Anno XXV, Nr. 265 – aprile 2021 - 52 Congresso Eucaristico Internazionale a Budapest/Ungheria
Santa Bernadetta
Bernadetta nacque il 17 febbraio 1844 in Francia nella località di Lourdes ai piedi dei Pirenei. Suoi genitori furono mugnai, la famiglia viveva in grande povertà in un edificio freddo e umido, usata prima da carcere. Bernadetta fu spesso malata, fino la fine della sua vita aveva l’asma.
Quello che sappiamo di meno è che dopo la sua nascita sua madre non la poteva allattare. Per salvare la vita della piccola, l’ha affidata a una donna di una distanza di cca 5 km da loro che lo stesso dava vita a un bimbo. Bernadetta rimase per cinque anni presso la sua seconda famiglia e anche dopo pascolava le pecorelle dei suoi accoglienti. Fino ad oggi sta la cassetta memoriale al campo al suo posto avuto. Ha quattordici anni quando s’incontra con la Santa Vergine.
Quale data è stata scritta in questo giorno?
Risposta: L’11 febbraio 1858.
L’incontro è avvenuto di fronte alla roccia grande Massabielle, diventato noto, presso il fiume.
Come si chiama questo fiume?
Risposta: Il fiume Gave.
Il 25 marzo la Santa Vergine rivela il suo nome a Bernadetta. Questo nome è già conosciuto ormai da cento anni nella Chiesa.
Come si presenta la Santa Vergine a Bernadetta?
Risposta: “Io sono la Immacolata Concezione”.
Bernadetta riceve tanti attacchi da parte del mondo incredulo a causa della rivelazione, anche se il richiamo della Madonna invita l’umanità al pentimento tramite lei. questo non è in grado di accettare. Alla fine riesce andare al monastero delle suore di scuola e carità Saint-Gilgard di Nevers, dove in altro modo, ma si continuano le sue umiliazioni.
Che nome riceve al monastero?
Risposta: Marie-Bernard.
D’allora Lourdes si è cresciuto quale uno di più grande e più conosciuto santuario di Europa. La Giornata Mondiale del Malato lo stesso si colloca al primo giorno delle apparizioni da 1992.
Il santuario ha anche referenza ungherese, al grande via crucis, che si trova un po’ più lontano dal santuario, sul lato della montagna con delle statue di dimensioni dell’uomo.
Quale Stazione era costruita dalla donazione dell’Ungheria nel 1912?
Risposta: La decima Stazione.
L’articolo in forma virtuale su 11 pagina: https://issuu.com/krisztusvilaga/docs/krisztus_vilaga-04_2021
Non dimentichiamoci di pensare l'un l'altro con la preghiera alla Campana di mezzogiorno.
La Pasqua del 1996 a Lourdes
Nella vacanza del 1996, tre alunni dal secondo anno del Camillianum di Roma, abbiamo ricevuto un invito straordinario, due dall’America Latina (un sacerdote, un medico-sacerdote) e io da parte del nostro compagno di classe polacco, che apparteneva e lavorava alla seconda congregazione fondata da don Luigi Novarese (https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Novarese), Centro Volontari della Sofferenza, Silenziosi Operari della Croce, Lega Sacerdotale Mariana e Fratelli degli ammalati. Siamo stati invitati ad accompagnare i malati a Lourdes durante la Settimana Santa con il „Treno bianco”, che per tutti noi era magnificante.
Questo treno verniciato bianco è partito da Brescia, che era il treno specifico dei pellegrini malati e i loro accompagnatori per Lourdes. Siamo partiti settecento persone, da quale erano duecento cinquanta con delle sedie a rotoli. Ognuno di loro aveva un accompagnatore personale. Noi tre non avevamo nessun compito, essendo ospiti, ma come al solito in tali casi, presto si è sviluppato un’amicizia con un padre diletto salesiano da Milano e noi. Il padre, quando costruiva la sua chiesa, un mattone si è caduto sulla testa dall’alto, causando la caduta di tutte e due retine negli occhi, per cui è diventato cieco. Siamo diventati i suoi compagni nella sofferenza e durante la processione del Giovedì Santo è caduto a me ad accompagnarlo alla parata dei malati. Era straordinariamente onorato.
Già quando siamo partiti col treno hanno iniziato il rosario nel gabinetto conduttore, nel quale ci siamo uniti, passaggieri pellegrini. Ho notato presto che tra le decine a Medjugorje abbiamo cantato un Ave Maria, proprio secondo la melodia del canto di Bernadetta, mi sono andata al gabinetto, raccontando loro tale proposta, che venne accettata volentieri per la mia contentezza.
A Lourdes abbiamo pellegrinato i luoghi noti, i posti dei veri e dei genitori adottivi, ho scoperto alcune cose che impressionavano il mio cuore ungherese, come la X Stazione della via crucis grande, che fu costruito con l’aiuto di Ungheria nel 1912 e la croce con coccarda ungherese con l’iscrizione di grido d’aiuto destinata al cielo: “Giustizia per l’Ungheria!”
A casa, a quel Giovedì Santo pomeriggio, il mio nonno di cento anni che ha partecipato nelle prima guerra mondiale, dopo il parroco che l’ho provveduto con i sacramenti, e suonavano le campane per la processione, in silenzio si è tornato nella casa celeste. Avevo un sogno prima: vedevo il nonno con un albero grosso, grande nel cortile, portandolo verso il fienile. Gli domandai, dove va? Al fienile, rispose lui sereno. Secondo quelli visti, l’albero grosso poteva avere cento anelli, ma allora io non ci pensai affatto a questo.
In quest’anno la santa messa per la sua anima sarà presentata il 18 aprile nella chiesa di Csomortán.
Igiene nell’ospedale dei bambini negli anni 50-60
La situazione attuale ha fatto esplodere già un sacco di micce in tutto il mondo. Il fatto mi fa ricordare proprio il contrario, che, penso sembrerebbe impossibile per un cittadino “docile”.
Sullo stato d’igiene dell’ospedale per i bambini negli anni 50-60 ho colto di esperienze totalmente differenti di quelle su quali oggi sentiamo notizie, a cui dobbiamo attenerci, con la prospettiva di punizione.
Come ho passato anni nell’ospedale fino a dodici anni, i ricordi d’infanzia sono stati salvati nella consapevolezza. Non ho neanche un ricordo se mi avessero fatto almeno un bagno nell’ospedale. Se ero cascata nel “carcere”, così si chiamava la stanza dove si poteva entrare solo attraverso la camera dei medici, i servizi igienici facevamo in silenzio dietro la tenda attorno la terracotta per non disturbare i dottori. Ho notato le conseguenze di non lavarsi sulla propria pelle. Dai spazi chiusi l’ho raschiato con le mani i prodotti di selezione raccolti. Parlare su questo certamente nessuno osava a causa dell’”austerità regnante”, i genitori non avevano accesso, cosi non sapevano niente, e neanche dopo non gli ho parlato, perché mi vergognavo…
Com’è strano, che durante la mia vita ho dovuto sperimentare due estremità incredibile nella sanità...
Notizie:
* Il libro Memoriale sta preparando, è una questione finanziaria se possiamo stampare le foto a colori?
* Kádár János-Győző, chierico per la pastorale dei malati, esercita la pratica presso la nostra parrocchia.