lellis. Dove, e a quale giorno di festa è nato?  
Risposta: A Bucchianico/Italia, il 25 maggio 1550, festa di Sant’Urbano, patrono della città.
            Dopo lungo sbattimento, cure ospedaliere sarà condotto al servizio dei malati, dove troverà il suo mandato ricevuto da Dio e rafforzato dal Signore Gesù, al quale si impegna per tutta la durata della sua vita.  Fonderà l’ordine sognato, rinnova il servizio dei malati sia per la Chiesa che per la società.
            Qual è il nome dell’ordine da lui fondato?
Risposta: I Ministri degli Infermi/MI
            Ogni religioso mette tre promissioni quando si impegna al proprio ordine religioso. San Camillo ha messo anche un quarto, dicendo che “Beato è quel religioso che trova la sua morte al servizio del malato.”
            Qual è il quarto voto dei camilliani?
Risposta: Anche se dovesse sacrificarsi la propria vita, egli assisterà il malato.
            Nel 1591 scoppiò una peste immensa a Roma. Le fonti non si concordano, però tanto è vero che sono morti tante persone nell’epidemie. San Camillo stabilisce ospedale da campo per le strade di Roma per cca. cinque kilometri, i religiosi salvano i malati, accompagnano i moribondi, salvano i neonati dalle mamme già decedute e organizzano la loro lattazione. L’evento perpetuato per immagini immense murali.
            Dove si possono vedere questi murali e come sono collegati a San Camillo?
Risposta: Nella chiesa di Santo Spirito in Sassia di Roma, dove San Camillo ha lavorato per trent’anni.
            Al tempo di San Camillo i seminaristi gesuiti frequentavano gli ospedali per “imparare umanità” Durante la epidemie di 1591 ha offerto la sua vita anche un giovane gesuita al servizio dei malati, che era canonizzato prima di San Camillo, che ha sopravvissuto la peste (+1616).
            Chi era questo giovane seminarista gesuita, quanto egli ha vissuto e quando furono canonizzati?
Risposta: San Aloisio Gonzaga ha vissuto 23 anni (1568-1591), canonizzato il 1726, San Camillo il 1746.

“Il dolore di 100 anni
Proprio oggi (il 23.05.2020, apparizione dell’articolo), è l’anniversario più triste della storia ungherese. Non cercare nella tua memoria, non tanto lo hai sentito. Ma si tratta del fatto: Fanno proprio oggi cent’anni che è stato richiesto ufficialmente agli ungheresi di presentarsi a Trianon/Parigi per firmare il trattato di pace. Cosa sarebbe successo se non l’avessimo firmato? E’ vero che esiste una clausola segreta secondo quale il trattato finisce dopo cent’anni e ci si ricupera ogni territorio perduto? E’ vero che il papa di Roma lo ha annullato? Più ancora, se i cecoslovacchi hanno mentito i fuochi da campo lontani navi a vapore, eppure il primo ministro francese odiava la moglie ungherese di suo figlio, per cui ha offerto la Transilvani alla Romania? Ora rispondo a tutto. A che posso.
L’ho guardato il trattato, tremavo dal freddo
Sono passati più di quattro anni da quando me lo hanno aperto la sala corazza sotterranea della cittadina Le Courneuve vicino a Parigi, edificio sorvegliato con austerità di carcerario, e dopo dieci mesi di ricerca, quale primo ungherese potevo guardare l’esemplare unico originale del trattato di pace. Il trattato stesso è un libro di 524 pagini insieme alla mappa allegata, che dimostra le nuove frontiere dell’Ungheria. Ora venga il primo fatto scioccante: la mappa allegata è stata fatta secondo una di edizione ungherese. Le denominazioni delle città, villaggi, fiumi, monti, e colline erano tutti ungheresi. Non c’è stata là ancora Oradea, Hurbanovo o Subotica. A loro posto erano Nagyvárad, Ógyalla e Szabadka. E quello che mi ha colpito fortemente al cuore: Sopron era una cittadina orientale austriaca sulla mappa, avendo già il nome: Ödenburg (La città della fiducia, successivamente con le sue località dei dintorni, dopo un anno e mezzo, il 14 dicembre 1921 l’ha votato dietro la propria appartenenza all’Ungheria, esattamente con una “maggioranza” di 7107 voti).
Quando il lavoratore ufficiale nei guanti bianchi raccolse il libro, si è rotta la parte interiore della mappa. Non ho sentito niente particolare, forse il battito del mio cuore andava un po’ più veloce di quello avuto prima. Più tardi tanta gente mi chiese, perché non l’ho strappato il libro a pezzi insieme alla mappa. Ma, nemmeno mi è passato in mente una cosa così, sarebbe stato anche uno scandalo diplomatico immenso da una tale azione. Non ho fatto niente particolare, tanto – anche se suona strano – questo libro è ormai un opera d’arte, per di più, anche la sua validità è scaduta, il suo ruolo è stato preso dai trattati di pace di Parigi, concluso la II guerra mondiale.
Sul trattato stesso
Come dicevo, il trattato/dettato del Trianon è un libro grosso di 524 pagini. E’ stato scritto in tre lingue, inglese, francese e italiano, con dei caratteri molto belli, stampati. Le pagini ulteriori sono riallacciati separatamente, sul lato dei nastri rossi alla margina delle pagine sono i sigilli di ceralacca, accanto stanno le firme. Particolarmente scioccante è che le due ultime firme derivano dagli ungheresi: sono di Drasche Lázár Alfréd e Benárd Ágost, che sono stati nominati effettivamente per questo compito, dopo quale in pratica si è finito la loro carriera politica, oggi li conosciamo solo per questa sequenza tragica (anche il primo ministro d’allora, il Simonyi-Semadam Sándor è stato nel suo ufficio solo tra 15 marzo – 19 luglio 1920). Sopra la firma degli ungheresi per altro si può leggere la firma del ministro degli esterni  cecoslovacco Eduardo Benes (successivo presidente dello stato).  
E’ un fatto bizzarro, che ho potuto stare insieme al trattato quattro ore in una sala, in compagnia di persone di sicurezza e colui che sfogliava. Quando in un istante sono usciti al servizio, mi hanno pure ordinato fuori, chiudendo la porta a chiave, poi solo con loro potevo tornare indietro. Per queste quattro ore per altro ho dovuto pagare 100.000 fiorini ungheresi (mandato dalla banca OTP Budaörs, menzionando nella rubrica “Trianon”).
Racconto ancora, perché ha durato dieci mesi la ricerca, poiché le autorità francesi per primo nemmeno capivano cosa stanno cercando, per uno sbaglio di lettura hanno trovato qualche trattato su un campo d’olio del mare nordico secondo il numero del repertorio.
Leggende, chiacchere, e la realtà…
Da quando ho scritto il mio libro tantissima gente mi scrive. Molti pensano di sapere qualcosa, eppure lo sanno sicuramente quello che non è vero. Ora rispondo brevemente, in modo pratico alle leggende, miti e chiacchere di quelli più popolari.. .
1. Il trattato contiene una clausola secreta allegata, secondo la quale il tutto finirà dopo 100 anni della firma, e Ungheria riceverà indietro tutti i suoi territori distaccati.
RISPOSTA: Ho guardato, non esiste nessuna clausola allegata. Il trattato di pace di Trianon inoltre non è valido più, nel 1947 ha perso la sua validità (il nuovo trattato d’allora ha aggiunto ancora tre villaggi dai dintorni di Pozsony/Bratislava a Cecoslovacchia).
2. La città di Sátoraljaújhely era diviso in due perché i cecoslovacchi con un trucco di coperte hanno simulato il volo del fumo, facendo credere all’ispezione che il ruscello Ronyva è un fiume navigabile internazionale.
RISPOSTA:  Senza dubbio è una variazione di buon suono, ma non è vero. Tale storia era scritta da un giornale ungherese, ancora alla fine degli anni 1920, di là si è divulgato. Però, i cecoslovacchi hanno truffato gravemente, falsificando mappe etniche e rapporti di numeri, ma non si è emerso nessun dato storico al racconto di qui sopra.
3. Georges Clemenceau, primo ministro francese odiava tanto sua nuora ungherese che per vendetta l’ha punito gli ungheresi.
RISPOSTA: NON E’ VERO! Il fatto è che la ex moglie di suo figlio era ungherese (Mihnai Ida). Il loro matrimonio era celebrata nell’Ungheria superiore, circolo di Galánta, oggi appartiene alla Slovacchia, dove ha partecipato anche il “padre di gioia/suocero”. Più tardi il matrimonio si è fallito, il figlio Clemenceau si è divorziato da sua moglie, ma Mihnai Ida è rimasta in buon rapporto con il suo ex suocero fino alla sua morte, che nel caso del trattato seguiva gli interessi francesi, non era influenzato dai sentimenti personali.  
4. I firmanti francesi erano assai ubriachi, che per uno sbaglio hanno firmato al contrario il trattato.
RISPOSTA: Questo l’ho guardato  anche separatamente, ogni firma figurava normalmente sul trattato, nemmeno dei francesi stava con la testa in giù.
5.Uno dei stati ulteriori coccolava con delle prostitute i delegati nella speranza di un risultato più favorevole.
RISPOSTA: Non esiste un dato in merito! 
6. Il papa Giovanni Paolo II ha chiesto il trattato, poi ha constatato, che questo è così ingiusto, che bisogna essere distrutto.
RISPOSTA: Non è probabile che questo sarebbe accaduto. Di una parte, non c’è dato su questo, dall’altra parte il papa di Roma non aveva giurisdizione a disporre sopra il documento, e non c’è nessuna iniziativa da parte sua.
Andiamo avanti: tanti non sanno neanche dove è stato firmato difatti il trattato di pace. Tutti si concordano che la firma ha avuto luogo il pomeriggio del 4 giugno 1920, ma molti pensano che è avvenuto nel palazzo del Trianon Minore, o in un corridoio. Altri ancora parlano del palazzo Trianon Grande quale luogo della firma. Tanto si è sopraffatto l’errore in alcuni, che è successo che gruppi di protestare ungheresi sono andati a un luogo sbagliato. 
Allora vediamo i fatti: il luogo preciso del firmare il trattato di pace si trova a Versailles, nel palazzo del Trianon Grande, all’ultima aula Galérie des Cotelle, di 7 metri largo e 52 metri lungo, ornato con dei bellissimi lampadari. Mi ha colpito enormemente quando ho visto, che all’angolo della sala decoroso su un foglio di A4 è menzionata solo in una meta frase nella descrizione guida, che il 4 giugno 1920 è stato firmato qui il documento nominato. Quel documento, quale ha smembrato l’Ungheria.
Per ultimo sul riguardo. Si tratta di 23 maggio. Cento anni fa la Conferenza degli Ambasciatori a questo giorno ha inviato alla delegazione ungherese le condizioni formulati un giorno prima. In questo comunicato danno istruzioni che uno o due membri del governo ungherese deve firmare il trattato. I firmanti devono arrivare prima di 2 giugno al luogo del firmare. Erano presenti Drasche Lázár Alfréd e Benárd Ágost. Su quest’ultimo i suoi eredi viventi sanno, che dopo la firma, quale segno di rabbia e protesta gettò per terra la penna. Ho guardato con attenzione la copia delle Notizia filmata Cecoslovacco  - per ragioni ovvi gli ungheresi non filmavano tale evento – non si vede alcun simile. Forse l’ha fatto più tardi. Può essere anche questo una leggenda, un mito triste. Il politico ungherese vissuto fino a età di matusalemme, al crepuscolo della sua vita scriveva, che si è sentito così male nel palazzo del Trianon Grande, che per protestare non si è seduto sulla sedia a lui offerta, l’ho firmato a piedi il trattato! Non lo so se Benárd Ágost sapeva che lo stanno filmando, ma è un fatto: le registrazioni rilevano quello che egli ha messo sulla carta: davvero stando a piedi accanto a una sedia l’ho firmato il Trattato/dettato di pace del Trianon!
Il mio scritto attuale è solamente un taglio degli eventi successi a quel periodo. Siccome dopo 96 anni della firma del trattato avevo la possibilità di guardare l’unico volume originale del trattato/dettato del Trianon, penso, che forse posso aggiungere alla conoscenza obiettiva dei fatti. Trianon è la calamità degli ungheresi, ne hanno sofferto tanti. Sono andata al villaggio ungherese tagliato in due, al villaggio ungherese affondato al fondo del lago, alla strada divisa con frontiera e reticolato, a moltissimi terribili ricordi del Trianon. E sono andata alla frontiera millenaria, all’ultimo villaggio, dove mia cara nonna sicula/székely prima d’ora è nata (Transilvania est).
Trianon era una ferita dolorosa, e forse rimarrà ancora per lungo tempo. E’ il memento eterno che i detentori del potere quanto siano capaci a tanto. E qui adesso nemmeno ho menzionato i responsabili ungheresi (perché sono stati anche di quelli), la politica e ambiente tremende. Condivido le mie foto personali, e accanto questi  comunico dei fatti, forse ci sarà qualcuno che sa imparare da loro.
Con amicizia: Vujity Tvrtko (croato)

Proscritto: Tanti dicono che basta con Trianon, Perché occuparsi di questo? Tanti dicono che dopo una reticenza di tre generazioni bisogna parlare ancora di più su questo! Molti ingiuriano popoli e paesi vicini. Sono ancora che stanno sognando sul ricupero dei territori perduti! In riguardo del Trianon sono troppi gli estremità e ignoranze obiettive!
Sto scrivendo su Trianon e preparo un film per il suo centenario per poter presentare senza estremità, con calma nello specchio dei fatti ed emozioni veri una delle tragedie se non la più grande degli ungheresi! Il mio film non è diretto a nessun paese o popolo vicino. L’ATV parla su di noi il 4 giugno.
Proscritto 2: Sulle mie foto si vedono l’unico volume originale del Trattato di pace del Trianon, ossia la sala di 7 metri largo e 52 lungo del palazzo Grande Trianon dove l’hanno firmato.
Proscritto 3: Ti ringrazio per aver letto il mio scritto. Se l’hai trovato interessante, condividilo per favore.
GRAZIE PER ESSERE STATO CON ME!”      (Vedi ancora: https://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_del_Trianon)

Notizie:
* Il nuovo nostro vescovo ausiliare è Dr. Kerekes László https://romkat.ro/2020/05/26/kerekes-laszlo
* Vent’anni fa, il 2 giugno l’ho difeso la tesi di dottorato al Camillianum di Roma in pastorale della salute
* Dr. S. Montanari e le mascherine: https://www.facebook.com/LeonardoLeoneOfficial/videos/239649663977897/
* Dr D. Mastrangelo e la vitamina C: https://www.facebook.com/LeonardoLeoneOfficial/videos/571964400397912/
* Aceto di mela: L’aceto di mele: https://www.dionidream.com/guarisci-con-laceto-di-sidro-di-mele/

Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail:  kamillianus@gmail.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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