Il messaggio della Famiglia Camilliana di Csíkszereda Numero 2, gennaio-febbraio 1998, apparizione di Lourdes, Giornata Mondiale dei Malati La Giornata Mondiale dei Malati Si
sa, che la Chiesa ha dimostrato
sempre una particolare interesse per i malati. Non ha fatto altro di
seguire
l'esempio del suo fondatore e Maestro. Il
Papa Giovanni Paolo II segnala
l'inizio di un nuovo risveglio nella sua Lettera Enciclica Salvifici
Doloris, apparsa il 11 febbraio 1984, la consapevolezza
del ritorno alle radici del Vangelo e della Chiesa, che ha unito
l'amore di dio
con il servizio del fratello. Questo contesto è stato trascurato
negli ultimi
tempi, non era messa adeguatamente nella luce della vita della Chiesa. Ma
la sensibilità del Papa Giovanni
Paolo II, la sua disponibilità e affetto permanente nei
confronti dei malati, -
fin dal primo giorno della sua elezione - l'attentato contro di Lui che
gli ha
costretto di vivere più mesi nell'ospedale, l'apparizione della
prima Enciclica
sulla sofferenza umana ha fatto esplodere un'esigenza nuova capace di
guardare
con una visione nuova e sensibilità diversa il mondo largo dei
malati e della
sofferenza. Un
anno dopo, La lettera Apostolica Dolentium Homuinum,
apparso l'11
febbraio 1985 invece è stato accolto con un ottimismo di gioia,
ha fondato il
Pontificio Consiglio degli Operatori Sanitari, cui attività ha
introdotto una
catena di iniziative, incontri, studi, edizioni nel dominio assai
importante
della Chiesa: la fedeltà al carisma originale, cioè alla
guarigione dei malati
e all'annuncio del Vangelo. L'11
febbraio 1994 è stato
organizzato per prima volta la Giornata Mondiale dei malati a Roma.
Negli anni
precedenti hanno trattato temi differenti. Quest'anno si tratta: La comunità cristiana, luogo di salute e di
speranza, nel quale saremo anche noi partecipi. Gesù
ha affidato i malati alla
comunità. Il fatto che le comunità cristiane accolgono e
curano le persone
rifiutate dalla società: emarginati, malati, mendicanti,
è il segno che la
storia non è rimasta sorda e l'amore di Dio annunciata dalla
Chiesa ritorna per
allearsi felicemente con il servizio più devoto dell'uomo ferito
e lasciato
solo sulla strada di Gerico. Per
poter camminare sulla via della
santità, abbiamo bisogno di appartenersi ad una comunità.
La famiglia è la
comunità iniziale di ogni uomo, una "piccola Chiesa" dove si
cresce e
si prepara alla vita: ci si diventa membro della famiglia grande
dell'umanità.
Ciascuno diventa quello che la comunità cristiana l'ha formato.
Perciò la vita
cristiana è il nostro diritto e dovere, responsabilità. La
Famiglia Camilliana secondo la
disponibilità dei membri porta l'annuncio del Vangelo a tutti
che sono feriti
dalla vita e che sono lasciati soli dalla società. Forma
comunione nella
spiritualità del Buon Samaritano, secondo il modo di vivere di
San Camillo e
accoglie pienamente qui ed ora la gioia e la speranza del Regno di Dio. La Famiglia Camilliana Laica La
Famiglia Camilliana Laica ha come
obiettivo principale l'esercizio delle opere di misericordia corporali
e
spirituali vissute e testimoniate nel mondo della salute, secondo
l'esempio e
l'insegnamento di San Camillo.
In
particolare, la Famiglia Camilliana intende: 1.
Sensibilizzare
la comunità ecclesiale e le situazioni socio-sanitarie
alla considerazione del malato come
persona degna di
rispetto, attraverso la promozione di un servizio permeato di valori
umani
autentici, in accordo con i principi dell'etica cristiana. 2.
Coltivare la
fraternità ed esprimerla nell'aiuto reciproco materiale
spirituale, in modo che
ogni membro possa trovare nella famiglia sostegno specialmente nei
momenti
difficili. 3.
Collaborare a
progetti evangelizzatori - caritativi e pastorali - dell'Ordine
Camilliano. 4.
Impegnarsi
nell'accompagnamento spirituale e pastorale dei malati nelle
parrocchie,
istituzioni dei salute e a domicilio. 4.
Valorizzare la
preghiera sia come strumento efficace di apostolato sia come strumento
per
vivere nella fede la difficile stagione della sofferenza. 6.
Riconoscere e
potenziare il ruolo evangelizzatore del malato nella comunità
ecclesiale. Dai scritti di San
Camillo: Le
Beatitudini dei
Ministri degli Infermi -
Beato e felice è
quel Ministro degli Infermi che consumerà la vita sua in questo
santo servizio
con le mani dentro la pasta della carità. - Felici voi, se morirete per i poveri di
nostro Signore Gesù Cristo, perché andrete a goderlo
eternamente. -
Beati e felici
quei Ministri degli Infermi che gusteranno di questo santo liquore
celeste, le
opere di carità negli ospedali. -
Maggiore grazia
non può avere da Dio il Ministro degli Infermi che morir’ fra i
poveri. -
Beati voi! Beati
voi! che avete così buona occasione di servire Dio al letto dei
malati. -
Beati voi, Padri
e fratelli miei, che andate in quella santa vigna dell'ospedale. -
O felici e beati
i Ministri degli Infermi che sapranno conoscere il gran bene della loro
vocazione! -
Beati quelli che
avranno santo zelo del santo nostro Istituto. -
Beati voi,
Fratelli, e ringraziate Dio che vi è toccata la pietanza grossa
della carità
agli infermi, per il che siate sicuri di guadagnare il cielo. -
Beati voi, se
potrete essere accompagnati al tribunale di Dio da una lagrima, da un
sospiro,
da una benedizione di questi poverelli infermi. -
Beato chi si dà
pensiero del bisognoso e del povero, nel giorno della sventura Dio lo
libererà. Le nostre feste: - l'11 febbraio: la Giornata
Mondiale del Malato; Con affetto, Maria Hajnalka Bakó, 4 100 M-Ciuc, Str. Copiilor 1/A/3. Romania. Tel 0040 66 116 830 |