Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda

Anno V, Numero 43, settembre 2001

San Camillo intercede per noi
 
            Il culmine della nostra pastorale ospedaliera consiste nel fatto quando un malato torna a casa guarito. Purtroppo, non sempre tutti guariscono, ma non ci sono spiegazioni. Il medico, quando esaurisce tutte le risorse a lui disposte per la guarigione del malato, arriva ad un punto, dove deve lasciare la condotta ad un Altro, che è il Signore della Vita. Tale frontiera crea la situazione, nel quale guaritore e malato lottano insieme per vincere una difficoltà che non può possedere nessuno, né con il suo sapere, né con i suoi sentimenti, ne con la sua volontà. La guida viene assunta da un Potere, al cui decisione non si danno dei prognosi, e che può essere fatale ed agisce secondo dei criteri più inimmaginabili.
            L'essenza della pastorale ospedaliera consiste proprio nel fatto che, quando la volontà umana ed il sapere sembrano insufficienti, può mostrare la direzione che passa oltre le frontiere create dalla malattia e sofferenza, e che non si ferma davanti ad esse. Come abbiamo già detto nel numero precedente, il culmine della pastorale dei malati è di essere consapevoli del valore della sofferenza, perché la persona umana non soltanto soffre, ma ne è consapevole e lo scopo del nostro lavoro è di aiutare i sofferenti a vivere tale sofferenza con la massima dignità. Questa sofferenza per i cristiani è stata data da Cristo, che si incarna in ogni persona che lo accoglie, e che alza la sofferenza umana a livello divino. Senza la presenza di Gesù Cristo non è possibile capire il valore della sofferenza, perché Lui apre la dimensione soprannaturale all'uomo spaventato dalla malattia, dalla sofferenza e dalla paura.
            Al fine di agosto e all'inizio di settembre 2001 tale presenza ci si è dimostrato in modo visibile due volte:
1. Nel giardino dell'Ospedale Vecchio ci siamo radunati con i malati a pregare e cantare. Una malata, Bálint Vilma ci ha chiesto di pregare per lei, perché secondo la diagnosi bisogna tagliare la gamba. Tale domanda era sorprendente, perché la malata non poteva essere presenta nella preghiera, ma ci ha fatto sapere la causa... Eravamo tanti. Abbiamo chiesto l'intercessione di San Camillo, Patrono dei malati, e degli ospedali e quello di 300 martiri camilliani, come sempre. Abbiamo offerto tutto che avevamo...
Due giorni dopo, la nostra malata è venuta a pregare con noi. Prima ancora di poter aprire la bocca, le compagne mi hanno raccontato gioiosamente che la malattia si è fermata, e se rimane così, possiamo avere la speranza di non tagliarle la gamba... Ci siamo resi grazie al Signore e ci siamo entrati di nuovo al profondo della preghiera... Dopo una settimana, la signora Vilma ci ha detto con gioia di non aver firmato la dichiarazione per tagliare la gamba, che guariva visibilmente, può pensare già di andare a casa. Ci siamo radunati di nuovo a rendere grazie e per incoraggiarla a tale cambiamento non immaginato, quando non dovrà fare altro che il bene. Non bisogna parlare della guarigione miracoloso davanti gli uomini, ma di testimoniarlo che il Signore le ha fatto il miracolo. Non risparmiare mai le mani ed i piedi dai fatti del bene.
 
2. L'altro caso ne è successo quasi in modo parallelo nell'Ospedale Generale. Là, come al solito, al reparto di ginecologie abbiamo preparato i malati all'intervento chirurgico. Abbiamo offerto anche loro a San Camillo e alla protezione dei martiri camilliani. Qualche giorno dopo, una malata, Egyed Margit è venuta a pregare con noi tutta sorridente, dicendomi: "Hajnika, sono qui..." Sono rimasta un po' perplessa, perché la cercavo, senza trovarla. Vedendo la mia perplessità, ella ha continuato: "Non era necessario l'intervento, perché mi sono guarita. Ero già preparata totalmente, per entrare nella sala degli interventi. L'altra malata con me preparata è stata operata..."
            Siamo rimasti tutti commossi. Mi sono guardata all'assistente che era presente con noi a pregare. Lei mi ha confermato la realtà del fatto raccontato...
La nostra serata di preghiera si è svolto nel ringraziamento. Le nuove malate che sono state preparate all'intervento hanno partecipato meravigliate a questa preghiera particolare. Le ho detto che il Signore Gesù non ha guarito ogni malato, ma abbastanza per poter credere che Lui è il Padrone della vita, oltre ogni sofferenza. Tale padronanza è la testimonianza suprema che la sofferenza ha il suo valore cui autore è Gesù Cristo in persona, il suo valore è divino, potere redentore.
 
 
Dal Messaggio del Padre Generale Frank Monks:
 
            "Non ci sono stati periodi nella mia vita in cui non abbia imparato qualche lezione. I giorni veramente tristi sono quelli in cui non si impara niente. Il processo di apprendimento dura tutta la vita: e non è solo il risultato della relazione tra docente ed apprendista. L'imparare è "un'processo dialettico in cui chi insegna va anche apprendendo ed il discepolo, nel processo di apprendimento, guida l'insegnante" (Collins).
            "Si dice che ci si ricorda del 20% di quanto è stato detto, del 40% di quanto è stato visto e del 80% di quanto si è fatto esperienza".
            "Possa il Signore, attraverso l'intercessione di Maria, Salute degli Infermi e di San Camillo, farci dono della saggezza per agire con tatto, con onestà e con coraggio, così da diventare fonte di incoraggiamento vicendevole".
 
Annuncio a tutte le Famiglie Camilliane Laiche:
           
            Ogni mezzogiorno, alle 12,00 quando le campane suonano, preghiamo l'Angelus, perché la vita del nostro Signore Gesù possa rinnovarsi sempre in noi. Abbiamo bisogno di questa per la nostra pace e per quella del tutto il mondo.
 
Notizie:
 
* il 31 agosto nell'ospedale Generale e il 9 settembre nell'Ospedale Vecchio i giovani hanno consolato i fratelli malati con i loro canti;
* il 15 settembre: inizio della scuola, salutiamo con affetto i nostri figli ed i loro insegnanti!
* il 25 settembre: incontro della Famiglia Camilliana Laica a Csomortán (località vicino la città);
* rendiamo grazie a Camilliani/Camillians, perché danno notizie di noi.


Con affetto,
 Maria-Hajnalka Bakó, R - 4 100 Miercurea-Ciuc, Str. Copiilor 1/A/3, Romania; Tel/Fax: 0040 66 316-830


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