Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XXIII, Nr. 260 – novembre 2020 – 750 anni del genio ungherese Beato Eusebio, 100 anni del Credo ungherese


Il Padre Márton Hugó (1913-2007)

Caratteristico all’uomo siculo nella sua silenziosità, ma nel lavoro una persona gigantesca discreta.
Il suo aspetto riportava  la forma del nostro Gran vescovo Márton Áron, quando era di buon umore.

Dove è nato il Padre Hugó?
Risposta: A Zetelaka, vicino a A Székelyudvarhely.             

Passando i suoi anni liceali a Székelyudvarhely, poi dopo il baccalaureato divenne per un anno seminarista della diocesi di Transilvania, da dove si è trasferito presso l’Ordine Prémontré di Nagyvárad. Qui ha continuato di studiare fino la sua ordinazione sacerdotale.

Chi l’ha ordinato al sacerdozio?
Risposta: Il vescovo Márton Áron nella cattedrale di Nagyvárad il 5 maggio 1940.

Nella sua apparizione assomigliava fortemente al gran vescovo di Transilvania, il P. Hugó apparteneva ai religiosi di Prémontré, fondato da San Norberto nel 1120 vicino a Prémontré di Francia.

L’Ordine canonico segue le regole di Sant’Agostino e si basa su virtù severe, la cui osservanza è notevole, che viene espresso anche dall’abito dei religiosi.

Il Padre Hugó di che colore indossava?
Risposta: Bianco.

Dopo la sua ordinazione lavorava a Budapest e Felvidék (Slovacchia di oggi), poi nel 1947 arriva a Roma, dove riceve un carico notevole da parte del suo ordine.

Nel frattempo continuava i suoi studi, ottenendo dottorato in diritto canonico. In questo periodo poteva allargare la opera di carità sui paesi di Europa, non dimenticando i confratelli di Ungheria,

Transilvania e Felvidék, come di tutti coloro che chiedevano il suo sostegno materiale, morale o tutte e due fino la fine della sua vita.

Per tale sua attività ricevette anche un bel aggettivo, qual è questo?
Risposta: “Il Babbo natale dei preti transilvani”.

Nel suo ritiro si trasferì nella casa di pellegrinaggio di una delle Suore ungheresi a Roma, dove prestò servizio fino alla sua morte malgrado della sua salute e vedere debole.

Il suo servizio nella casa era  l’amore di Dio e del prossimo, dove l’ospitalità era al massimo per ogni ospite, soprattutto per quelli arrivati dalla sua Patria Sicula.

Il suo transito verso l’eternità avvenne all’età di 94 anni. Per la festa di Tutti i Santi era ancora qui, ma all’alba del giorno seguente aveva già il suo transito alle braccia del Padre celeste, che serviva con fedeltà per tutta la vita secondo le sue virtù.

In quale casa di pellegrinaggio del convento femminile era l’assistente spirituale per gli anni di ritiro fino la sua morte?

Risposta: Alla Congregazione delle Suore del Divino Redentore, a Villa Mater Redemptoris.

In forma virtuale, articolo su pagina 10: https://issuu.com/krisztusvilaga/docs/krisztus_vilaga-11_2020

Il più vecchio „amico”, Padre Márk Vince, József (i francescani si chiamano „amico” in ungherese)
Il Padre József nacque il 28 settembre 1927 a Csíkszenttamás, indossò l’abito di San Francesco a Mikháza il primo settembre 1946 nella Provincia dei Frati Minori di Transilvania, fu ordinato sacerdote il 24 novembre 1957 a Gyulafehérvár, centro dell’Arcidiocesi.

Serviva come sacerdote a Szék, a Dés e sue figlie e a Zágon.

Da 1969 ha funzionato nel santuario della Santa Vergine di Csíksomlyó, servizio considerato sempre quale grazia e regalo grande da superiore, direttore della chiesa, storico del monastero e del santuario.

Ha contributo fortemente alla riorganizzazione dei pellegrinaggi del sabato di Pentecoste partendo degli anni 1990.

Ha composto varie canti in onore della Vergine Aiutante di Csíksomlyó, inoltre ha anche scritto accompagnamento per organo a diverse canzoni di congedo, pubblicando varie articoli in riguardo al santuario.

Malgrado la sua età avanzata era il confessore cercato da tanti, che fino ai tempi ultimi lavorava instancabilmente sulla salvezza delle anime, preparandosi con umiltà all’incontro definitivo con il Signore.

I suoi funerali sono stati celebrati il 9 novembre 2020, lunedì, alle ore 13,00, dopo la santa messa espiatrice nel santuario di Csíksomlyó, nella cripta del santuario.

Lascia che la luce eterna risplenda su di lui.  
Più di mezzo secolo di “amicizia”- l'evoluzione della mia vita è largamente legata ad essa
Appena cominciai i miei studi liceali quando il Padre József è arrivato a noi dopo il famoso Padre Lukács, con il quale i miei genitori erano amici durante gli anni precedenti del comunismo.

Con il P. József che era modesto per tutta la sua vita l’amicizia si è sviluppata gradualmente, in fatti solo dopo l’arrivo del Padre Écsy János che ha abbracciato la gioventù in modo dinamico, ma sostegno per tutti nel monastero.
Dopo aver scoperto il suo talento artistico d’organo, al solito stavo seduto accanto a lui sul banco durante le sante messe, e nonostante di non mi ha accettato quale sua alunna, dicendo che sono già “vecchia”, alla fine della messa mi ha suonato almeno un pezzo.

Ero assai onorata che mi sono sentita nel paradiso.
Ora l'ho salutato con i canti in onore di San Francesco, e l'ho lasciato andare, con i quali l'ho conosciuto mezzo secolo fa. Dopo la Santa Comunione, ho potuto dire addio alla sua bara, per un momento, inosservatamente, nello stesso momento eterno che mi aveva dato tante volte.

I suoi funerali: https://www.youtube.com/watch?v=9A_pkbXJYuA – a 1:35,02 rendo addio da lui.

E’ stato bello sapere il motto del suo sacerdozio: “Signore, amo la pace della tua casa, luogo della tua gloria”.
Concludendo: Non l'ho mai visto arrabbiato. Anche se avesse dei momenti gravi, era assai pio nel risolvere.

Un “amico” in meno sulla terra e uno in più in cielo…  Aspettatemi con la musica d'organo!
           
La festa di Santa Elisabetta a Gyergyószentmiklós

La nostra Famiglia Camilliana ormai per undicesima volta è andato a trovare la casa di riposo Santa Elisabetta di Gyergyószentmiklós per la festa della casa.

Quest'anno ci siamo trovati di fronte a una sfida organizzativa quando abbiamo dovuto costruire questo glorioso giorno partendo dall’impossibilità. Come al solito, abbiamo portato una quantità enorme di varie dolci, con gentilezza, avendo una giornata di grazia.

Alla fine della giornata edificante il direttore della casa ha ringraziato ai suoi collaboratori di essere rimasti umani in mezzo della situazione attuale e chiedeva che anche in seguito possano “vedere”, trovando  il Signore sofferente nel malato, come Santa Elisabetta.

Tale era la conferma della nostra identità camilliana.
            Abbiamo festeggiato anche la Caritas della Transilvania che compie trent’anni, una grazia in più.
Ho scoperto un mio vecchio paziente, stavo accanto a lui per lungo attorno la rimozione del suo occhio.

Su di noi (siculi) per la popolazione maggioritaria di Romania:

https://www.youtube.com/watch?v=8FMw7GrqHdo&feature=share&fbclid=IwAR1CMPo2kqGvNSFYKN1j_73Q7iz6D5iqdezgX8pXHGRsrLY-vQ1oLE0y8nI

- guida organizzativa è la tanta stimata Máthé Katalin, mia figlia spirituale, simpatizzante della nostra FCL. 

 

Giocosamente in ungherese: mentre una derivante della mascherina, „álarc” significa volto falso, l’altra derivante della stessa, „arctalanság” indica un atto negativo compiuto senza vergogna. 

Esperienza nel 1994 a Roma: nella vita non incontrato così tanta gente raffreddata come qui in una stagione.


Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail:  kamillianus@gmail.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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