Il messaggio della Famiglia Camilliana di Csíkszereda Anno V, Numero 45, novembre 2001 Comunicare con il malato (si segue dal numero
precedente) Giuseppe Chiaretti, Nel significato
cristiano
dell'assistenza al malato nomina: "custodi" responsabili le
persone che "sanno dov'è il loro fratello" (Gn 4, 9). La
"custodia" dell'altro è il modo migliore per conoscere se
stessi. Per
creazione e per finalità l'altro, l'uomo, è quindi il
sacramento naturale di
Dio, e cioè un segno che veicola la sua presenza da riconoscere,
rispettare,
servire. L'altro, allora, quando è
nella sofferenza, diventa il sacramento di Dio che soffre, e
cioè di Gesù
Cristo torturato e ucciso ingiustamente. Se avessimo la fede piena,
dovremmo
poter genuflettere dinanzi ad ogni malato, così come facciamo
dinanzi al Pane
Eucaristico, per adorare una Presenza reale del Signore tra noi.
è l'apostolo
Giovanni che ci dice: Se uno non ama il prossimo che si vede, di
certo non
può amare Dio che non si vede. Il comandamento che Dio ci ha
dato è questo: Chi
ama Dio deve amare anche i fratelli. Se non so riconoscere la
presenza di
Dio nell'uomo, in me e nell'altro da me, Dio non lo incontrerò
mai". Salvatore Giacquinto, La comunicazione
con il paziente
e con la sua famiglia, ci attrae l'attenzione che tale fatto non
è solo
verbale, ma è fatta anche di sentimenti, di emozioni, di feelings
e
mimica. Mentre noi medici studiamo il malato, questi e i suoi parenti
studiano
noi, attentamente. Guai a presentarsi con sbadigli, magari giustificati
dalla
calura estiva, dalle lunghe ore di lavoro, dalla monotonia di
un'anamnesi!
Sconsigliate anche le interruzioni telefoniche, che interrompendo il
discorso
al paziente ne compromettono la lucidità. L'espressione del
medico attento alla
descrizione, L'intervento discreto per ottenere una delucidazione, il
contatto
dirette con il paziente in un esame obiettivo generano fiducia e compliance. Eide Spedicato, nella sua relazione sui Medici
e
pazienti fra comunicazione impersonale e linguaggi informali ci
presenta
come lo sviluppo della scienza medica l'ha cambiato il significato
della cura
medica, secondo il quale il malato è sempre meno persona e
sempre più organismo
su cui intervenire per ripristinare lo stato di salute. In questa
situazione
paradigmatica si separano l'eprit dalla moral,
l'osservazione del
visibile dei segni profondi, la sensibilità del pensiero. Un
paradigma, quindi,
suddito della dimensione fenomenologica che cancella l'aspetto
relazionale e la
realtà antropologica; allontana l'uomo lato ma avvicina ai suoi
escreti e al
suo sangue; misura la malattia ma occulta la storia umana di chi
soffre; svela
grandi enigmi miminimizza il peso della sofferenza interiore. Viene
degradata,
così, la conoscenza medica ad un sapere profondo, sebbene
frazionato e
disgiunto; manifestante sempre più lontano da quell'aria di
confine in cui il
corpo e la psiche dialogano e reciprocamente si influenzano.
Così viene sempre
più premiato l'atteggiamento decisionale dell'operatore
sanitario e sempre più
favorito il ruolo di passività del paziente. P. Luigi Tezza, il quarto
beato dell'Ordine Camilliano Il 16 ottobre 1994, la schiera dei modelli
alzati
sull'altare della Chiesa è stata aperta tramite la
beatificazione di madre
Giuseppina Vannini, fondatrice delle Figlie di San Camillo.
D'allora è
stata beatificata la fondatrice dell'altro ramo delle suore camilliane,
Maria
Domenica Brun Barbantini nel 1995. Lei è stato seguito da P.
Enrico Rebuschini
nel 1997. Padre Luigi Tezza è il cofondatore della madre
Giuseppina Vannini. Padre Luigi Tezza è nato il 1 novembre
1841 a Congegliano
Veneto. Suo padre era medico, che è morto a soli 35 anni, quando
suo figlio
aveva appena nove anni. Sua madre, una donna pia, di origine ceca, che
dopo la
morte del suo marito si è dedicato all'educazione del suo unico
figlio. Padre Luigi l’ha conosciuto i camilliani a
Padova, dove a
15 anni si è iscritto nel seminario camilliano, pieno
dell'eredità naturale per
i sofferenti, portato da casa. Sua madre si è ritirata a vita
monastica
nell'Ordine delle Visitazione di Padova, da dove ha seguito fino la sua
morte
con un'anima pregando il decorso della vita del suo figlio. P. Luigi ha
soltanto 23 anni quando nel 1864 diventa sacerdote, grazie a sua
maturità
eccezionale. I suoi anni del giovane religioso sono stati
contrastati
dalla pressione politica, che caratterizzava tale periodo della storia
e che
tendeva a sopprimere le comunità religiose. Il suo desiderio
missionario
avrebbe trovato l'eco nel partire per l'Africa, ma secondo i suoi
superiori, i
tempi non erano ancora maturi.
La sospensione italiana gli ha condotto in Francia, dove
si è soffermato per 18 anni. Egli è diventato il primo
provinciale della
Francia. Purtroppo tale legge è stato proclamato anche in
Francia. Padre Luigi
Tezza nel 1880 è stato espulso come straniero dal paese. Doveva
tornare in
Italia, dove era costretto di cominciare tutto dal nulla.
Al capitolo Generale di 1889 viene eletto Vicario
generale e Procuratore dell'Istituto, con conseguente trasferimento a
Roma. Qui
si incontra Giuseppina Vannini con la quale fonda l'Ordine delle Figlie
di San
Camillo nel 1892. La gioia della fondazione viene oscurata dal
fraintendimento
malinteso di alcuni per tale collaborazione. Egli non si è
voltato indietro,
andava avanti per la sua strada sapendo di chi è servo.
Sembrava ormai che l'attività del Padre Luigi Tezza
fosse
giunta al termine, in realtà l'attendeva un'altra importante
tappa. Viene
mandata a Lima per riformare le comunità di là.
Così, a 59 anni comincia un
nuovo compito, nel quale resterà per 23 anni, fino la sua morte.
Qui si è
diventato l'Apostolo di Lima. Notizie: * novembre è il mese
della memoria dei nostri cari defunti; * il 1 novembre: la festa
di tutti i Santi, ricordiamoci i nostri modelli di santità; * il 4 novembre: la
beatificazione a Roma del P. Luigi Tezza, cofondatore dell'Ordine delle
Figlie
di San Camillo; * 12-14 novembre: il
primo incontro degli ex-alunni del Camillianum. Qui
presenterò
l'attività della pastorale dei malati in Transilvania; * 15-17 novembre: la
Conferenza Internazionale degli Operatori Sanitari a Roma; * il 16 novembre: la
festa di Salus Infirmorum; * il 25 novembre: Cristo
re, la messa festiva dei defunti della nostra Famiglia Camilliana Laica. Con affetto, Maria-Hajnalka Bakó, R - 4 100 Miercurea-Ciuc, Str. Copiilor 1/A/3, Romania; Tel/Fax: 0040 66 316-830 |