Il messaggio della Famiglia Camilliana di Csíkszereda Numero 10, il 16 ottobre 1998, il XX anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo II La pastorale dei malati: Il carisma e la spiritualità
di
San Camillo La conversione Uno
degli episodi in cui Camillo
vede un segno di misericordia di Dio nei suoi confronti è la
conversione (2
febbraio 1575). Il Santo dovette conservare fino alla morte un ricordo
indelebile dell'esperienza interiore ed esteriore da lui stesso
chiamata: la
sua conversione. La rievocava in particolari circostanze, e la
manifestava, nell'intimità,
a quei religiosi, che erano maggiormente suoi confidenti. Il
suo incontro col Signore è stata
una vera "conversione" nel significato biblico, una metanoia. Chiese
perdono e promise penitenza: «Misero e infelice me, che per tanto tempo non ti ho
conosciuto, mio Dio, e non ti ho amato! Dammi tempo di fare penitenza e
di
piangere a lungo i miei peccati. Non più mondo, non più
mondo». In
quella decisione si può vedere
una pietra miliare che segna una tappa fondamentale dell'esistenza del
Santo. L'esperienza della sofferenza La
sofferenza di Camillo sembra
trovare la sua espressione più dura nella piaga inguaribile alla
gamba destra.
Tale infermità, che lo accompagnerà per tutta la vita e
la cui natura rimane
sconosciuta, l’ha certamente contribuito a far riflettere il Santo
sulla
condizione umana. Camillo chiamava le sue malattie semplicemente
"misericordie" o "croci" ricevute dal cielo. Secondo il
Santo fu proprio questa "misericordia", cioè la piaga, lo
strumento
di cui Dio si servì per comunicargli la sua chiamata al servizio
degli infermi. L'esperienza dell'ospedale Nel
secolo XVI, gli ospedali erano
una gloria della Chiesa di Roma, "specchio, et esempio di ogni
bontà e
santità" e tra essi emergeva, per storia e importanza,
l'ospedale di S.
Spirito che rappresentava il Christianae caritatis gymnasium, scuola di
carità
cristiana, come si può leggere in una scritta all'interno
dell'ospedale. Nella
seconda metà del 1500, però,
le cose andavano molto diversamente, sia il servizio prestato ai corpi,
che
quello prestato alle anime dei malati erano assai trascurati. Camillo,
a causa della sua piaga
aveva preso contatto con l'ospedale di San Giacomo tre volte nel suo
cammino.
All'inizio non c'era in lui l'elemento umano di una naturale
inclinazione verso
gli infermi. Nel suo primo soggiorno all'ospedale di San Giacomo nel
1571, si
dimostrò un uomo senza cuore per i malati, "di molto terribile
cervello". Il
secondo ritorno avvenne nel 1575,
dopo la sua conversione, che l'ha trasformato profondamente. Divenne
Maestro di
Casa, servendo con impegno e amore i malati, ma con cuore cappuccino. Il
desiderio di poter ritornare alla
pace della fraternità francescana lo spinse di nuovo al
Convento, vi ritornò,
infatti, nel 1579. Dopo soli quattro mesi, è costretto a
ricoverarsi di nuovo a
San Giacomo a causa della piaga. Questa volta la sua uscita dal
convento è
definitiva, fatto che gli fa pensare al disegno di Dio sulla sua vita,
la sua
vocazione, la sua missione. Dai scritti di San
Camillo: "La
virtù della
carità è quello che vale, e come i commercianti parlano
dai loro interessi,
anche noi dobbiamo parlare sempre sui fatti della misericordia. Voi non
dovete
invidiare la regina, perché con la pratica delle opere di
misericordia
guadagnate il regno dei cieli". Notizie: * L'incontro dei cappellani ospedalieri di Europa - Roma il 16-18 settembre 1998: Nella
casa
generalizia delle Rosminiani si è tenuto per la quinta volta
l'incontro dei
cappellani ospedalieri ecumenici di Europa, dove erano presenti i
membri da
venti paesi. Lo scopo dell'incontro era di far conoscere i problemi comuni dei cappellani e il trattare delle difficoltà secondo le possibilità. Il consiglio dei cappellani europei si è iniziato dieci anni fa, e si incontrano ogni due anni in una dei paesi. Le
giornate tranquille di settembre
hanno favorito la possibilità di creare l'ambiente sereno e
l'hanno facilitato
l'effettuare del programma senza problemi. Il primo giorno era dedicato
alla
presentazione generale dei partecipanti e dei loro lavori. La
seconda giornata si è svolta con
la presentazione della legislazione dei differenti paesi a riguardo
della
pastorale sanitaria, e dei documenti delle Conferenze Episcopali, dove
sono
tali. Il
terzo giorno abbiamo visitato tre
centri del servizio di carità: 1, il Camillianum, modello di
educazione e di
formazione alla pastorale sanitaria; 2, l'ospedale si Santo Spirito,
dove San
Camillo si è consumato nel servizio di corpo e dell'anima dei
malati, e l'isola
Tiberiade, con l'ospedale dei Fatebenefratelli; e 3, la comunità
di Sant'
Egidio, la realizzazione della guarigione ideale. La
quarta giornata era il riassunto
delle nostre esperienze, e il progettare il tema, il luogo del prossimo
incontro. Fra due anni vogliono incontrarsi in Grecia, quando
parleranno sulle
normative comune valide in tutti i paesi dell'Europa. I temi verranno
elaborati
durante i due anni. Dalla
Transilvania eravamo presenti
noi due, la Rev. Lakatos Gabriella, pastore protestante da
Marosvásárhely e me,
che ho presentato la situazione attuale d'Ungheria. *
il 10-18 ottobre:
giornate ungheresi a Roma; * il 27 ottobre: incontro camilliano di Csíkszereda. Con affetto, Mária-Hajnalka Bakó / |