Il messaggio della Famiglia Camilliana di Csíkszereda Anno VIII, nr. 73 - 2004 – luglio-agosto La pastorale
dei malati negli ospedali – il programma
della preghiera Come
l’abbiamo già notato, le ore di
preghiere non si tengono ne in una cappella, neanche in una chiesa,
bensì nel
refettorio di un reparto. Nell’Ospedale Vecchio li tengo nel’antreo,
che serve
anche quale luogo di accoglienza, nell’Ospedale Generale al refettorio
del III
piano, concordato con la direzione di ogni reparto fin dall’inizio. I malati si siedono
accanto le tavole. Io lo stesso ho il mio posto accanto una tavola di
fronte
all’entrata, da dove posso vedere tutti i malati e dove anche loro mi
possono
sentire bene, favorendo anche così la familiarità del
nostro insieme. Metto sempre una candella
ardente sulla tavola che segnala sia ai presenti che ai visitatori che
lì si
svolge una cosa sacra. Talvolta porto dei fiori da
campo, o i malati portano qualche fiore
sulla tavola per addolcire l’ambiente ancora di più. L’ore di preghiere al
solito si iniziano puntualmente, cui sono abituati anche i malati. Il
canto
d’inizio è un canto di pellegrinaggio locale di Pentecoste: “Si
apra nei vostri
cuori il fiore di gioia” (quest’anno, per la Pentecoste era cantato con
settecentomila pellegrini). Fino il termine del canto i malati arrivano
si
siedono, e possono adattarsi al tempo dedicato al Signore. Il canto
d’inizio si
comincia con la più semplice preghiera: facciamo la croce, che
ci immerge nel
mistero della Santa Trinità. Dopo il canto d’inizio saluto tutti i presenti, poi leggo a voce alta l’insegnamento del giorno dal „Compagno di viaggio”. Questo è un libro che ci offre per tutto l’anno i giorni commemorativi dei santi, dei personaggi da seguire e da un’insegnamento che ci consola, ci incoraggia nella sofferenza e che ci aiuta a condividere le nostre gioie. E’ un appoggio per orientarsi nel labirinto non sempre facile della vita. I malati più aperti spesso lo scrivono per servire quale aiuto per i tempi futuri. Dopo l’insegnamento chiedo ai malati se qualcuno avesse il suo compleanno, giorno d’onomastico, di matrimonio o un’altra festa per essere congratulato. Questo momento è sempre intimo, familiale, bello. Spesso si svelano i segreti più nascosti del cuore, creando a tutti noi la festa più interiore della gioia nella quale possiamo festteggiare insieme, chiedendo la benedizione del Signore. Al solito cantiamo un canto, gradito dalla persona festeggiata, che rende ancora più bello il nostro insieme. Se abbiamo più malati da congratulare, spesso lo facciamo uno dopo l’altro se la situazione ci richiede così. Ogni malato festeggaiato riceve un piccolo regalo, un immagine d’un santo, un rosario, o un testo di preghiera favorevole all’occasione. Può capitare, che qualcuno abbia il lutto. In questo caso partecipiamo nellla sua sofferenza, gli stiamo accanto e ci ricordiamo della persona amata perduta (si prosegue). Sulle orme di San Camillo Quest’anno, il 14 luglio l’Ordine
Camilliano ha festeggiato il 390 anniversario della nascita celeste del
suo
Fondatore, San Camillo. A noi pochi ci è stato dato la grazia
straordinaria di
partire sulle sue orme, di festeggiare insieme alle reliquiue del
Santo, di
percorrere le strade percorse da lui. Tra 1-25 luglio con i
collaboratori della
trasmissione religiosa della TV locale siamo andati ad un
pellegrinaggio camilliano,
ringraziando tutto a Buon Dio e ai benefattori.. Il primo luogo era nella vicinanza
di Vienna, dove abbiamo partecipato alla festa degli ungheresi
d’Austria, con
l’inaugurazione di una porta seclera, scolpita in legno. Da lì,
siamo partiti
pe Padova, dove abbiamo espresso i nostri saluti a Sant’Antonio, ora
nel suo
santuario, dopo che l’abbiamo salutato le sue reliquie nel nostro
santuario di
Csíksomlyó. Da Padova siamo partiti
per Bucchianico, città natale di San Camillo. Le feste
più
grandi sono stati organizzati qui, abbiamo partecipato nelle gioie
delle
preparazioni. L’hanno portato da Roma il cuore del Santo e il suo
Crocifisso,
che l’aveva incoraggiato all’inizio della fondazione dell’Ordine dei
Ministri
degli Infermi. Qui sono incontrata con la Famiglia Camilliana Laica,
fondata da
me, quattro anni fa, ho conosciuto i nuovi membri. Mi ha reso felice
stare di
nuovo “a casa con i miei”: Mettere il
piede sulle orme di un Santo è un impegno magnifico, riempirsi
di quello
Spirito che l’aveva ricevuto dall’Onnipotente, respirare quell’aria che
l’aveva
fatto vivere anche Lui sulla cima di
quella montagna dove ”di un passo solo abita il Buon Dio”,
meravigliarsi di
quelle profondità delle vallate e salire le altitudini dove egli
si è salito,
e, se l’abbiamo il coraggio di affermare, che impegnarsi in quel
servizio di
carità nel quale si è immerso anche Lui per tutta la sua
vita è la cosa più
meravigliosa che l’uomo può arrivare. Da
Bucchianico siamo andati in mezzo alle montagne dell’Abbruzzo, da dove
abbiamo
visitato il santuario di Pompei, poi siamo
pellegrinati verso la città eterna, Roma. Qui abbiamo avuto l’occasione di visitare i
luoghi
sacri degli apostoli, le basiliche grandi, i posti più
importanti della città.
Un bell’incontro l’avevo nel “Santuario di Roma”, come il papa Giovanni
Paolo
II diceva, a Divino Amore: l’ha trovata esposta l’immagine della
Madonna del
nostro santuario di Csíksomlyó, portata lì da me tre
anni fa per l’esposizione permanente. Il regalo più grande per me era di
aver
potuto stare in quella stanza nella quale San Camillo 390 anni fa
l’aveva il
suo trapasso. A quel tempo la stanzetta serviva quale infermeria, oggi
è la
cappella più stimata dell’Ordine nella Casa Generalizia. Da Roma siamo partiti ad Assisi,
città di San Francesco, da quale anche San Camillo si è
ispirato, poi a Verona,
centro della provincia più grande dell’Ordine, dove abbiamo
sperimentato la
straordinaria ospitalità camilliana nel loro Centro Pastorale. L’ultimo luogo italiano
del nostro
pellegrinaggio era Bolzano, presso il Centro Ciechi „San Rafael”, la
più antica
Famiglia Camilliana di Europa. La fondatrice, Mariedl F. Pircher ci ha
accolto
con il suo amore materno. Ero grata per aver potuto farLe toccare la
nostra macchina,
ricevuta da lei. Di quà l’abbiamo visitato Tirolo, Merano,
Bressanone,
Novacella, il monastero agostiniano, dove custodiscono la Bibbia di
Lutero. L’ultimo
santuario visitato era quello di Mariazell in Austria. Come accordo
finale del
pellegrinaggio siamo tornati nella Chiesa in Roccia di Budapest, luogo
di
partenza e di arrivo di ogni mio viaggio.
Notizie: * il 19
giugno, ci siamo
incontrati con il P. Dr. Anton Gots, che è venuto in
Transilvania per la festa
di inaugurazione del nuovo Preside della FCL, Don Baricz Lajos. * tra 12-15
luglio si terrà
il ritiro della nostra FCL. * il 25
luglio: incontro
camilliano all’Ospedale Vecchio.con i malati dalle ore 16,00. Con
affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO - 530194
Csíkszereda, Hunyadi János,
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