Il messaggio della Famiglia Camilliana di Csíkszereda Anno VII, Numero 58, febbraio 2003 L’11 febbraio, la Giornata Mondiale dei
Malati: il dono di sé Quest’anno
si apre una nuova possibilità per festeggiare la Giornata
Mondiale dei Malati,
che coincide con l’apparizione di Lourdes, dove fino ad oggi si
continuano le guarigioni
miracolosi nel corpo, nell’anima o nel pensiero. Il tema della Giornata
è Il dono di sé. Come sempre, anche
quest’anno il Camillianum di Roma
(Instituto di Teologia Pastorale Sanitaria), ci ha spedito l'opuscolo contenente la tematica
della Giornata, offrendo un buon insegnamento sia ai malati che agli
operatori
sanitari. La tematica si presenta tramite
l’ottica della luce e dell’ombra: è luce quello che durante i
secoli l’ha
portato cosolazione, ombra è che l’ha aggravato il dolore dei
sofferenti. La
misura evangelica del dono di sé, è Gesù Cristo,
in persona, che si è donato
gratuitamente per la salvezza dell’umanità. Essere il suo
seguace, vivere
secondo il suo insegnamento è la base dell’agire cristiano. Il primo passo è consapevolezza:
essere consapevoli e
grati di ogni dono. Il passo seguente ci parla il compito di donare ed essere doni. Qui sarebbe la
rovescia del pensiero pensare all’avere
rispetto ad essere. Il terzo passo é
più difficile. Tratta le relazioni significative: accetare il
malato quale
personalità, senza standardizzarlo secondo i nostri schemi
mentali. Il seguente
passo ci domanda: cosa offrire? Posso
offrire: un cuore ospitale, il dono della visita, della presenza, del
servizio,
ma oggi parliamo già anche del dono del sangue e degli organi.
Posso ancora
offrire il camminare insieme, sia un pellegrinaggio di contenuto
religioso, sia
una relazione di aiuto che ci guida nelle profondità dell’anima.
Infine c’è il
dono della preghiera e della celebrazione, ma chiunque può
arrivare nel dono di
sé fino il dono della propria vita. E, che cosa può offrire il malato?
Prima di tutto il dono di una lezione di vita, mostrando, che anche in
situazioni difficili, la persona umana può riuscire a mantenere
la propria
integrità, scoprire nuovi valori, coltivare il fiore della
serenità, crescere
in spiritualità. In secondo luogo, come afferma il papa Giovanni
Paolo II, i
malati partecipano «alle sofferenze di Cristo conservando nelle
proprie sofferenze una
specialissima particella dell’infinito tesoro della redenzione del
mondo, e possono condiviere questo tesoro con gli
altri» (Salvifici
Doloris, 27). Un passo importante nel dono di sé,
è lo sviluppo e la pratica della capacità di
dare-ricevere. San Francesco diceva: «E’
dando che si riceve,/ perdonando che si è perdonati,/ morendo
che si
risuscita a vita nuova». Sanno bene gli operatori sanitari
che spesso ricevono di più, che essi possono donare ai malati. L'ultima parte tratta la
responsabilità della comunità cristiana. (Cfr. Ufficio
Nazionale CEI per la Pastorale della Sanità, XI Giornata
Mondiale del Malato
- 11 febbraio 2003, Il dono di sé, Ed. Camilliane, Torino
2002) Salutiamo con affetto il cappellano
Szakács Lajos Grazie a Dio, un anno fa l'hanno nominato
quale cappellano d'ospedale di Csíkszereda, il parroco
Szakács Lajos. D'allora
serviamo in tre la cura pastorale dei malati: il cappellano, una suora
di
assistenza sociale ed io che rappresento la spiritualità
camilliana. Rendo grazie innanzitutto al Signore
per il lavoro di un anno e ai miei compagni di servizio con i quali
abbiamo
effettuato "questo santo servizio". Dico santo, perché
lo
sento santo e lo voglio servire così, secondo le mie più
migliori conoscenze:
per me, è presente in ogni malato la persona del Salvatore
Sofferente, gli sono
serva, lo amo. Sono grata ai miei superiori
ecclesiali, perché posso svolgere liberamente il mio servizio
magnifico e sono
grata a don Szakács, che con il suo servizio mette la corona su
questa
vocazione straordianaria, perché fa lo stesso: stima la
dignità del Cristo in
ogni malato. Con il suo servizio mi incoraggia nello sviluppo della diakonia di carità, perché è vero
che «sono
I malati stessi a pagare il prezzo alto della mia umanità». Chiedo Gesù Cristo il Medico dei
medici, la Salute degli Infermi Maria, San Camillo il Patrono dei
malati
insieme a trecento martiri camilliani di guidare i nostri pensieri e i
nostri
passi su quella strada dove la grazia di Dio ci ha messi. La
conversione di San Camillo Il due febbraio l'Ordine Camilliano
ricorda la conversione del suo Fondatore, San Camillo. Purtroppo, durante i secoli ci siamo abituati a
pensare in modo polarizzato, nel quale domina il o-o, dove la
luce è il
contrario del buio, il male è nemico del buono, non c'è
alternativa dell'anche-anche.
San Camillo però non era uno spirito polarizzato, egli l’ha
vissuto insieme la
distrazione con la vita militare, senza commettere fatti da vergognare.
La sua
conversione significa una conversione vera, nel significato più
giusto della
parola: egli l’ha riconosciuto la luce nel buio, l'ha capito che esiste
migliore del buono. La sua misura è diventata la più
luminosa e il migliore:
Gesù Cristo. Grazie a questo dono egli è rimasto uomo ed
umano per tutta la
vita, perché non l'ha rinnegato la natura umana, ma l'ha
innobiliata, l'ha
abbellita fino la sua morte. Notizie: * In nome dell'Ospedale Generale,
reparto pediatria ringraziamo al Caritas per il loro nuovo aiuto; * Abbiamo fissato le dati dei ritiri
di quest'estate: tra 31 luglio-3 agosto ci sarà il ritiro "con
le
tende" dei giovani presso la scuola di Nagykászon. Con la
Famiglia
Camilliana avremo tra 14-17 agosto. Il luogo di questo ritiro dobbiamo
ancora
fissare secondo le possibilità materiale. La tematica dei ritiri
sarà: Il
ruolo del perdono nella guarigione. * il 4 febbraio: dopo due anni di
preparazione è entrato nella redazione il Libro
di preghiere per i camilliani laici e malati; * l'11 febbraio: la Giornata
Mondiale dei Malati, celebrazione eucaristica nell'Ospedale Vecchio; * il 12 febbraio: veglia mensile
nella chiesa di Csíktaploca; * il 22 febbraio: pellegrinaggio a
Szőkefalva; * il 25 febbraio: incontro
camilliano all'indirizzo di qua giù. Con affetto, Maria-Hajnalka Bakó, - 4
100
Miercurea-Ciuc, Str. Hunyadi János 45/A/27, Romania; Tel/Fax: 0040 266 316-830 - 0040 721 088 154;
E-mail: bakohajnalka@nextra.hu
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