Il messaggio della Famiglia Camilliana di Csíkszereda Anno IX, nr. 82 - 2005 maggio Il „mio Camillo” Per
poter educarlo degnamente, quale filone conduttore ho studiato la
Bibbia, ho
partecipato ai ritiri. Il primo incoraggiamento l’ho ricevuto da
Matteo, 10,
40: „Chi accoglie voi accoglie me e chi
accoglie me accoglie Colui che mi ha mandato”. E il piccolo Camillo
cresceva.
Il bambino piangente, malaticcio, che causava tante notti bianchi, mi
dava
tanto da fare, ma la levatrice buona, la Madre celeste mi ha aiutato
sempre di
risolvere i problemi. Mentre il piccolo Camillo cresceva,
iterpellandomi sempre,
ma dandomi anche il fiore dell’amore e della speranza. Quale madre
buona, lo
educavo secondo la Srittura, seguendo e tenendo conto ogni suo fatto,
mettendoci
così in un dialogo specifico. Per essere più chiaro vi
racconto alcuni: Ero
troppo vulnerabile, e il mio Piccolo, un giorno mi ha offeso. Gli ho
chiesto di
mettersi a ginocchi e di chiedermi perdono, come si deve ai nostri
parti. Mi guardò
con umiltà e mi rispose: Per prima tocca a te! Ho sentito la
vergogna, perché
non gli ho insegnato ancora a chiedere perdono… Diventando
sempre più intelligente, un giorno gli ho chiesto, che potrebbe
contribuire
alla ricchezza spirituale della nostra famiglia con qualche servizio di
carità.
Egli mi ha risposo: Non l’hai letto che non sono i figli di rendersi
benemeriti
per i genitori, ma lo sono i genitori. Leggendo
l’indifferenza dagli occhi della gente, sentendo i loro lamenti senza
speranza
e sfiducia, mi sono diventata anch’io insicura, gli ho parlato al mio
Camillo
con paura, se avrò la forza di educarlo in amore. Mi ha risposto
subito: Non
l’hai letto che „Nell’amore non c’è timore”? (1 Gv 4, 18). Una
volta è successo che riferendomi ad ogni mio preoccupazione, al
mio malumore,
l’ho trascurato la visita di mia madre e degli altri malati, la lettura
della
via crucis, quasi gridava con me: Non l’hai letto a Timoteo che: „Se
poi
qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della
sua
famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un
infedele”. Sì, è
proprio così rendiconto il mio Camillo.
Niente da fare, abbiamo continuato la nostra strada . Dovete
sapere che il mio Camillo ama
visitare i malati, lì non ha dei lamenti, non è
impaziente, è profondamente
empatico. Con i malati parliamo insieme di Gesù nascente, o del
Gesù sofferente
sul Calvario, parliamo sull’effetto del sacramento della guarigione, e
tornando
a casa sentiamo di ballare sulle nuvole, nella gioia che siamo riusiti
di portare
un attimo di serenità. Può succedere però, che il
nostro servizio di carità, la
volontà di fare il bene, da fallimento. In questo caso il mio Camillo mi attira l’attenzione che il servizio di
carità non
ha bisogno di apprezzamento umano, bensì, siamo noi a pregare
per la loro redenzione.
Davvero, il mio Camillo sa pregare,
non manca mai dalla santa messa, come dalle ore di preghiere del
giovedì. Il mio Camillo mi assiste durante i
pellegrinaggi, e mi aiuta nel portare lo zaino con tante tasche, nel
quale
porto il mio regalo ai piedi della croce. Ogni giorno mi insegna
qualcosa, e il mio Camillo ha ormai sette anni. Ho
pensato di iscriverlo a scuola, e con lui apprendere di nuovo l’ABC
fino in
fondo, così raccogliendo tanta grazia, quale persona benedetta,
diventare
benedizione agli altri. Mia
amata Mamma celeste, Maria, mio fratello Gesù, che perdona
tutto, mia carissima
Famiglia, mio confessore, e voi tutti fratelli, aiutatemi di educare
questo
bambino alla gloria di Dio ed alla rendenzione di tutti noi
(Kristály Annuska,
San Domenico) Dobos Rózsika Si
tratta di una camilliana, di quale tanto tempo fa, nel 1998 abbiamo
scritto, ed
ora la presentiamo di nuovo con gioia. Ella si dichiarava sempre, che
vive
secondo la spiritualità di San Camillo, è profondamente
camilliana, anche se
non partecipa ai nostri incontri. Non mi ha cercato mai, il nostro
rapporto è
rimasto solo sulla base delle mie visite presso a lei, o per caso se ci
siamo
incontrate sulla strada. Si potrebbe pensare, che in questo modo non
è
possibile rimanere in una Famiglia Camilliana. Rózsika
testimonia il più
importante: sono i nostri fatti che parlano. Nel
autunno del 1994, quando ho dovuto partire per compiere i miei studi a
Roma,
ella continuava per anni il mio servizio
volontario nell’ospedale. Poi ha dato inizio nel suo villaggio (San
Tommaso) il
lavoro dell’Associazione delle Donne, che teneva conto il problema
degli
anziani malati, fino la costruzione di una casa di riposo, „Santa
Anna”, nella
casa familiale. Tanti
capitoli pesanti di lotta e di fatica marcano la vita della famiglia
Dobos
negli ultimi anni. Nel
2000 è nato un’amicizia lunga tra la sua famiglia e quella del
professore Frank
Damen dal Olanda, portando un aspetto specifico. L’anno scorso il
professore
Frank e i suoi 12 studenti hanno portato un aiuto notevole alla scuola
della
località: l’hanno cambiato le porte e le finestre, e i lavori si
continuano
anche quest’anno. Ogni estate organizzano dei corsi di lingua inglese
nel
villaggio. Quest’anno, il 17 marzo, 33 alunni sono partiti
per l’Olanda per una settimana a Lierdan,
all’invito del Colleggio di Heerlanden. Il loro viaggio e vito saranno
pensati
dal signor Frank. Vanno a visitare anche le due case di riposo di
là (Cfr., „Hargita
Népe”, Giornale locale, Anno XVII, nr.
63 (4 260), il 17 marzo 2005, p.1-3). Ringraziamo
di cuore a Rózsika in nome della nostra Famiglia Camilliana, e
chiediamo la
benedizione del Signore per il suo servizio di carità futura
nella spiritualità
camilliana. Rendiamo
grazie a Dio per il nostro nuovo Santo
Padre, Benedetto XVI. Gli
sosteniamo con le nostre preghiere, perché possa guidare la
Santa Gregge, sulla
via del Vangelo. Notizie: *
Il 7 maggio si è tenuto l’incontro nazionale della FCL, di
Transilvania, a San
Domenico. Sono stati presenti più di cento persone. Il
moderatore era don
Baricz Lajos, il preside delle Famiglie. Era presente Szabó
Gábor, da Budapest, con sua moglie.
Ringraziamo per l’ospitalità. *
Secondo le ufficialità, per la festa di Pentesoste sono venuti a
noi
seicentomila pellegrini. *
Il 25 maggio: la nascità di San Camillo (1550),l’incontro
camilliano
nell’Ospedale Generale. Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 266 316-830 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@nextra.ro www.hhrf.org/gyrke/camilliana |