Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XXV, Nr. 266 – maggio 2021  -  52 Congresso Eucaristico Internazionale a Budapest/Ungheria


Beata Elisabetta Vergine della Casa degli Árpád/Turul (1292-1338)

Sappiamo ben poco della sua esistenza, che fu l’ultima bimba della Casa reale ungherese, vivendo la vita in “esilio volontario”, lontano dal paese e parenti. L’onore ha valore e prezzo ovunque, così sono stati conservati i verbali scritti del suo monastero su di lei, da dove possiamo conoscere la sua santità di vita nel termine più nobile della parola.

Figlia unica del re ungherese Andrea III (1290-1301), dov’è nata Elisabetta?
Risposta: A Buda (Parte montagnosa di Budapest),

Rimase orfana presto, ha soli tre anni, quando sua madre, all’età di diciannove anni, la principessa polacca, Fenenna di Kujavia morì durante il secondo parto. Più tardi muore anche il neonato. Dopo sua madre rimangono per lei i modelli sacri di sangue ungheresi e polacchi.
            Chi erano le sue zie di vita sacra?
Risposta: Santa Elisabetta, Santa Margarita, Santa Kinga e Beata Jolanda.

Il destino delle principesse ungheresi era forse il più spietato per lei, aveva appena nove anni quando morì anche il suo papà. Rimane a sua matrigna Agnese Asburgo, che la fa educare a Vienna secondo gli interessi asburgici. Elisabetta fa fronte presto con la volontà politica, vuole prendere in mano la propria vita regalandola al Re dei re, perciò entra nel monastero di Töss di Svizzera.
             A quale tipo di monastero entra Elisabetta?
Risposta: Alle monache dominicane.

Al monastero viveva una vita rigorosa, per la meraviglia delle sorelle, rifiutando la vita brillante secolare per un matrimonio reale con Enrico Asburgo, come i vestiti degni a una principessa, causa dispiacere anche a sua matrigna. Quindi, non c’è da meravigliarsi che una volta un confessore sconosciuto le fece una lezione profonda in merito, ma ripensando il fatto chiese perdono da lei.
            Come l’ha messo a posto il confessore tale suo gesto indiscreto?
Risposta: Si mise ai piedi di Elisabetta, chiedendola perdono.

Anche se nella sua patria è stata dimenticata l’ultima pianticella della Casa degli Árpád/Turul, nemmeno la Chiesa ha avviato un procedimento per indagare la sua santità della vita, la città di Töss ha indossato nel suo cimiero la croce doppia ungherese e le tre pile, nei colori ungheresi.
            Quando si celebra la sua memoria?
Risposta: Il 6 maggio.

L’articolo in forma virtuale a pagina 12: https://issuu.com/krisztusvilaga/docs/krisztus_vilaga-05_2021

Rimaniamoci uniti in pensiero e preghiera a mezzogiorno !

 

Kálmánka, il primo paziente d’ospedale che è andato col Signore

            In realtà l’ho cominciato la pastorale della salute nell’ospedale Grande di Csíkszereda nel 1994. Il nostro sindaco d’allora fu prima della sua elezione il direttore dell’ospedale, così la mia domanda di voler visitare i ragazzi ricoverati era presto compiuto, ho ricevuto il permesso di farcela. Ho scelto la pediatria, perché con loro potevo sempre capire la voce e anche emozionalmente era facile di sintonizzarmi. Non ero delusa neanche di questa volta nella mia intenzione.
            Il Giovedì Santo invece mi mise in difficoltà. Ho dovuto decidere dove andare, partecipare alla liturgia ben conosciuta nella chiesa, eppure all’ospedale, a passare il pomeriggio con i miei giovani pazienti. Dopo non poco pensare l’ho scelto l’ospedale.
            In tale periodo stavano ricoverati tre ragazzi di quattordici anni (due maschi e una femmina), gli ho invitati alla “festa”, perché anche se eravamo lontani dalla chiesa, dalla liturgia bellissima, festeggiavamo. Abbiamo festeggiato il sacrificio del nostro Signore Gesù per noi, per non essere un corso invano la nostra sofferenza terrena, bensì, unito al suo mistero pasquale, possiamo tirare fuori forza, tranquillità, umiltà.
Con i tre giovani ci siamo riuniti nella stanzetta singola di Kálmánka. Abbiamo vissuto il messaggio del Vangelo per questo giorno. C’era tanto bisogno di questo, perché Kálmánka proseguiva i giorni del Venerdì Santo. Aveva leucemia nell’ultima fasi, che comportava con grande pazienza. Era buono prepararsi.
Al congedo gli ho detto una cosa non solita, citando le parole dell’uomo crocifisso alla destra del nostro Signore Gesù: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” (Lc 23,42).
Il giorno dell’Ascensione anche Kálmánka volò nel cielo con il Signore Gesù, quando il treno partì con me dalla stazione di Csíkszereda per Budapest, a continuare i miei studi teologici. D’allora questa festa si è fusa per me con lui, con la sua umiltà nel Signore.
Sto vivendo i quaranta giorni dopo Pasqua con il Signore risorto. Al giorno dell’Ascensione però Lo lascio andare, per poter aspettarlo di nuovo al Pentecoste. Questi dieci giorni passano nel silenzio dell’anima.
Dopo la morte di Kálmánka pian piano sono andati via anche i suoi membri di famiglia, prima la sua sorellina, che appena ha conosciuto la vita terrena, poi la nonna, che nel frattempo ha perso  la vista, in fine il papà. Sua madre rimase sola, a volte ci siamo incontrati, parlando in quel modo specifico, in cui sanno le persone che parlano sulle cose non di tutti i giorni…
Credo nell’unione dei Santi, e credo che l’amore non finisce mai…

La prima comunione di Sebestyén Lőrinc nella chiesa Millennium di Csíkszereda il 16 maggio 2021

            Abbiamo ricevuto una grazia straordinaria. Mi unisce alla famiglia  un vecchio ricordo ospedaliero, quando il loro bimbo sbatteva per la vita. Con la sua nascita ha portato un male esteso per tutta la vita, una grave mobilità limitata. Dio solo lo sa questo, egli si è inquadrato nell’innocenza pura degli angeli. Accanto i genitori i suoi aiutanti appropriati sono le sue due sorelle, i nonni, perché un male colpisce tutta la famiglia. Nell’ospedale ricevette il battesimo d’urgenza da parte del nostro cappellano, e come sulla base della nostra amicizia stavo vicino alla famiglia sono stata iscritta quale madrina, annunciata anche alla parrocchia.
            Tale “essere madrina” era adesso chiarita e rinnovata. Io ero contenta anche con la vicinanza avuta, però il mio “figlioccio” scoppiava in pianto durante l’esplorazione dei fatti. Egli non si è arreso di me…
            Non potevo nascondere la mia emozione alla vista di una connessione spirituale rinata. Ci capivamo. Ho sempre ammirato il modo in cui il Buon Dio tratta il tempo e i passi degli uomini. Perché l’ha concesso questo ragazzo a me come figlioccio? Non lo so, penso che nasconde qualcosa di bello la sua intenzione...

Notizie:

* Il nostro Libro memoriale degli esercizi spirituali sta sotto redazione. Si sa che avrà il formato B5 (173x248), 450 pagine con 300 foto a colori. Ci sono già alcuni sostenitori di questa costosa pubblicazione,
* Il 22 maggio 2014: nostra elezione nella Commissione Centrale della Fam. Cam. Laica Internazionale,
* Il 22 maggio, Sabato di Pentecoste: secondo le notizie quest’anno si terrà il pellegrinaggio di Csíksomlyó. Si svolgono le trattative con gli ufficiali sulle condizioni in riguardo (della situazione attuale del covid 19).


Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail:  kamillianus@gmail.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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